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Famiglia e lavoro: una conciliazione che aiuta l’impresa

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Famiglia e lavoro: una conciliazione che aiuta l’impresa

E’ il titolo del convegno tenutosi presso la Camera di Commercio di Udine con la presenza dell’assessora regionale al lavoro, formazione, commercio e pari opportunità Angela Brandi in cui si è discusso delle misure a sostegno dell’occupabilità femminile

Le misure per l’occupabilità femminile devono garantire “la tenuta della coesione sociale e del tessuto familiare”, ha ribadito l’assessora Brandi, in considerazione del fatto che, come ha reso noto il presidente della CCIAA di Udine Giovanni Da Pozzo, il 60% delle imprese del terziario locale è guidato da donne.

Gli orientamenti della produzione locale sono diretti a ridurre le imprese manifatturiere e aumentare quelle del terziario, detenute soprattutto da donne. L’aumento dovrebbe quindi interessare le aspiranti imprenditrici, e per questa ragione si intende sostenere lo sviluppo dell’imprenditorialità femminile locale che, come ha dichiarato la presidente del Comitato per l’imprenditoria femminile della Camera di Commercio, Enrica Gallo, è rimasto invariato: attualmente le imprese condotte da donne sono meno di 12 mila, e rappresentano il 49,15% delle imprese femminili dell’intera regione.

L’occupazione femminile negli ultimi tre anni è diminuita, seppur di poco in percentuale (0,2%) rispetto a tutti i lavoratori del Friuli Venezia Giulia, si tratta di mille persone (su 218 mila). Una diminuzione di posti di lavoro inferiore rispetto alla media nazionale che è stata dell’1,1%. La provincia di Udine, secondo Confartigianato, si trova comunque al primo posto in Italia per l’inserimento delle donne nei posti di lavoro.

In effetti la Regione ha prestato sempre particolare attenzione al genere, per le sue politiche occupazionali, tanto è vero che nelle misure per promuovere l’autoimprenditorialità si è sempre dato un vantaggio alle donne, permettendo così di far nascere 700 nuove aziende in quattro anni. L’80 di queste aziende è una microimpresa, spesso individuale e opera soprattutto nel terziario (commercio, ristorazione, servizi). Il 68% di queste aziende è a conduzione femminile.

Di opportunità lavorative messe a disposizione delle donne aspiranti imprenditrici la Regione ne ha messe in campo diverse, basti pensare al progetto Imprenderò (vedi ns. articolo) o agli interventi per la trasmissione generazionale di impresa, per la formazione, alle agevolazioni per l’accesso al credito da parte delle nuove imprese femminili e così via (vedi ns. art. ).

Il problema più attuale, ha sottolineato l’assessora Brandi, si è dimostrato quello della cura dei familiari anziani, che obbliga le donne a lasciare anzitempo il mercato del lavoro. Si tratta di un problema che ricade sull’intera società e del quale occorre tener conto quando si affronta il tema della conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro.

L’assessora, nel concludere il suo intervento, ha annunciato che sarà riproposto il bando “un’azienda family friendly” finanziato dal FSE (Fondo Sociale Europeo) per supportare la genitorialità e l’impresa verso forme flessibili sia dell’orario di lavoro che della struttura organizzativa.

 

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