Imprenditoria Imprenditoria femminile

Maria Camilla Rubei, architetto al vertice

Essere una brava imprenditrice tra sensi di colpa e spirito materno. Sfida possibile per Maria Camilla Rubei, Ceo di Ca.Ri. Costruzioni srl

Si chiama Maria Camilla Rubei e l’abbiamo intervistata perché rappresenta un fiore all’occhiello nel campo delle imprese femminili, lavorando in un ambito considerato di appannaggio maschile.

Architetto Maria Camilla Rubei, finalista del Premio Donna in Affari 2020
Fa ancora eco il grande successo del Premio Donna in Affari voluto dal magazine diretto da Daniela Molina, che in questo anno difficile e particolare per il nostro Paese, ha celebrato i suoi primi 10 anni di vita. Un evento che rimane nella mente e nel cuore di chi ha avuto la possibilità di partecipare. Come rimangono impresse le storie imprenditoriali finaliste del Premio. Tra queste, l’intraprendenza di essere donna, imprenditrice e mamma rappresentata dall’architetto Maria Camilla Rubei, Ceo di Ca.Ri. Costruzioni srl. Quello di cui si occupa una azienda edile è probabilmente noto, soprattutto se la realtà imprenditoriale è ben radicata sul territorio in cui opera, all’insegna dell’eticità, della eco sostenibilità e di progetti edili di pregio che rispettano il comfort abitativo e l’ambiente di chi sceglie Ca.Ri. Costruzioni srl. Quello che forse non è noto è cosa accade se dietro a così tanto successo e lavoro c’è una donna, bella, preparata e in gamba.

Intervista all’architetto Maria Camilla Rubei
Quello che ha portato l’Arch. Rubei al successo professionale e alla finale del premio come imprenditrice dell’anno è una sfida quotidiana, dura ma non impossibile. Durante il suo intervento in occasione dell’evento Donna in Affar, Maria Camilla Rubei ha detto una frase che ha colto nel segno: “Il mio obiettivo personale è quello di convivere con il costante senso di colpa come madre e donna che lavora”.

Architetto, una donna non può esimersi dal provare questo stato d’animo, rispetto ad un uomo?
“Il senso di colpa di cui parlavo è riferito al non poter dedicare molte ore al giorno a mio figlio ma anche al fatto di dover far fronte ad impegni materni che a volte tolgono tempo a progetti lavorativi molto importanti. Ovviamente cerco di organizzare il mio tempo nel miglior modo possibile per evitare di penalizzare o mio figlio o il lavoro. Credo che il senso di colpa sia comune a molte donne/mamme lavoratrici ma anche a molti uomini/papà, ritengo però che gli usi e costumi di un tempo influenzano ancora molto il pensiero di oggi ed involontariamente una donna/mamma può provare un senso di colpa maggiore ritenendo alcuni impegni/compiti all’interno di una coppia ancora prettamente femminili”.

Cosa significa oggi essere una donna a capo di un’azienda in un settore prettamente maschile, come quello delle costruzioni? Quali ostacoli ha incontrato? Ma allo stesso tempo, che tipo di soddisfazioni professionali e personali può vantare?
“All’inizio ho incontrato molte difficoltà in quanto mi sono scontrata con un pregiudizio sul mio essere donna e quindi di non poter entrare nel merito di determinati argomenti con la stessa competenza di un uomo. Nel corso del tempo, grazie anche all’esperienza e alle varie difficoltà incontrate, ho imparato ad affrontare questo pregiudizio iniziale guadagnandomi poi la fiducia delle persone con le quali ho lavorato e lavoro tutt’oggi. È stato molto delicato il processo di far ‘accettare’ ad alcuni uomini il mio ruolo direttivo, ma una volta superato l’ostacolo iniziale si è sempre instaurato un rapporto di fiducia che ritengo più saldo rispetto a quello che si instaura normalmente tra due uomini. Ovviamente il settore edilizia continua ad essere prettamente maschile, anche se nel corso dell’ultimo decennio alcuni ruoli vengono sempre più ricoperti da donne (ingegneri, architetti, etc.)”.

Un’altra frase del suo intervento merita attenzione. Lei ha detto:” Vorrei che le mie collaboratrici diventassero mamme perché è un’esperienza meravigliosa. Per questo mi impegnerò affinché abbiano la possibilità di farlo”. Quali sono le iniziative messe in campo dalla sua azienda per raggiungere questo importante obiettivo?
“Diventare mamma per me è stata – e lo è tutt’ora – un’esperienza ineguagliabile. Sono circondata da donne eccezionali sia sotto l’aspetto lavorativo sia come mamme, che riescono a rispettare sia gli impegni lavorativi sia quelli familiari non penalizzando nessuno dei due aspetti. Ritenendo molto importante l’essere mamma ma anche l’essere donna che lavora, cerco di instaurare un rapporto di elasticità con le mie collaboratrici affinché riescano a collimare gli impegni lavorativi/familiari. Durante il duro periodo appena affrontato della pandemia e fino all’inizio delle scuole ho ritenuto corretto che i collaboratori con figli potessero scegliere di svolgere il proprio lavoro anche tramite smart working; nonostante il momento difficile ho scoperto questa forma di lavoro che ritengo molto utile e utilizzabile anche in futuro. Stiamo riflettendo sulla possibilità di creare uno spazio all’interno dell’ufficio adibito a nido per i più piccolini”.

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