mamme lavoratrici Società

Spese legate alla cura dei bambini deducibili e più flessibilità

neonato

“Essere madri è una marcia in più sul lavoro”: le proposte delle donne imprenditrici. Riportiamo il comunicato stampa Aidda

Essere madri è una potenzialità in più anche per l’impresa e deve essere promosso un cambio di passo del pensiero sul modo di vivere la maternità, ma servono stimoli concreti: ad esempio le spese legate alla cura dei bambini, dalle baby sitter agli asili nido dovrebbero essere deducibili direttamente dal reddito, si dovrebbe pensare ad una maggiore flessibilità per permettere a chi vuole di lavorare quando e quanto vuole (valutando anche una revisione delle regole del congedo maternità). Sono alcuni dei temi usciti dal “world cafè” organizzato sabato 22 settembre dall’Associazione Imprenditrici Donne e Dirigenti d’Azienda (AIDDA).

Un momento di confronto e partecipazione sul progetto “Più mamme” che vuole trasformare il pensiero sulla maternità da ostacolo sul lavoro a “marcia in più”. L’iniziativa è del laboratorio Noe, Nuovo Orientamento Economico, dell’AIDDA per promuovere la prospettiva femminile nell’organizzazione della società contemporanea e AIDDA in quanto rappresentante dell’impresa al femminile contribuisce a far si che l’impresa oggi non si occupi soltanto delle sue attività interne, ma contribuisca alla risoluzione dei problemi che emergono nella società.

In questo incontro è stato affrontato il tema della “denatalità”, come spiega la presidente del Comitato Scientifico NOE Vera Zamagni (docente di Storia Economica all’Università di Bologna), quale uno dei problemi più urgenti che impattano sul sistema previdenziale e sull’identità culturale dell’intero Paese.

Una delle malattie della civiltà è il perduto valore del lavoro, come ha aggiunto la professoressa Annarosa Buttarelli, docente di Ermeneutica Filosofica all’Università di Bologna e membro del comitato scientifico NOE: “La presenza femminile nell’imprenditoria può contribuire a far ritrovare il valore del lavoro stesso”.

L’evento è stata l’occasione anche per parlare delle potenzialità dell’essere madri, ovvero di quelle competenze trasversali (in gergo soft skills, dall’ascolto al problem solving, dalla rapidità di scelta alla gestione delle crisi, dall’organizzazione del tempo, alla diplomazia), le più ricercate dalle aziende, che sono migliorate in modo naturale dall’esperienza di cura dei figli, come ha spiegato Riccarda Zezza, consulente manageriale e autrice del programma formativo “Maternity as a master”.

“Dall’incontro sono usciti temi precisi e concreti che devono ora essere valutati da una commissione tecnica del nostro laboratorio Noe – spiega Claudia Torlasco, presidente nazionale AIDDA – che lavorerà nei prossimi mesi per trovare efficaci meccanismi che possono incentivare, le donne a diventare madri, le madri a restare sul mercato del lavoro, i datori di lavoro ad assumere sempre più donne con figli. La sfida è aperta come ha testimoniato l’entusiasmo delle tante partecipanti al nostro incontro e l’AIDDA vuole dare il suo contributo”.

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