Made in Italy

Agricoltura e qualità prodotti alimentari made in Italy

Agricoltura e qualità dei prodotti alimentari made in Italy: la carta vincente dello sviluppo

Il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali insieme alla Fondazione Qualivita hanno presentato a Roma il Rapporto Qualivita Ismea 2011 e, per l’occasione, nell’ambito dell’iniziativa dal nome Anteprima DOP, sono state presentate le nuove denominazioni italiane registrate nel secondo semestre 2011 e sono stati consegnati gli attestati di riconoscimento ai rappresentanti degli organismi promotori tra cui molte donne

Un’iniziativa che ha consentito una conoscenza diretta dei prodotti italiani che nei prossimi mesi potranno essere commercializzati in tutta Europa con il marchio di tutela. Sicuramente la start-up di una denominazione, sia per l’applicazione corretta del disciplinare e dei piani di controllo, che per tutti gli aspetti del marketing, rappresenta una fase molto importante per le aziende della filiera.

Mario Catania Ministro
Politiche Agricole, Alimentari e Forestali

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La qualità dei nostri prodotti alimentari è la risorsa strategica per rilanciare l’economia del nostro paese. Esistono circa 85 mila aziende, un volume prodotto pari a quasi 1,3 milioni di tonnellate, un fatturato alla produzione di circa 6 miliardi di euro e al consumo di quasi 10 miliardi di euro, 239 prodotti iscritti nel registro UE delle produzioni certificate, di cui 149 DOP (Denominazione d’Origine Protetta), 88 IGP (Indicazione Geografica Protetta), 2 STG (Specialità Tradizionale Garantita). Sono questi i numeri con i quali il sistema italiano delle produzioni agroalimentari di qualità certificata si presenta al volgere del primo decennio del XXI secolo.

Nel 2011, sono stati venti i nuovi prodotti registrati del paniere agroalimentare italiano di qualità. Delle nuove produzioni certificate, 14 sono DOP e 6 sono IGP. L’Italia con i suoi 239 prodotti registrati si conferma leader in Europa, seguita da Francia con 188 prodotti e Spagna con 156. Il numero complessivo europeo è di 1077 registrazioni (numero che comprende anche alcuni prodotti non europei).

Il settore agroalimentare di qualità è in costante evoluzione. La distribuzione è sempre più interessata a inserire nelle proprie linee i prodotti di qualità e la grande distribuzione organizzata punta sulla proposta di linee ben valorizzate dedicate ai prodotti di qualità certificata. I loghi DOP e IGP riescono sempre più ad essere percepiti dal consumatore come garanzia di affidabilità, tracciabilità e sicurezza dei prodotti, grazie ai severi controlli a cui sono sottoposti. Quello che inizialmente sembrava nato come un settore di nicchia, oggi, attraverso la distribuzione moderna, sta diventando un settore determinante per l’agroalimentare italiano.

Sui dati di produzione 2010 la nuova classifica Qualivita 2011 del mondo delle denominazioni italiane ha visto l’Aceto Balsamico di Modena IGP, al primo anno di produzione certificata, piazzarsi al primo posto nella Top 15. Ha conquistato 10 spighe Qualivita per le ottime performance economiche (243 milioni di euro all’origine, 405 milioni al consumo), ma soprattutto per la grande quantità di volumi esportati (195 milioni di fatturato da export). La classifica, poi, premia il Grana Padano DOP, il Parmigiano Reggiano DOP, il Pecorino Romano DOP, e il prosciutto di Parma DOP.

Dal 1992, data dell’entrata in vigore del regolamento comunitario sulle DOP-IGP, nessuno si sarebbe immaginato un’adesione così alta e partecipata al sistema di tutela europeo, che sta coinvolgendo non solo i Paesi dell’area mediterranea – che comunque restano quelli con il maggior numero di prodotti registrati – ma anche Paesi dell’Est e nordici.

Non c’è dubbio che il modello italiano è un modello di successo – ha affermato Mauro Rosati, Segretario Generale Fondazione Qualivita – non solo per i numeri ma per la qualità ottenuta dal sistema pubblico dei controlli, un sistema tra i più evoluti al livello internazionale, senza tralasciare le organizzazioni come l’Osservatorio Ismea, l’Osservatorio Qualivita in collaborazione con centro CITTA Sapienza Università di Roma, per l’analisi dei dati socio economici e scenari di mercato utili per le imprese, i consorzi, la distribuzione, la ristorazione ed anche istituzioni pubbliche. Poi c’è il sistema imprenditoriale – continua Rosati –  un sistema evoluto che non ha paura di farsi controllare. Esistono più di 80.000 aziende che si fanno controllare. Poi vi sono i produttori che hanno un ruolo significativo sia al livello nazionale che europeo. Quello italiano quindi – conclude il rappresentante della Fondazione Qualivita – è un modello di successo con risultati importanti e questo va rivendicato.

Il nostro sistema agroalimentare – ha sottolineato il ministro delle Politiche agricole, Alimentari e Forestali – vede i prodotti a denominazione d’origine come punta di diamante di un sistema produttivo tutto imperniato sulla qualità. Non dobbiamo mai perdere la percezione complessiva che tutto il sistema Italia dell’agroalimentare – ha concluso il ministro – è un sistema caratterizzato da un’altissima connotazione qualitativa e dobbiamo difendere questo nostro grandissimo patrimonio.

Al termine dell’evento sono stati consegnati i riconoscimenti alle nuove denominazioni Formaggella del Luinese DOP, Farina di Castagne della Lunigiana DOP, Porchetta di Ariccia IGP, Fagiolo di Cuneo IGP, Fichi di Cosenza DOP, Prosciutto Amatriciano IGP, Liquirizia di Calabria DOP, Carciofo Brindisimo IGP, Brovada DOP, Coppa di Parma IGP, Seggiano DOP, Terre Aurunche DOP, Ciliegia dell’Etna DOP, Salva Cremasco DOP.

Livia Serlupi Crescenzi

Il Ministro Mario Catania risponde, a margine del convegno di presentazione del Rapporto Qualivita-Ismea 2011, ad alcune domande poste da Donna in Affari e da altri giornalisti sulle prospettive per il settore agroalimentare in Italia, sui rapporti con l’Europa per i prodotti di qualità legati al nostro territorio e sulle prospettive per l’imprenditoria femminile nel settore. Guarda il video.

 

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