Ogni otto ore una persona muore sul lavoro e nonostante si sia giunti alla 70ima giornata nazionale per le vittime del lavoro la strage continua
Dal 1998 la seconda domenica di ottobre è dedicata a ricordare che esistono vittime del lavoro eppure nulla cambia: la sicurezza sul lavoro è ancora un’utopia nonostante gli sforzi messi in atto da tanti. Quella che riguarda le vittime del lavoro (perché di ciò si tratta) è – come la definisce la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan – una strage infinita nell’indifferenza collettiva.
Vittime del lavoro
Nei primi otto mesi del 2020 ci sono stati 823 vittime del lavoro, tra queste 303 morti per Covid-19. Bisogna ricordare che dietro questi numeri ci sono persone, famiglie, legami che si spezzano, ferite che si aprono. Ma i numeri vanno fatti, per renderci conto della situazione. E a farli è Franco Bettoni, presidente dell’Inail: “le denunce di infortunio nei primi otto mesi di quest’anno sono diminuite del 22,7% rispetto al 2019. Al 31 agosto ne abbiamo registrate 322.132 mila, di cui circa 52mila da Covid-19. Nello stesso periodo, però, le morti sul lavoro sono aumentate del 20,1%, per un totale di 823 decessi, 303 dei quali legati al virus. Per circa il 70% i contagi di origine professionale riguardano lavoratori dell’ambito sanitario, mentre il resto delle denunce include i dipendenti delle aziende che non si sono fermate durante il lockdown. La prevenzione è sempre la chiave per il contrasto degli infortuni sul lavoro e del contagio da Covid-19, come per tutti gli altri rischi che continueranno, purtroppo, a essere presenti nello svolgimento delle attività lavorative”.
Giornata nazionale dedicata alle vittime del lavoro
“Per la sicurezza sul lavoro protezione totale” è lo slogan scelto dall’Anmil (Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro) per la 70a Giornata nazionale dedicata alle vittime degli incidenti sul lavoro, che quest’anno è stata l’11 ottobre. Il presidente dell’Anmil, Zoello Forni, nel presentare questa edizione si è soffermato sull’importanza del risarcimento ai superstiti: “una morte sul lavoro crea un danno, un vulnus sempre irreparabile, ma l’unico, seppur piccolo, ristoro sembra essere quello di risarcire le persone che erano vicine alla vittima, superando una visione limitativa e obsoleta dei legami che danno diritto alla rendita, il cui valore non può essere dettato solo dalle carte burocratiche ma dalla realtà operativa dei legami relazionali della vittima. L’assegno funerario e il Fondo vittime gravi infortuni sono due prestazioni pressoché sovrapponibili e appare doverosa una riflessione sull’opportunità di una loro razionalizzazione e migliore gestione. Potrebbe essere valutata l’unificazione delle due prestazioni, attraverso il trasferimento delle somme del Fondo per le vittime di gravi infortuni all’Inail, il quale provvederà ad erogare d’ufficio alle famiglie delle vittime una prestazione di sostegno adeguata alle loro esigenze”.
Vittime del lavoro, i suggerimenti della Cisl
“Utilizzare una parte delle risorse europee del Next Generation Eu per un grande piano straordinario sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, in modo da rafforzare i controlli, assumere e formare più personale qualificato, costruire una cultura della prevenzione, potenziare il ruolo ed anche i risarcimenti dell’Inail.” Lo ha dichiarato la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, in occasione della Giornata nazionale per le vittime del lavoro sottolineando che “si muore ogni giorno nelle fabbriche, nei cantieri edili non a norma, nelle campagne, nei servizi, nella logistica, negli anfratti dell’economia sommersa e in nero”. E continua denunciando qualcosa su cui tutti tacciono: “la pandemia, che per certi versi avrebbe potuto rappresentare una occasione di interventi strutturali nella sicurezza sul lavoro, si è rivelata un paradossale alibi per le istituzioni e per le aziende che con l’arrivo dell’emergenza hanno ulteriormente frenato quel poco di investimenti e di programmi annunciati. Spesso la fredda logica del profitto prevale sulla tutela della vita umana”.
Vittime del lavoro, come evitarle secondo la Ministra Catalfo
La Ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Nunzia Catalfo, proprio al riguardo afferma: “dobbiamo trasformare l’emergenza in opportunità. L’emergenza epidemiologica ci spinge a ripensare le nostre abitudini, soprattutto quelle lavorative. In questo scenario, dobbiamo trasformare l’emergenza in opportunità per rimettere al centro del dibattito pubblico il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro. E dobbiamo farlo subito. Nella Nota di aggiornamento al Def ho inserito un collegato che riguarda proprio il tema della sicurezza sul lavoro e che mira a una profonda revisione della normativa. Il mio obiettivo è quello di potenziare la formazione e l’informazione, che devono essere costanti”.
Ciò che resta da scoprire è se anche quest’anno – così particolare proprio per via dell’aumento delle vittime del lavoro dovuto al Covid-19 – la Giornata servirà a focalizzare l’attenzione su un problema tanto grave che resta costante nel tempo ma si continuerà solo a parlare bene…