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Nuove proposte legislative per la Politica Agricola dell’Unione Europea

Nuove proposte legislative per la Politica Agricola dell’Unione: la Commissione Europea immagina l’agricoltura comunitaria verso il 2020

Garantire ai cittadini europei una alimentazione sana e di qualità, tutelare l’ambiente, affrontare i cambiamenti climatici, favorire lo sviluppo delle zone rurali, promuovere l’innovazione e rafforzare la competitività: questi gli obiettivi della proposte legislative per la riforma della PAC (Politica Agricola Comune), da formalizzare e rendere operative a partire dal 2014

E’ stato presentato in ottobre a Bruxelles, per iniziativa della Commissione Europea, il progetto di riforma della PAC che, se approvato dal Parlamento e dal Consiglio d’Europa, partirà nel 2014: contemporaneamente a Roma, presso la sede della Rappresentanza in Italia della stessa Commissione Europea, è intervenuta Loretta Dormal-Marino, Vice Direttore Generale della DG Agricoltura, per presentare in casa nostra i punti chiave della riforma e spiegare cosa concretamente potrebbe cambiare, anche per le aziende italiane.

Loretta Dormal-Marino,
Vice Direttore Generale della DG Agricoltura

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Nella conferenza stampa che ha preceduto l’intervento, seguita in diretta da Bruxelles, il Commissario Europeo all’Agricoltura e allo Sviluppo Rurale Dacian Ciolos ha sottolineato l’importanza e l’oculatezza delle proposte di riforma, ribadendo che “sulla politica agricola comune si fondano la nostra alimentazione e l’avvenire di più di metà del nostro territorio”.

La parola d’ordine: sostenibilità. Il Pagamento verde (Greening)

Trasformare le aziende in contesti all’avanguardia, consentire maggiori produzioni, realizzare sostegni al reddito, favorire la crescita e l’innovazione: si tratta di priorità assolute, tutte le volte che si parla di imprese, e sono questi gli obiettivi che si prefigge anche la nuova Politica Agricola Comune. Ma, a maggior ragione nei contesti rurali, è necessario realizzare questi obiettivi tenendo conto dell’impatto ambientale e dei rischi di inquinamento. Per questo tutte le proposte della Commissione Europea per la nuova PAC ruotano intorno ad una esigenza primaria: la sostenibilità.

In quest’ottica, a partire dal 2014, il Regolamento sui Pagamenti Diretti, che è stato fortemente riformato, prevederà un regime obbligatorio per tutti gli stati membri: si tratta del “Pagamento Verde”, mirato a tutelare gli ecosistemi e nel contempo a garantire la conservazione della produttività a lungo termine. In termini semplici, la Commissione propone di riservare alle buone pratiche ecologiche il 30% del totale degli incentivi destinati annualmente a ciascun stato membro per il sostegno agli agricoltori (Pagamenti Diretti). A ricevere le somme di sostegno maggiori saranno insomma le aziende più impegnate nella diversificazione delle colture, nella conservazione dei pascoli permanenti, nella tutela della biodiversità, nella salvaguardia delle riserve ecologiche e del paesaggio. Per sostenere l’ambiente sarà integrata nei nuovi regolamenti per la PAC anche la direttiva quadro per le acque, che intanto sarà recepita dagli stati membri, con obblighi operativi per gli agricoltori. Incoraggiare le iniziative agroaziendali a livello nazionale, regionale e locale, nell’ottica della conservazione della specificità di ciascun territorio e della lotta ai cambiamenti climatici, è quindi uno degli obiettivi strategici della nuova PAC, come è stata pensata dalla Commissione Europea e sottoposta al giudizio degli altri organi istituzionali dell’Unione.

Competitività, efficacia, innovazione: gli obiettivi della nuova PAC per salvaguardare l’agricoltura europea

L’Europa ha sempre meno aziende agricole: rendere appetibile la scelta di lavorare nel settore è dunque una priorità assoluta della politica comune, se si vuole garantire ai cittadini europei una alimentazione sana e di qualità. Per questo le proposte di riforma prevedono la semplificazione di numerosi meccanismi, in particolare per quanto concerne l’erogazione dei fondi di piccola entità, il passaggio e la cessione delle attività già avviate, lo start-up delle microimprese, per le quali è previsto un vero e proprio “kit di avviamento” con finanziamenti fino a 70.000 Euro per cinque anni.

Una serie di misure mirano a stimolare l’occupazione rurale, a sostenere l’economia delle zone agricole, a favorire l’inclusione sociale e la riduzione della povertà nelle zone rurali, ad incoraggiare le iniziative di sviluppo locale. Nel contempo la Commissione propone di sostenere le organizzazioni di produttori e quelle interprofessionali, e di sviluppare filiere corte, dal produttore al consumatore, che riducano le spese e tutelino la qualità.

Perchè si realizzi una vera innovazione nel settore agricolo è prioritario, a giudizio della Commissione Europea, raccordare più fortemente il mondo rurale con quello scientifico, sostenendo le prestazioni di consulenza agli agricoltori e promuovendo progetti di ricerca utili all’attività agricola. Il suggerimento concreto in questo senso è quello di raddoppiare i fondi destinati alla ricerca e all’innovazione in campo agronomico.

Il sostegno alle fasce deboli e le misure per l’equità tra gli stati membri

Le nuove proposte per la PAC prevedono un regime di sostegno particolare per tutte le fasce deboli: indennità supplementari, fino al 5% del totale annuo nazionale di sovvenzioni, potranno essere offerte alle imprese che si trovano in zone soggette a vincoli naturali, e specifiche misure sono previste per i “giovani agricoltori” e per gli “agricoltori in attività”. Nell’ottica di un sempre maggiore incremento e potenziamento dell’attività agricola sul territorio dell’Unione, e con l’obiettivo di indurre i giovani a dedicarsi all’agricoltura, dato che più dei due terzi degli agricoltori in attività ha superato i 50 anni, la Commissione propone un sostegno ai giovani: quanti inizieranno l’attività a meno di 40 anni (oggi si trova in questa condizione solo il 7% degli agricoltori attivi) potranno godere di un regime semplificato, e di indennità ulteriori, fino a un massimo del 2% dell’ammontare annuo complessivo nazionale dei pagamenti diretti, per cinque anni. Similmente saranno sostenuti tutti gli agricoltori che svolgono realmente la professione agricola, con indennità ulteriori che non saranno previste per i titolari di aziende o di fondi affidati a terzi.

Per sostenere maggiormente i paesi membri in difficoltà, l’entità dei Pagamenti Diretti per ciascuno stato sarà rivista nell’ottica di una più equa redistribuzione delle risorse all’interno dell’Unione, con un ridimensionamento dell’attuale ammontare delle sovvenzioni per singolo stato di un terzo del divario tra il livello attuale e il 90% della media UE. Concretamente, i pagamenti destinati all’Italia si ridurranno in modo significativo, ed è forse questa la notizia più negativa per i nostri agricoltori.

Laura Carmen Paladino

Per saperne di più:

http://ec.europa.eu/agriculture/cap-post-2013/legal-proposals/index_en.htm (in inglese)
http://ec.europa.eu/agriculture/cap-post-2013/legal-proposals/com625/625_it.pdf (in italiano)

 

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