Studi e ricerche

FMI alza le stime sull’Italia, ma meno del Governo

fondo-monetario-internazionale

C’è una visione più rosea nell’ultimo World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale, il rapporto sull’economia globale pubblicato nell’ambito delle riunioni primaverili

 

L’organizzazione con sede a Washington ha infatti migliorato le stime sulla crescita dell’Eurozona per l’anno in corso e quelle sulla crescita globale per il 2016. “L’area euro è finalmente emersa dalla recessione” ma gli elevati debito e disoccupazione, gli investimenti bassi, la stretta del credito e la frammentazione finanziaria continueranno a pesare sulla crescita, mette in evidenza il FMI, precisando che “la probabilità di una recessione per l’area euro resta alta”. Secondo Christine Lagarde, l’ex ministro delle Finanze francese che dal 2011 è a capo del Fondo monetario internazionale – ci sono segnali di un rafforzamento, ma restano comunque dei rischi come la bassa inflazione e la stagnazione. Secondo il FMI la ripresa dell’area euro continua a essere “fragile”.

Il Fondo Monetario Internazionale rivede al rialzo le stime di crescita per l’Italia per la quale calcola ora un PIL dello 0,5% nel 2015 e dell’1,1% nell’anno successivo, rispettivamente lo 0,1 e lo 0,3% in più rispetto all’aggiornamento effettuato lo scorso gennaio. Questa revisione al rialzo è più consistente di quella operata sull’insieme dell’economia globale. La disoccupazione scenderà fino al 12,3% l’anno prossimo, il surplus delle partite correnti negli scambi con l’estero si manterrà consistente. Solo l’inflazione stenterà a decollare. Previsioni del Fondo buone, ma comunque più basse di quelle del Governo, che prevede invece un +0,7% nel 2015 e +1,4% nel 2016.

Buone notizie dunque anche per quanto riguarda il capitolo disoccupazione: quest’anno il tasso si attesterà al 12,6% e al 12,3% nel 2016. Anche il fronte caldo del deficit, secondo l’istituto, scenderà quest’anno al 2,6% dal 3,0% del 2014, per poi ridursi all’1,7% nel 2016.

La politica economica svolge un ruolo di stimolo alla crescita: il governo italiano,come previsto nel bilancio 2015, ha confermato la riduzione della tassazione del lavoro per le fasce a basso e medio reddito, e ulteriori tagli sono stati introdotti per la tassazione delle società. Queste misure sono in linea con l’obiettivo di diminuire la pressione fiscale sui fattori di produzione.

Le autorità restano impegnate su una politica fiscale prudente per migliorare la posizione di bilancio col tempo; il Governo ha promesso il pareggio di bilancio entro il 2018. Ulteriori tagli alla spesa saranno introdotti nel 2016 e nel 2017 per evitare l’altrimenti aumento legiferato in materia di imposizione indiretta In questo contesto, le riforme strutturali saranno ulteriormente spinte in avanti per liberare il potenziale di crescita.

Le componenti principali delle riforme del mercato del lavoro (Jobs Act) sono già state emanate e la loro applicazione sarà presto completata.
Riforme cruciali volte a migliorare la Pubblica Amministrazione e il sistema giudiziario sono in corso. Il nuovo Piano nazionale di riforma si concentra su leve aggiuntive in grado di aumentare la produttività del sistema; promozione degli investimenti nell’istruzione e nelle infrastrutture.

(N.R.)

 

Potrebbe interessarti