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Turismo: il valore aggiunto dell’economia italiana

turisti al checkin

Turismo: il valore aggiunto dell’economia italiana

Il CST (Conto Satellite del Turismo), lo strumento internazionale di elaborazione per la rappresentazione del settore turistico, serve a dare un quadro coerente di informazioni sulla domanda e sull’offerta turistica. L’Istat ha divulgato i suoi dati che permettono alle imprese turistiche di prendere decisioni informate.

In Italia le attività connesse al turismo hanno prodotto nell’anno preso in considerazione come riferimento, il 2010, 82 miliardi e 833 milioni di euro di valore aggiunto al totale dell’economia italiana, ovvero il 6% del totale.

Il consumo turistico interno è stato conteggiato in 114 miliardi e 16 milioni di euro di cui la parte maggiore (44,2%) spesa dagli italiani stessi, mentre gli stranieri che sono venuti in vacanza in Italia ne hanno speso il 25,7%. Occorre anche ricordare che in questi conteggi è compresa una componente particolare, ovvero quella relativa all’utilizzo delle seconde case per le vacanze familiari, che rappresenta il 30% della domanda turistica e che costituisce comunque un buon indotto per chi opera nel settore.

Grafico VAT x attivita

I dati elaborati dal CST, che è lo strumento riconosciuto e raccomandato a livello internazionale per rappresentare il settore turistico, sono relative a diverse informazioni sul turismo derivanti da diverse fonti ed integrate in modo che la dimensione economica complessiva venga rilevata in un contesto statistico armonizzato per tutti i Paesi e dunque facilmente confrontabile.
In particolare, il CST valuta quanto reddito interno viene originato dalla domanda di beni e servizi da parte dei visitatori, distinti tra escursionisti e turisti (questi ultimi comprendono anche coloro che non alloggiano in strutture ricettive registrate, ovvero nelle seconde case e presso parenti e amici).
Per turista si intende chi pernotta nel nostro Paese, per escursionista chi non lo fa.

La realizzazione del CST è avvenuta nel contesto di una Convenzione siglata nel 2010 tra il Dipartimento per lo Sviluppo e la Competitività del Turismo e l’Istat. È stata affidata a un gruppo di lavoro interistituzionale, di cui fanno parte, oltre al Dipartimento e all’Istat, la Banca d’Italia, l’Università di Messina, il CISET (Centro Internazionale di Studi sull’Economia Turistica) e l’Osservatorio Nazionale del Turismo.

Turisti stranieri

Il turismo inbound (turismo internazionale) rappresenta per l’Italia una parte rilevante della domanda turistica, apri al 36,8% del totale della spesa interna per turismo.
Nell’anno considerato i turisti stranieri hanno speso oltre 29 miliardi di euro nel nostro Paese. Hanno speso soprattutto per l’alloggio e la ristorazione, ma un quarto della spesa ha riguardato beni come i souvenir o il carburante e i prodotti alimentari.

TAVOLA TURISMO INBOUND

Per quanto riguarda il viaggio vero e proprio, ha inciso sulla spesa per il 7,8%, di cui il 3,9% per aver utilizzato un vettore italiano per il trasporto aereo, il 2,4% è stato speso per il trasporto su strada e il resto per quello via mare. Facciamo notare che chi non pernotta in Italia, e si muove per motivi di lavoro, usa molto di più l’aereo rispetto agli altri viaggiatori.

Il turismo domestico

Gli italiani hanno speso per le proprie vacanze all’interno del nostro Paese nel 2010 circa 50 miliardi di euro. Questo tipo di turismo, interno, rappresenta il 63,2% della spesa turistica totale.
Anche gli italiani spendono maggiormente per l’alloggio e la ristorazione (52,3%) ma per l’alloggio meno rispetto ai turisti stranieri. Ciò dipende dal fatto che molti di essi preferiscono trascorrere le vacanze nella propria seconda casa di proprietà. Per lo stesso motivo aumentano rispetto ai turisti stranieri le spese per i prodotti alimentari (per via del consumo dei pasti nella propria abitazione).
Per quanto riguarda le spese di trasporto, sono pari al 16,7% e anche in questo caso la maggior parte va per i vettori aerei.
L’11,7% della spesa per il turismo domestico è sostenuta dagli escursionisti, che spendono soprattutto per la ristorazione.

TAVOLA TURISMO DOMESTICO

Italiani all’estero

Gli italiani invece per i viaggi all’estero hanno speso nel 2010 18 miliardi di euro. Si tratta del cosiddetto turismo outbound, il 92,1% della cui spesa sostenuto per viaggi con pernottamento.
Gli italiani che viaggiano all’estero spendono per prodotti tipicamente turistici, in primo luogo alloggio e ristorazione e a seguire trasporto aereo.
Chi degli italiani va all’estero come escursionista, ovvero senza pernottare, lo fa per motivi commerciali e utilizza, contrariamente agli escursionisti stranieri in Italia, soprattutto automobili e veicoli stradali.

Il totale della spesa turistica

Gli italiani per le proprie vacanze in Italia e all’estero, hanno speso circa 69 miliardi di euro, che rappresentano l’8,5% del consumo nazionale delle famiglie.
Se sommiamo a questa cifra quella spesa dagli stranieri in Italia, vediamo che si giunge a circa 80miliardi di euro.
A questa somma va però aggiunto l’ammontare non direttamente speso dai vacanzieri (è quanto stabilisce la “regola” del CST), ovvero quello relativo al turismo d’affari, ai servizi resi dall’utilizzo per vacanza delle seconde case, ai consumi turistici collettivi sostenuti dalle amministrazioni pubbliche. Tutte queste componenti insieme fanno sì che il totale del consumo turistico interno sia pari a 114 miliardi di euro (sempre considerando l’anno 2010).

GRAFICO DOMANDA TURISTICA X PRODOTTO

Sulla base di questi dati il CISET ha elaborato delle previsioni per il turismo del 2011 (che ancora non è stato analizzato) che alleghiamo all’articolo.

 

Allegati

pdf Previsioni-Turismo2011-CISET.pdf

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