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Di cultura si vive: 1 euro investito ne produce quasi due

venezia

Lo scrive il rapporto di Symbola e Unioncamere. Nel 2013 il comparto ha mosso 214 miliardi e l’export cresce nonostante la crisi. Arezzo e il Lazio i territori in cui la cultura produce di più

di Egilde Verì

Chi l’ha detto che con la cultura non si mangia? È vero esattamente il contrario. Non solo si mangia, ma meglio e di più che con altri settori. A mettere in bella evidenza quello che tanti italiani sapevano già ci hanno pensato Fondazione Symbola e Unioncamere presentando lo studio “Io sono cultura – l’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi”. Con risultati che più chiari non si può: la filiera culturale italiana ha mosso nel 2013 ben 214 miliardi di euro e ha un effetto moltiplicatore impressionante: per ogni euro tirato fuori se ne attivano 1,67 in altri settori.

Nessun comparto è un investimento tanto redditizio. Non solo: le industrie culturali e creative si confermano un asse portante per l’economia nazionale, capace anche di resistere agli urti della crisi. Se nel 2009 l’export legato a questi settori era di 30,7 miliardi di euro, nel 2013 è arrivato a 41,6 miliardi. Si tratta di un incremento del 35 percento che ha ancora più valore perché avvenuto in anni in cui buona parte dell’economia nazionale faceva fatica ed arretrava. Insomma, la cultura resiste alla crisi ed è capace di volare anche quando tutti gli altri restano a terra.

firenzeMa cosa s’intende per industrie culturali e creative? Si tratta di un recinto piuttosto ampio che mette insieme musei, monumenti, biblioteche, siti archeologici, video, mass media, musica, libri, stampa, artigianato, design, convegni e fiere. Un sistema produttivo gigantesco che conta oltre 440mila imprese – il 7,3 percento del totale – e rappresenta il 5,4 della ricchezza prodotta nel nostro Paese. Il che si traduce in posti di lavoro: nel comparto sono infatti impiegate 1,4 milioni di persone, il 5,8 percento di tutti gli occupati.

Il rapporto ha tracciato anche una precisa “geografia della cultura” mettendo in luce le parti d’Italia che sanno meglio sfruttare questo mix di bellezza, saperi artigiani e innovazione e quelle che ancora non ci riescono al meglio. Tra le regioni, il podio se lo aggiudica il Lazio: qui l’incidenza dell’industria culturale sul totale dell’economia è del 6,8 percento. Seguono Marche (6,5), Veneto (6,3), Lombardia (6,2), Piemonte e Friuli (entrambe al 5,7). E poi Toscana, Trentino, Umbria ed Emilia Romagna.

Ma le  maggiori sorprese arrivano dalle province. È infatti Arezzo la capitale dell’industria culturale nostrana con un bel 9 percento di economia locale prodotta dal comparto creativo. Seguono Pordenone e Pesaro Urbino, Vicenza e Treviso. Arriva solo al sesto posto Roma, mentre a Milano tocca l’ottavo gradino.

In generale, le migliori performance si registrano al Centro, le peggiori nel Mezzogiorno.

La cultura piace sempre più anche ai privati. Il report di Symbola e Unioncamere – che alleghiamo all’articolo – segnala a tal proposito un trend interessante. Aumentano infatti gli imprenditori che decidono di vestire i panni del mecenate e finanziare opere di restauro e conservazione di beni culturali. E’ stato così per il Colosseo, la Scala di Milano, l’arco Etrusco di Perugia, il Ponte di Rialto e la Fontana di Trevi. In tutti questi casi industriali illuminati hanno offerto le loro sponsorizzazioni consapevoli che fare del bene alla collettività fa bene anche al proprio brand.

Infine, non si può parlare di cultura senza parlare di turismo perché dalla vivacità dell’uno dipende la vitalità dell’altro. Non è un caso se oltre un terzo dei soldi spesi da chi viene in viaggio in Italia va proprio alle industrie culturali. C’è di più. Quelli che scelgono la Penisola per ragioni culturali sborsano cifre maggiori rispetto a quelli che la visitano spinti da altri motivi: in media 137 euro al giorno per i primi, 122 euro per i secondi. E per finire un dato che fa ben sperare. Il nostro Paese è la meta sognata dai turisti di molte economie emergenti: Cina, Brasile, Giappone, Corea del Sud, Australia. Spetta a noi spingerli a trasformare in realtà il loro desiderio.

pdf Scarica il rapporto “Io sono cultura” 2014!

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