Lavoro Sicurezza

Lavoratrici ad alto rischio di contrarre il Covid

Lavoratrici ad alto rischio perché sono soprattutto donne, professionisti ad elevata istruzione e giovani ad essere esposti al rischio contagio da malattie infettive respiratorie come il Covid

Scopriamo perché ci sono lavoratrici ad alto rischio di contrarre Covid e malattie respiratorie con il supporto del report della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro “Lavorare ai tempi del Covid-19: il rischio contagio tra gli occupati italiani”.

Il Covid-19 non è una storia chiusa
In tutta Italia dopo il lockdown le persone sciamano per le strade e si assembrano senza mascherina convinte di essere fuori pericolo. La voglia di divertirsi e di prendere “aria fresca” in questi giorni estivi è certamente molta ma il nuovo Coronavirus, nonostante il rallentamento della presa epidemica nel nostro Paese, continua a rappresentare una minaccia. Sono però alcuni luoghi di lavoro gli ambiti più rischiosi, sia perché frequentati da una quota importante di popolazione sia – e soprattutto – per via del tempo che vi si trascorre. Naturalmente l’esposizione al contagio risulta differente in funzione dell’attività professionale svolta.

Il Report della Fondazione studi Consulenti del Lavoro
Il report dal titolo “Lavorare ai tempi del Covid-19: il rischio contagio tra gli occupati italiani” è stato elaborato sulla base di 5 fattori di rischio a cui sono esposti i lavoratori: frequenza dei contatti con altre persone; interazione con pubblico; lavoro al chiuso; vicinanza fisica ad altre persone; frequenza esposizione a malattie e infezioni. Il dato più che colpisce è che siano proprio le donne quelle più esposte al rischio di contagiarsi con il Covid-19. E si tratta di 4,345 milioni di lavoratrici ad alto rischio di contrarre malattie infettive respiratorie. Un’altra notizia su cui focalizzare l’attenzione è che maggiormente esposti sono i giovani under 35.

Lavoratrici ad alto rischio
Sono soprattutto donne, professionisti ad elevata istruzione e giovani ad essere maggiormente esposti al rischio di contagio da malattie infettive respiratorie come il Covid-19. Le donne che potrebbero essere contagiate sono 4 milioni e 345 mila e rappresentano il 44% delle occupate. Di questa percentuale il 21,6% svolge una professione a rischio contagio molto elevato e il 22,4% elevato. Valori che risultano di gran lunga più alti di quelli che si riscontrano tra gli uomini (svolge un lavoro rischioso per il contagio il 16,4% degli occupati).

Il rischio dei giovani
Anche i giovani sono più frequentemente occupati in lavori a stretto contatto con il pubblico (commercio, ristorazione) e pertanto presentano una maggiore possibilità di contrarre il virus: tra gli under 35, il 35,1% svolge una professione ad altro rischio, mentre nelle altre fasce d’età la percentuale si riduce attorno al 27%.

Rischio elevato per i laureati
Il livello di istruzione è un altro fattore distintivo correlato al rischio, rilevandosi più alto nelle classi di istruzione più elevate: il 40,9% dei laureati (di questi, il 22,9% con rischio molto elevato) contro il 27% dei diplomati e il 20,9% di quanti sono in possesso del diploma di scuola media.

Lavoratrici ad alto rischio. Le professioni
Passando alla classifica delle professioni più a rischio, in testa vi sono ovviamente quelle legate alla salute: medici (308 mila), infermieri, radiologi, esperti di diagnostica (736 mila) e professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali, come massaggiatori sportivi, operatori sociosanitari, assistenti di studi medici (258 mila). A seguire, gli specialisti delle scienze della vita come farmacisti, biologi, ma anche veterinari (150 mila) e professori della scuola primaria (485 mila). Poi, gli operatori della cura estetica (277 mila), tecnici dei servizi sociali (88 mila), figure addette ai servizi personali e assimilati come baby-sitter, badanti, addetti alla sorveglianza bambini o assistenza personale (492 mila) e assistenti di viaggio (19 mila).
Ad essere esposti, inoltre, gli esercenti e addetti nelle attività di ristorazione, professori di scuola secondaria e post-secondaria, addetti all’accoglienza e all’informazione della clientela, specialisti dell’educazione e della formazione e, infine, il personale addetto agli sportelli e ai movimenti di denaro.

La geografia dei lavoratori e delle lavoratrici ad alto rischio
Lo studio si focalizza anche sulla distribuzione dei lavoratori per area geografica, evidenziando come, nonostante il contagio abbia interessato maggiormente il Nord Italia, il potenziale di diffusione tra i lavoratori è più alto al Sud dove, vista la concentrazione di determinate professioni, ben il 31,3% degli occupati risulta esposto contro il 28,5% del Centro e il 26,5% del Settentrione.

 

I datori di lavoro non devono abbassare la guardia
Lo dichiara il Presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, Rosario De Luca, aggiungendo: “è fondamentale anche nei mesi a venire assicurare il contenimento del contagio nei luoghi di lavoro attraverso la riorganizzazione degli spazi e l’adozione di misure precauzionali che tutelino la salute dei lavoratori. Contemporaneamente, però, è necessario salvaguardare anche i datori di lavoro virtuosi, che pur avendo attuato tutte le norme necessarie ad impedire il contagio, possono essere soggetti alla responsabilità penale, con il pericolo di vedersi riconosciuto il proprio comportamento lecito solo alla fine del procedimento”.

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