L’Europa contro le sostanze stupefacenti
I giovani a rischio. Le nuove sostanze psicoattive usate in alternativa alle droghe illecite (come ecstasy o cocaina) sono nocive e il loro uso deve essere limitato. Sono triplicate negli ultimi tre anni, si vendono via internet e si diffondono rapidamente da uno Stato membro a un altro
La Commissione Europea interviene con decisione contro le nuove sostanze psicoattive che possono essere usate solo per scopi industriali e commerciali legittimi ma che in realtà vengono commercializzate con rapidità ai singoli individui – soprattutto giovani – attraverso la rete.
Il 17 settembre la CE ha presentato una proposta per rafforzare la capacità dell’UE di rispondere alle cosiddette legal highs (nuove sostanze psicoattive alternative alle droghe illecite): esse dovranno essere rapidamente ritirate dal mercato, fermi restando i vari usi industriali e commerciali legittimi di tali sostanze. L’iniziativa legislativa risponde alle allarmanti segnalazioni provenienti dall’OEDT (Osservatorio Europeo delle Droghe e delle Tossicodipendenze) e dall’Europol circa la dimensione del problema (nonché alle conclusioni di una relazione del 2011), secondo le quali è necessario rafforzare l’attuale meccanismo di lotta alle nuove sostanze psicoattive.
La proposta è stata presentata dalla Vicepresidente Reding, assieme al Vicepresidente Tajani e al Commissario Borg.
La vicepresidente Reding, in qualità di Commissaria UE per la Giustizia, ha affermato che “le nuove sostanze psicoattive sono un problema sempre più grosso in Europa, che comporta gravi rischi soprattutto per i giovani. Con un mercato interno senza frontiere, dobbiamo dotarci di norme comuni a livello dell’UE per affrontare il problema. La Commissione ha presentato il testo di una legislazione forte dell’UE in materia di nuove sostanze psicoattive, che consentirà di fornire una risposta più rapida ed efficace, nonché di rimuovere immediatamente le sostanze nocive dal mercato su base temporanea”.
Queste nuove sostanze rappresentano un problema sempre maggiore considerando il fatto che il loro numero nell’UE è triplicato tra il 2009 e il 2012. Solo nel 2013 è stata segnalata più di una nuova sostanza alla settimana. Il problema deve essere affrontato a livello europeo perché con sempre maggior frequenza le sostanze sono disponibili via Internet e si diffondono rapidamente da uno Stato membro all’altro, tanto che l’80% delle nuove sostanze psicoattive è stato riscontrato in più di uno Stato membro.
Il sondaggio «Eurobarometro 2011 sul rapporto tra i giovani e gli stupefacenti» – che alleghiamo all’articolo e che evidenzia l’uso di droga e alcool suddiviso per nazione europea, compresa l’Italia – mostra che, in media, il 5% dei giovani nell’UE ha fatto uso di tali sostanze almeno una volta, con un picco del 16% in Irlanda e di quasi il 10% in Polonia, Lettonia e Regno Unito. Queste sostanze comportano gravi rischi per la sanità pubblica e per la società nel suo complesso. Bisogna far presente che il consumo delle nuove sostanze psicoattive può avere CONSEGUENZE MORTALI. Secondo quanto segnalato, ad esempio, la sostanza “5-IT” avrebbe causato la morte di 24 persone in quattro Stati dell’UE in soli cinque mesi, tra aprile e agosto 2012.
La droga “4-MA”, una sostanza che imita l’amfetamina, sarebbe tra le concause di morte di 21 persone in quattro Stati UE nel solo periodo 2010-2012.
Dal 1997 gli Stati membri hanno scoperto oltre 300 sostanze, ad un ritmo triplicato tra il 2009 e il 2012 (da 24 nel 2009 a 73 nel 2012).
Non c’è bisogno di ribadire che la risposta dell’Europa deve essere forte e incisiva soprattutto in considerazione del fatto che l’attuale sistema, istituito nel 2005, volto ad individuare e vietare tali nuove droghe non è più adeguato. Così, la proposta della Commissione intende migliorare e accelerare la capacità dell’Unione di combattere le nuove sostanze psicoattive, prevedendo:
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Una procedura più rapida
oggi la procedura volta a vietare una sostanza nell’UE richiede almeno due anni. In futuro l’Unione potrà adottare decisioni entro dieci mesi (cfr. allegato 1). In casi particolarmente gravi, la procedura sarà ancora più breve in quanto sarà possibile ritirare immediatamente le sostanze dal mercato per il periodo di un anno. Tale disposizione permetterà di sottrarre la sostanza dalla disponibilità dei consumatori, fintanto che non sia stata completata un’approfondita valutazione dei rischi. Il sistema attuale non ammette invece misure temporanee e la Commissione non può proporre una misura restrittiva nei confronti di una sostanza prima di aver ricevuto una relazione completa sulla valutazione dei rischi.
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Un sistema più proporzionato
Il nuovo sistema consentirà un approccio commisurato ai potenziali rischi: le sostanze che presentano un rischio moderato saranno soggette a restrizioni nel mercato dei beni di consumo mentre le sostanze che presentano un livello di rischio elevato saranno bandite da tutti i mercati. Solo nei confronti delle sostanze più nocive, che comportano gravi rischi per la salute dei consumatori, saranno introdotte norme di diritto penale, come nel caso delle droghe illecite. Il sistema attuale prevede invece due sole opzioni: nessun intervento a livello dell’UE o bando totale delle sostanze dai mercati corredato di sanzioni penali. La mancanza di alternative fa sì che, attualmente, l’Unione non interviene nei confronti di alcune sostanze nocive. Con il nuovo sistema l’Unione potrà affrontare un maggior numero di casi, con misure più proporzionate, adeguando i suoi interventi in funzione dei rischi connessi e tenendo conto dei legittimi usi industriali e commerciali.
Per entrare in vigore, le proposte della Commissione devono ora essere adottate dal Parlamento europeo e dagli Stati membri riuniti nel Consiglio dell’Unione europea.
Da una relazione del 2011 emerge che l’attuale sistema ha fatto fatica a tenere il passo con il gran numero di nuove sostanze che fanno la loro apparizione sul mercato. La procedura per sottoporre un’unica sostanza a misure restrittive richiede due anni. I criminali possono quindi eludere le misure di controllo apportando piccole modifiche alla struttura chimica della sostanza, senza attenuarne le gravi conseguenze per la salute. Inoltre, il carattere binario del sistema attuale (che prevede due sole opzioni: misure penali o nessun intervento) ostacola la capacità dell’Unione di agire, non permettendole di considerare opzioni efficaci per adottare misure di controllo rapide e mirate.
Ricordiamo che la strategia dell’UE in materia di droga per il periodo 2013-2020 stabilisce alcune priorità “individuando nell’emergere e nella rapida diffusione delle nuove sostanze psicoattive una nuova sfida che deve essere affrontata con determinazione, anche tramite il rafforzamento dell’attuale normativa UE”.
La Commissione può proporre agli Stati membri di sottoporre le nuove droghe a misure di carattere penale. Tale meccanismo ha permesso di sottoporre 9 sostanze a misure di restrizione e a sanzioni penali. Recentemente, nel 2010, la Commissione ha proposto ed ottenuto l’interdizione in tutta l’UE del mefedrone, una droga simile all’ecstasy e, all’inizio del 2013, della sostanza 4-MA, simile all’amfetamina. Nel giugno 2013 la Commissione ha inoltre proposto di vietare la droga di sintesi “5-IT”.
Allegati
Eurobarometro-Droghe-alcool.PDF