Lavoro Sicurezza

Piano lavoro sicuro prorogato

Prorogato fino al 31 dicembre 2020 il Piano straordinario della Regione Toscana “Lavoro sicuro”. L’investimento dal 2018 al 2020 sarà di ulteriori 10 milioni di euro

Il Piano straordinario lavoro sicuro era stato varato dalla giunta regionale toscana nel gennaio 2014 a seguito della tragedia di Prato, in cui persero la vita sette lavoratori cinesi. La scadenza doveva essere marzo 2017 ma già allora si era deciso di prorogarla allo scopo di proseguire con i controlli e le azioni messe in atto. Ora la giunta ha stabilito un’ulteriore proroga di 21 mesi.

L’episodio di Prato del dicembre 2013 aveva messo in luce come, in alcune aziende gestite da cinesi, ci fossero carenze per la sicurezza dei lavoratori che vivevano sul luogo stesso in cui lavoravano: intere famiglie dormivano e mangiavano sul posto di lavoro. Per questo motivo era stata messa in campo un’azione straordinaria che innescasse rapidamente un processo di progressiva legalizzazione, partendo dall’area centrale della Toscana, dove si concentra la gran parte di queste aziende (l’88,9% delle imprese a conduzione cinese presenti in Toscana nel 2014, corrispondenti in base al censimento condotto tramite le Camere di Commercio a 7.700, di cui 4.000 nel territorio pratese, 2.100 in quello fiorentino, 1.300 nell’empolese, 300 nel pistoiese).

“Dopo il rogo di Teresa Moda del 2013 abbiamo voluto affrontare in maniera decisa la situazione di illegalità di molte imprese, soprattutto nella zona di Prato” ha dichiarato il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. “Abbiamo assunto operatori qualificati, fatto controlli a tappeto, e siglato un’intesa con la Prefetture di Firenze, Prato e Pistoia per il coordinamento delle attività di controllo svolte dalle Asl con quella delle foze dell’ordine e di tutti gli altri soggetti che hanno competenza in materia di controllo nei luoghi di lavoro. È stata un’azione congiunta, una sinergia che ha dato buoni risultati, sia in termini di emersione dal sommerso e dal nero, chiusura delle attività illegali, superamento delle condizioni di pericolo e insicurezza per i lavoratori, che di sanzioni pagate e nuove entrate per lo Stato; processi che stanno avendo un importante effetto di resilienza per l’intero comparto del pronto moda e di consolidamento dell’integrazione e della convivenza della comunità cinese di Prato, della piana e della Toscana centrale. Per questo abbiamo deciso di prorogare il Piano fino alla fine del 2020”.

Il Piano Lavoro Sicuro

Nella prima fase del Piano lavoro sicuro, che ha preso il via il 2 settembre 2014 e si è conclusa il 31 marzo 2017, sono stati assunti a tempo determinato 74 tecnici della prevenzione (che hanno frequentato appositi corsi di formazione) e sono state controllate 8.257 imprese a conduzione cinese, a fronte delle 7.700 programmate. Nell’aprile 2017 è partita la fase 2: dal 1° aprile al 31 dicembre 2017 sono state ispezionate 1.765 imprese. I controlli eseguiti finora hanno mostrato la necessità di proseguire con i controlli, per consolidare i risultati raggiunti.

Il bilancio di questi primi quattro anni è sostanzialmente positivo: emerge senz’altro una significativa tendenza al miglioramento. Tendenza che però appare ancora fragile, perché nella maggior parte dei casi la messa in regola non è preventiva, ma conseguente ai controlli, e quindi non si è ancora pienamente affermata una vera responsabilizzazione degli addetti, che solo dopo i controlli si mettono in regola, pagando le sanzioni (3.140.000 euro la somma incassata nel 2017).

Da qui la decisione di prorogare la durata del Piano fino al 31 dicembre 2020, anche in coerenza con la conclusione dell’anno solare dell’attuale legislatura, con la durata del Piano strategico regionale 2016-2020 per la sicurezza sul lavoro, e con la durata del protocollo d’intesa tra Regione Toscana e Procure della Repubblica siglato a supporto del Piano lavoro sicuro. In questo periodo sarà mantenuta l’intensità di controllo già prevista per la fase 2.

Il piano finanziario per la copertura dei controlli fino al 31 dicembre 2020 è di 10.341.000, di cui:
– 8.880.000 spese per il personale,
– 1.281.000 mediazione culturale e linguistica,
– 180.000 noleggio mezzi di servizio.

Al 31 dicembre 2017 nelle casse dalle Asl Toscana centro ci sono ancora 2.688.146 euro; quindi la somma che Regione Toscana metterà per concludere il Piano entro il 31 dicembre 2020 è di 7.652.854.

Sintesi della fase 1 (2 settembre 2014-31 marzo 2017)
8.257 imprese cinesi verificate su 7.700 previste: 2.959 (40,1%) in regola; 4.418 (59,9%) non in regola; 880 non più attive.
Le principali irregolarità riscontrate: igiene generale (1.713), macchinari (1.612), impianti elettrici (1.469), dormitori (969), cucine (285), bombole a gas (123).
Sanzioni riscosse dall’inizio del Piano straordinario: 13.094.219.

Sintesi della fase 2 (1 aprile-31 dicembre 2017)
1.765 imprese cinesi ispezionate (di cui 1.067 a Prato, 407 a Firenze, 242 a Empoli, 49 a Pistoia).
Tra la fase 1 e la fase 2 si sono riscontrati notevoli miglioramenti nelle irregolarità registrate: per esempio, i dormitori abusivi sono passati dal 13 al 6%; gli impianti eloettrici non a norma dal 20 al 5%; le notizie di reato dal 55 al 33%; le chiusure/sequestri dal 6 al 2%.
Le sanzioni riscosse nel 2017 ammontano a 3.140.000 euro. Quindi la cifra riscossa complessivamente per tutta la durata del Piano straordinario dal 2014 al 2017 è di oltre 16 milioni di euro.

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