Diritti

Convegno “Giovani e Lavoro: quale futuro, quale speranza per i precari”

GIOVANI E LAVORO

Politica, professionisti e associazioni a confronto

di Serena Selvarolo

Si è tenuto a Roma lo scorso 11 giugno, presso il Senato della Repubblica al Palazzo Santa Maria in Aquiro, il convegno sul lavoro giovanile, il precariato, la disoccupazione, la speranza di assunzione.

 Per  affrontare tali questioni sono stati invitati a dare il proprio contributo diverse figure  professionali specializzate nel campo del lavoro, dell’economia e della sicurezza: l’Avvocato  Vincenzo Maria Onofri dell’Associazione Cuore Nazionale, lo Psicologo Claudio Cecchi,  l’Avvocato Giampiero Samorì, il Professore di Diritto Bancario ed Economia Etica Francesco  Petrino, Pompeo Mannone, Segretario per la sicurezza della CISL, l’Avvocato Paolo Coppola, Giudice presso il Tribunale di Napoli, Sezione Lavoro e il Segretario Generale Associazione Nazionale Discontinui Vigili del Fuoco Carlo Mazzarella.

Il convegno è stato organizzato e promosso da Massimiliano Metalli, presidente di uno dei club Forza Italia, moderato da Keda Kaceli, direttore editoriale di Buongiorno Italia, e chiuso dall’intervento del Vice Presidente del Senato Maurizio Gasparri.

Lo scopo di questa giornata di riflessione – dice Metalli – è quello di offrire prospettive e speranza, specialmente alle nuove generazioni e ai tanti giovani disoccupati, in cassa integrazione o precari che sperano da anni di essere stabilizzati dalla Pubblica Amministrazione.

L’Avv. Onofri di Cuore Nazionale – associazione culturale a vocazione politica che si pone d’obiettivo di contribuire attivamente al miglioramento delle condizioni del nostro Paese – ha presentato in questa occasione alcune delle iniziative, in particolare nei confronti delle donne, per favorire la sicurezza attraverso un controllo e ascolto delle dinamiche presenti nel territorio romano. In particolare è stata lanciata un’applicazione realizzata in collaborazione con la Polizia di Stato, denominata “LEO”, nella quale vengono segnalati i casi di aggressione avvenuti in un determinato quartiere della capitale portando così alla realizzazione di una “mappa” dei luoghi a rischio della città.

L’altro progetto associativo a favore del mondo femminile si chiama “Punto Ascolto Donna”. Si tratta di un’iniziativa di assistenza, supporto e orientamento su diversi campi:
– Violenza di genere (assistenza psicologica e legale e tecniche di difesa personale);
– Universo femminile (assistenza e orientamento per la difficile conciliazione vita-lavoro);
– Impresa donna (mondo del lavoro, aspetti fiscali, finanza agevolata).

Lo Psicologo Claudio Cecchi è invece intervenuto affrontando il tema del precariato dal punto di vista del disagio psicologico che l’assenza o l’instabilità lavorativa provoca in ognuno di noi e, in particolare, nei giovani.

Cecchi ha spostato l’accento sugli aspetti positivi di un’attività lavorativa continuativa e appagante e di quanto questa influisca positivamente sul quotidiano dell’individuo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che il lavoro considerato come “il mettersi continuamente alla prova” è una fonte di benessere economico e sociale.

L’autostima è un’altra parola chiave per Cecchi, sulla quale – in presenza di disagio psicologico legato alla precarietà occupazionale – bisogna lavorare. Come capire quando arriva il momento per farla aumentare? Quando superiamo una determinata prova. E, quindi, le stesse prove possono essere fornite dal lavoro. Questi e altri aspetti vengono messi in pratica nella così detta “Terapia occupazionale” che si pone il fine di aiutare casi più complessi di persone con disabilità psichiche, emotive, etc.

Tre invece le macro aree entro le quali classificare i disagi per l’assenza di lavoro o di precarietà:

  1. Area Depressiva – in quest’area s’inseriscono le persone vittime di se stesse, pervase da sentimenti di rinuncia,  vedono di fronte a sé solo l’assenza di possibilità di rivalsa e sono incapaci di reinventarsi;
  2. Aerea Fobica – la paura di non farcela, di crollare da un momento all’altro (che le porta ad evitare ad esempio di guardare il proprio conto corrente). Le persone che rientrano in quest’area sono spesso incapaci di controllare la propria realtà e soffrono di disturbi di ansia;
  3. Area Ossessiva (la più frequente) – rientrano nella terza categoria, ad esempio, le persone che mandano centinaia di curricula senza avere in mente una posizione ben precisa, rispondendo quasi in modo ossessivo-compulsivo, appunto, a tutti gli annunci di lavoro che si trovano davanti. La quantità a discapito della qualità. Sono persone sempre in movimento ma senza la capacità di venirne a capo. 

Il dott. Cecchi conclude il suo intervento affermando che il sistema famigliare iperprotettivo del disoccupato o del precario, nella maggior parte dei casi, non risulta di aiuto. Infatti, più la famiglia lo protegge più egli tende ad adagiarsi. “Per molti giovani d’oggi l’aiuto della famiglia è fondamentale ma non deve essere ridondante”.

L’Avv. Gianpiero Samorì – di Forza Italia e presidente dei Moderati in Rivoluzione – afferma che “il problema principale che riguarda l’occupazione giovanile, contrariamente a quanto è dato apprendere dalla lettura degli indicatori economici, è prima di tutto di natura etica”.
Samorì ritiene che le generazioni giovanili di oggi, pur avendo molte più competenze delle precedenti, hanno uno svantaggio grandissimo rispetto ai giovani di un tempo: la mancanza di accesso al credito. Trent’anni fa, l’università era pagata totalmente dallo Stato e gli studenti di quegli anni hanno potuto vantare un accesso al credito da chi deteneva allora la ricchezza, punto senza il quale non è possibile oggi fare nulla. Pertanto – continua Samorì – il problema più grande è da rintracciarsi proprio nell’impossibilità di accedere a fonti di credito da parte della classe giovanile. La ricetta per uscire dall’impasse di mancanza d’iniziative economiche, sia dal punto di vista dipendente sia – soprattutto – da quello imprenditoriale, è di riattivare il mercato del credito e introdurre un principio meritocratico ferreo nella formazione scolastica. 

{gallery}C23-979G{/gallery}

Il Prof. Francesco Petrino, docente di Diritto Bancario, Economia Etica e Sovranità Monetaria, afferma che l’evoluzione condiziona il lavoro. Ciò accade – spiega Petrino – perché l’evoluzione ci porta delle opportunità che noi dobbiamo saper cogliere: oggi abbiamo il compito di guardare alla globalizzazione che ha modificato sia i modi di concepire il lavoro che il lavoro stesso. “In Italia ci sono oltre 4 milioni di disoccupati e 3 milioni di inoccupati. Ci sono circa 8 milioni di pensionati con la minima e oltre 16 milioni di italiani iscritti alle liste dei cattivi pagatori, quindi abbiamo circa 30 milioni di cittadini, ovvero il 50% della popolazione risulta inoperosa”.

Petrino afferma che l’Italia è oggi il Paese con il più basso indice di produttività; la gente del Sud che nella terra di origine non si riesce a collocare, è costretta a spostarsi al Nord o in Europa e questo non può continuare. “Se non si cambia metodo di pensare, il lavoro diventa una chimera irraggiungibile”.

E consiglia a tutti i lavoratori, disoccupati, inoccupati in mobilità etc. di unirsi in una class action contro il Governo.

La classe dei quaranta/quarantacinquenni è quella con maggiori difficoltà in quanto non riesce a ricollocarsi nel mercato del lavoro anche a causa del credito bancario inesistente o per le condizioni irragionevoli applicate dagli istituti di credito. 

Gli interventi proseguono con il Dott. Pompeo Mannone, Segretario per la sicurezza della Cisl. Secondo quest’ultimo il problema dell’occupazione va affrontato allo stesso modo di un’emergenza intesa come rischio per la sicurezza della popolazione (vedi le emergenze dei Vigili del Fuoco).

“Bisogna riscrivere un patto sociale vero ma oggi in Italia manca la cultura politica per farlo”.

Per Mannone oltre al problema dell’accesso al credito, c’è n’è un altro che rappresenta la priorità, ovvero la necessità di individuare risorse finanziarie pubbliche e private. In questo quadro – prosegue – rientra anche il problema creato dall’applicazione della Legge Fornero; l’aumento dell’età media dei lavoratori non aiuta di certo il ricambio generazionale e quindi l’ingresso delle nuove generazioni nel mercato del lavoro.

Altro punto di vista sul tema del convegno, quello dell’Avvocato Paolo Coppola, Giudice del Tribunale di Napoli sezione Lavoro. Coppola non crede che basti la meritocrazia a risollevare le sorti dell’economia italiana ma che il problema vero sia da rintracciarsi nel mercato interno. “Siamo sicuri che impedire l’accesso al credito sia economicamente vantaggioso per il mercato? Siamo certi che il nuovo contratto a tutele crescenti consentirà l’accesso al credito? Siamo certi che l’art. 1 comma 2 della legge del contratto a tutele crescenti non sia un abuso? Conviene davvero avvantaggiare chi in termine di lavoro commette abusi? Perché al momento è così”.

Esiste un metodo per risollevare il tutto, secondo Coppola: il ricorso al part time verticale “ma il problema è la mancanza di possibilità di prendere la disoccupazione per queste tipologie di lavoratori”. 

Carlo Mazzarella, Segretario Generale dell’Associazione Nazionale Discontinui Vigili del Fuoco, ha presentato al parterre del convegno e alle istituzioni presenti la difficile situazione dei precari nel corpo dei Vigili del Fuoco che, insieme al personale permanente, riesce a garantire la sicurezza dei cittadini.

Proprio riguardo alle professionalità di tale Corpo è stata presentata dal Senatore Maurizio Gasparri l’iniziativa parlamentare del Disegno di Legge (Atto Senato n. 1951) “Valorizzazione della professionalità dei volontari che operano nel Corpo nazionale dei vigili del fuoco”, firmato dal Senatore Francesco Aracri e dai Senatori Maurizio Gasparri e Francesco Maria Giro (tutti di Forza Italia).

 

Potrebbe interessarti