Imprenditoria Studi e ricerche

Allarme recessione 2019 tra le cooperative

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Un buon 2018, con occupati e fatturato in crescita, per il sistema Confcooperative ma il 2019 si presenta carico di incertezze

Tra le cooperative cresce l’allarme recessione nonostante un 2018 positivo. È il quadro emerso dalla nota congiunturale realizzata dall’ufficio Studi e ricerche di Confcooperative, che fa un bilancio degli ultimi 4 mesi dello scorso anno e anticipa le previsioni per i primi 5 mesi di quello in corso.

Nonostante il 2018 si sia chiuso con il segno positivo sia sul fronte occupazione sia su quello dei ricavi, già nell’ultimo quadrimestre le cooperative hanno registrato i primi segnali di un rallentamento con un peggioramento della liquidità, un allungamento dei tempi di pagamento (sia della PA sia dei privati) e un irrigidimento delle condizioni di accesso al credito. Tutti fattori che hanno portato a un deterioramento del clima di fiducia per il 2019.

Competitività e fatturato
Negli ultimi quattro mesi del 2018 le cooperative che affermano di aver migliorato la propria posizione competitiva sono il doppio (10%) di quelle che invece l’hanno peggiorata (5%). Otto cooperative su dieci hanno mantenuto stabile il fatturato rispetto al quadrimestre precedente, tra queste una su tre lo ha visto crescere.

Occupazione
Sul fronte occupazionale l’ultimo quadrimestre del 2018 ha avuto risultati superiori alle aspettative. L’85% delle cooperative ha incrementato o mantenuto stabili i livelli occupazionali, le imprese che hanno assunto sono state il doppio (27%) di quelle che invece hanno ridotto il personale (14%).

Pagamenti e liquidità
Continuano a peggiorare i tempi di pagamento sia da parte della PA che dei privati. In particolare, solo poco più del 6% delle cooperative ha riportato un miglioramento nel rispetto delle scadenze mentre il 12% ha segnalato un peggioramento.
A risentirne è stata la liquidità delle cooperative: per 4 su 10 il giudizio non va oltre la mediocrità, mentre per il 10% è del tutto negativo. Cresce il divario tra Nord e Sud: nel Mezzogiorno solo 1 cooperativa su 3 ha giudicato buono lo stato delle casse, a Nord e al Centro lo stesso giudizio è stato espresso rispettivamente dal 56 e dal 50%.

Ostacoli
A ostacolare l’attività delle cooperative è soprattutto lo scarso livello della domanda interna, indicato come prima causa da un’impresa su tre. Il 13% ha difficoltà a trovare manodopera qualificata, per il 10% a pesare sono soprattutto burocrazia e imposizione fiscale, seguiti dalla concorrenza sleale e condizione degli impianti con un 8% ciascuno.

Previsioni 2019
Rispetto a settembre 2018, a gennaio le cooperative che giudicano concreto il rischio di una nuova imminente recessione sono salite dal 16 al 25%.
Il pessimismo cresce omogeneamente sia tra le grandi cooperative sia tra le PMI. Particolarmente negativo è il giudizio delle imprese attive nell’agroalimentare. Mentre la geografia del sentiment fa registrare un curioso contrasto: tra le cooperative del Mezzogiorno si segnala la quota più alta di ottimisti, il 9%, e la più bassa di pessimisti, “solo” il 18%.

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