Previsti 3,5 miliardi di euro di investimenti in ricerca e sviluppo. 1,75 miliardi di euro nella microelettronica
E’ stato approvato dalla Commissione europea un investimento di circa 8 miliardi di euro – di cui 1,75 miliardi di euro per progetti comuni di ricerca e innovazione nel settore della microelettronica – notificato congiuntamente da Italia, Francia, Germania e Regno Unito.
La Commissione europea ha infatti constatato che il progetto integrato è conforme alle norme UE in materia di aiuti di Stato e contribuisce ad un interesse comune europeo. Grazie a questa misura, del tutto inedita e attivata per la prima volta, l’Italia mette in sicurezza e consolida – con un piano di investimenti, tra fondi pubblici e privati di 3,5 miliardi di euro – il suo presidio manifatturiero nei siti di Catania e di Agrate nel campo dei semiconduttori. Si accelerano così significativi investimenti in ricerca e sviluppo nel campo dei sensori discreti e dei sistemi di potenza, fattori questi abilitanti per facilitare la digitalizzazione dell’industria e l’elettrificazione della mobilità.
Il progetto integrato di ricerca e innovazione coinvolgerà 29 partecipanti diretti, con sede sia all’interno che all’esterno dell’UE. Si tratta per lo più di attori industriali, ma anche di due organismi di ricerca, di cui uno italiano, che realizzano 40 sotto progetti strettamente collegati tra loro. Questi partecipanti diretti lavoreranno in collaborazione con un gran numero di partner, come altri organismi di ricerca o piccole e medie imprese, anche al di fuori di Italia, Francia, Germania e Regno Unito.
Il progetto supporterà inoltre la catena del valore dei semiconduttori e dell’elettronica in Europa, che rappresenta un elemento chiave per tutte le industrie europee. “Una delle strategie che questo Governo vuole implementare – afferma il Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico Andrea Cioffi – riguarda direttamente la partita sulle nuove tecnologie. Questo comparto rappresenta il futuro prossimo, ma anche il presente, della produzione industriale italiana. Si tratta di un settore che passa prima attraverso la parte cosiddetta di hardware e poi dal software. A tal riguardo, è stata fondamentale l’approvazione del progetto integrato dei quattro Stati membri, sia per il settore della microelettronica che per la concomitante conformazione alla normativa UE. Stiamo parlando di un piano d’investimenti per 3,5 miliardi di euro che mette in sicurezza, tra gli altri, il presidio manifatturiero di Catania e Agrate. Una cosa mai successa in Italia”.