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Turismo: presentato il Rapporto Hotels and Chains 2017

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Presentato lo studio realizzato da Horwath HTL, STR in collaborazione con Associazione Italiana Confindustria Alberghi

Secondo il Rapporto Hotels and Chains 2017, è in aumento il numero delle camere appartenenti alle strutture alberghiere di catena.

La crescita è del 4,5%, in numeri parliamo di oltre 155.000 camere. Secondo l’osservatorio sono cambiate anche le abitudini degli italiani durante i viaggi: se prima il turista cercava un alloggio solo per riposare, oggi il soggiorno in albergo deve rappresentare un’esperienza a 360°.

Non è più un segreto che nella scelta di un hotel il turista ormai valuti la dimensione cibo, relax (piscina, centro fitness, massaggi), intrattenimento, sport, collegamento wifi, ecc. Così le catene alberghiere di tendenza devono adeguarsi e offrire pacchetti sempre più originali e distintivi per andare incontro anche alle nuove esigenze di “clientele emergenti”: cibo vegan, cibo a KM zero, biologico, enoteca di qualità, noleggio di biciclette compreso nel prezzo, tour a piedi con guide, esperienze emozionali.

Il Rapporto Hotels and Chains 2017 è stato presentato a Milano presso l’Università Bocconi nell’ambito del Master in Economia del Turismo. Alla presentazione hanno partecipato anche imprenditori del settore e bancari.
Giorgio Ribaudo, Project Manager di Horwath HTL e autore del Rapporto, ha spiegato che in questi ultimi 5 anni si è registrato “un crescente peso dei player nazionali, sia in termini di dimensioni per singolo gruppo che numero di gruppi alberghieri”. I gruppi italiani stanno crescendo anche all’estero poiché, per affrontare i nuovi trend, si rende necessario per i singoli proprietari di alberghi riunirsi in Gruppi. “Abbiamo censito 19 gruppi italiani con hotel gestiti, in locazione o proprietà, anche all’estero” ha aggiunto Ribaudo “per circa 51 hotel e 5.500 camere fuori Italia”.

Le stime del nuovo censimento 2017 mettono alla luce le dimensioni dei nuovi assetti e dei recenti processi di fusione, come segue:
1) Marriott, dopo acquisizione Starwood, terzo gruppo in Italia con 8.890 camere (dopo Best Western e Accor),
2) UNA-ATA, dopo fusione, quinto gruppo con 5.467 camere,
3) Starhotels, dopo acquisizione portfolio Royal Demeures, decimo gruppo con 3.671 camere.

Le novità imprenditoriali vengono messe in luce dal Presidente di AICA – Associazione italiana Confindustria alberghi: “Visibilità e disintermediazione in primis, ma anche, nel rapporto col cliente, l’esigenza di garantire degli standard in un quadro in cui la classificazione tradizionale ha perso di significato e la possibilità di arrivare a diversi segmenti della domanda, con un marchio che è anche evocatore dell’esperienza che si vuole offrire al cliente. Anche il rapido diffondersi di nuovi concept o di alberghi tematici – hotel in luoghi particolari, o i cui interni sono decorati in modo singolare, oppure orientati alla prestazione di servizi specifici – risponde alle nuove esigenze della domanda che non vede più nell’hotel semplicemente un posto dove alloggiare durante le vacanze o per lavoro, ma al contrario l’ambiente ideale dove poter fare esperienze nuove e singolari, diverse da quelle di tutti i giorni, per immergersi in sensazioni ed emozioni tutt’altro che comuni”.

Oggi sono oltre 155 mila le camere “di catena” in Italia e la penetrazione delle catene sullo stock italiano si attesta al 4,2% in termini di hotel; dato inferiore, secondo l’ultimo censimento Horwath HTL a livello europeo, a quello censito da Spagna (28%), Francia (20,8%), UK (15,7%) e Germania (14,5%). Ci sono dunque spazi per la crescita e segnali incoraggianti per il consolidamento del settore alberghiero.

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