Campagna antiviolenza Società

La filiera della sicurezza in Italia

Presentato il 2° Rapporto sulla Filiera della sicurezza in Italia, realizzato da Censis per Federsicurezza. Aumentano del 72% le richieste di aiuto ai numeri antiviolenza e stalking

C’è sicurezza in Italia? Sembrerebbe di sì, visto che nel 2020 in Italia sono stati denunciati complessivamente 1.866.857 reati. Complice la pandemia, si è registrata una riduzione del 18,9% rispetto all’anno precedente, con 435.055 crimini in meno. Gli omicidi -16,4%, le rapine -18,2%, i furti -33,0%, i furti in appartamento -34,4%. Nonostante ciò, per due terzi degli italiani (il 66,6% del totale) la paura di rimanere vittima di un reato non è diminuita e per il 28,6% è addirittura aumentata.

La presentazione del rapporto sulla filiera della sicurezza in Italia
I dati del 2° Rapporto sulla filiera della sicurezza in Italia sono stati presentati nei giorni scorsi da Anna Italia del Censis e discussi da Alberto Ziliani, consigliere di Federsicurezza, Annagrazia Calabria, vicepresidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, Nicola Molteni, Sottosegretario del Ministero dell’Interno, Alberto Pagani, membro della Commissione Difesa della Camera dei Deputati, Mario Perantoni, presidente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, Emanuele Prisco, membro della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati.

Sicurezza in Italia? i conti non tornano
Si fa presto a dire meno reati, in realtà ciò che si può dichiarare è solo che ci sono state meno denunce. Se pensiamo alla sicurezza in Italia non ci viene da complimentarci con qualcuno. Perché? Perché i conti non tornano mai: nell’ultimo anno i reati denunciati mostrano un calo del 18,9% ma le richieste di aiuto sono aumentate del 72% a conferma delle rilevazioni “locali” del nostro giornale (un’indagine da noi realizzata sulle romane ponendo 6 domande a risposta rapida in questionario anonimo https://docs.google.com/forms/d/1t5F7DXeP5GgEbWsoOyvRTx3fPZamK3phfO_9-6aN1I8/viewform?edit_requested=true) e che mostrano una grande discordanza tra i comportamenti e le reali percezioni, che potremmo definire un corollario dei timori per la sicurezza e l’incolumità individuale.

Anna Italia

C’è sicurezza in Italia per le donne?
Noi crediamo di no, anzi come testata giornalistica che da anni segue le vicende della società da un punto di vista femminile possiamo affermarlo. Ma le donne sono così spaventate da non volerlo dichiarare pubblicamente così dobbiamo fare tesoro – per aiutarle – di ogni dato che possiamo ricavare e in questo senso ecco cosa dice il report del Censis sulla filiera della sicurezza in Italia.
Nell’anno del Covid molte donne chiuse in casa sono state maggiormente esposte alla violenza di partner e conviventi. Le richieste di aiuto al numero antiviolenza e stalking 1522 sono fortemente aumentate. Da marzo a ottobre 2020 le chiamate sono state 23.071: un anno prima, nello stesso periodo, erano state 13.424 (+71,9%). Le donne che hanno paura mettono in atto comportamenti che ne condizionano fortemente la qualità della vita: il 75,8% ha paura di camminare per strada e di prendere i mezzi pubblici di sera, l’83,8% ha paura di frequentare luoghi affollati, l’88,5% ha paura di incontrare persone sconosciute sui social network, il 76,3% ha paura di condividere immagini sul web, il 22,5% ha paura di stare a casa da sola di notte.

La paura corre sul web
Anche i reati a mezzo web (cybercrime) sono aumentati durante la pandemia. Nel 2020 sono state commesse 241.673 truffe e frodi informatiche, il 13,9% in più rispetto all’anno precedente (nel 2010 erano state solo 96.442). I rischi connessi all’utilizzo della rete frenano la modernizzazione: un italiano su tre (il 31,3% del totale) non si sente sicuro quando fa operazioni bancarie online; uno su quattro (il 24,9%) ha paura di utilizzare i sistemi di pagamento elettronici per fare acquisti in rete. E le percentuali salgono nettamente tra le persone più avanti con gli anni e tra quelle con bassi livelli di istruzione.

 

AnnaGrazia Calabria

La paura degli altri
Il 75,4% degli italiani dichiara di non sentirsi sicuro quando frequenta luoghi affollati (la percentuale scende del 67% tra i più giovani). Il 59,3% ha paura di camminare per strada e di prendere i mezzi pubblici dopo le otto di sera (la percentuale resta al 59,8% anche tra i più giovani). Si tratta di sentimenti fortemente condizionati dalla paura del contagio. Ma attenzione: più sicurezza vuol dire anche più socialità. E infatti l’83,4% degli italiani è convinto che si debbano applicare pene più severe per chi provoca risse e pratica atti di violenza fuori dai locali pubblici e nei luoghi della movida. Riportare la gente negli spazi pubblici vuol dire anche innalzare i livelli di sicurezza percepita, non solo attraverso ordinanze restrittive. È necessario che i controlli siano certi, professionali e rassicuranti, come solo gli operatori delle Forze dell’ordine e della vigilanza privata possono garantire.

 

Alberto Ziliani

Sicurezza in Italia? Meglio parlare di insicurezza
Oltre alle paure sopra citate, ci sono oltre 6 milioni di italiani che hanno paura di tutto. Sono i panofobici: in casa o fuori, vivono costantemente in stato d’ansia. Tra di loro prevalgono le donne: sono quasi 5 milioni, il 17,9% della popolazione femminile complessiva. Ma sono presenti anche tra i giovani: sono 1,7 milioni, pari al 16,3% dei giovani con meno di 35 anni.

Focus sulla sicurezza privata
Negli ultimi dieci anni la sicurezza privata è enormemente cresciuta in termini di numeri, funzioni svolte, capacità tecniche e professionali. Con il Covid la categoria si è candidata ad ampliare ulteriormente i propri compiti, per garantire ad esempio il rispetto del distanziamento interpersonale nei luoghi rimasti aperti. Il 50,5% degli italiani esprime fiducia nelle guardie giurate e negli operatori della sicurezza privata. Ma il 55,7% è convinto che il settore avrebbe bisogno di un maggiore riconoscimento sociale. Il 62,8% degli italiani è convinto che ci sia una scarsa consapevolezza da parte della popolazione in merito a quello che le guardie giurate e gli operatori della sicurezza privata fanno: la loro attività è spesso misconosciuta.

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