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Studio della Fondazione Giovanni Agnelli sulla riforma universitaria del 3+2

Ministro Fornero

Studio della Fondazione Giovanni Agnelli sulla riforma universitaria del 3+2

Più laureati in brevi tempi, ma anche più contratti precari e meno pagati dal 2000 ad oggi

Dieci anni di riforma universitaria, dieci anni di “3+2”, ossia laura triennale più eventuale titolo specialistico: com’è cambiato il mondo universitario nei primi dieci anni di riforma? Un iniziale bilancio lo ha fatto la Fondazione Giovanni Agnelli che ha recentemente presentato il Rapporto “I nuovi laureati. La riforma del 3+2 alla prova del mercato del lavoro” (Laterza).

Ministro Fornero su studio Fondazione Agnelli

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Alla presentazione ufficiale del rapporto è intervenuta anche Elsa Fornero, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali del Governo Monti, insieme a Marco Mancini (presidente della CRUI), Alessandro Laterza (amministratore delegato Laterza) e Maria Sole Agnelli (presidente della Fondazione Agnelli).

I risultati dello studio

Tra i dati che saltano all’occhio sicuramente l’aumento del bacino di laureati in Italia a seguito della riforma: dai 161mila del 2000 ai 208mila del 2010.
I laureati post-riforma ottengono più in fretta il loro titolo: in media i “triennali” a 26 anni, a 27 i “magistrali” (rispettivamente oltre due anni e oltre un anno in meno rispetto al 2000). Si è inoltre allargata la derivazione sociale degli studi universitari: basti pensare che più del 70% dei nuovi laureati triennali portano in casa il primo titolo di laurea della loro famiglia. Diminuisce inoltre il tasso di disoccupazione dei laureati.

Buoni dati, ad una prima lettura. Nel rapporto a cura del direttore della Fondazione, Andrea Gavosto, emergono però anche alcune problematiche legate alla riforma universitaria e, di conseguenza, al mercato del lavoro in Italia. Spicca per esempio il fatto che i nuovi laureati trovino per lo più forme di lavoro flessibili. Cala inoltre il loro vantaggio retributivo rispetto ai diplomati. Elementi che evidentemente sono già noti anche agli studenti di domani, data la flessione delle immatricolazioni registrata negli ultimi anni: gli immatricolati rappresentavano il 56% dei 19enni nell’anno 2003-2004. Nel 2010-11 si fermano al 47%, con un calo di 11 punti percentuali.

Per rendere totalmente efficace la riforma del 3+2 e dare anche nuovo slancio al mercato del lavoro, secondo la Fondazione Agnelli è necessario differenziare il sistema universitario, distinguendo tra formazione di base triennale – da mantenere liberamente accessibile e con vasta diffusione su tutto il territorio nazionale – formazione professionalizzante – da promuovere specificamente in alcune realtà e grazie al sistema delle imprese – e formazione magistrale/dottorale. Quest’ultimo tassello della formazione universitaria dovrebbe avere un numero limitato di sedi e di studenti.

Agnese Fedeli

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