Lavoro Mestieri e professioni

Le tendenze dell’occupazione nei primi mesi del 2022

Pubblicata la nota trimestrale sulle tendenze dell’occupazione relativa ai primi mesi del 2022 elaborata da Istat, Ministero del lavoro, Inps, Inail e Anpal

Attivazioni, cessazioni e trasformazioni per settore di attività economica e tipologia contrattuale per chiarire quali sono le tendenze dell’occupazione del 2022, con una pandemia ancora non superata e una crisi militare in corso, senza considerare ancora gli effetti degli aumenti delle materie prime e dell’energia e gli effetti della siccità, poiché la nota trimestrale appena pubblicata si riferisce solo al primo trimestre di questo anno fuori dall’ordinario.

L’impatto degli eventi straordinari sulle tendenze dell’occupazione
Nel primo trimestre 2022 l’input di lavoro, misurato in Ula (Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno), è aumentato in termini congiunturali (+1,7% rispetto al quarto trimestre 2021) e su base annua (+6,7% rispetto al primo trimestre 2021); la stessa dinamica si rileva per il Pil, in crescita rispettivamente di +0,1% e +6,2%. L’occupazione, a sua volta, aumenta rispetto sia al trimestre precedente sia al primo trimestre 2021. I dati mostrano quindi un tentativo di ripresa da parte delle imprese datoriali, che cercano di superare gli effetti negativi della crisi pandemica riprendendo le attività e tornando a inquadrare il personale. Non c’è da stupirsi, dal momento che quando si arriva quasi a toccare il fondo o si chiude o ci si rialza. Non si tratta dunque di un balzo che riporta in attivo la situazione ma di uno sforzo per tentare di risalire la china, il tempo perduto.

La crescita dei dipendenti
Le tendenze dell’occupazione mostrano dunque un leggero e previsto aumento: su base congiunturale (ovvero rispetto al trimestre precedente) gli occupati crescono dello 0,6% in base alle rilevazioni Istat sulle forze lavoro e dell’1,3% in base alla Rilevazione Istat Oros relativo alle posizioni lavorative del settore privato extra-agricolo. In questo secondo caso l’aumento viene rilevato nell’industria in senso stretto (+0,6%), nei servizi (+1,3%) e soprattutto nelle costruzioni (+3,8%). La crescita è confermata anche dai dati del Ministero del lavoro e delle politiche sociali ricavati dalle Comunicazioni obbligatorie: in tre mesi evidenziano un aumento di 183 mila posizioni, a tempo indeterminato (+85 mila rispetto al quarto trimestre 2021) e a tempo determinato (+98 mila). Nel primo trimestre 2022 le attivazioni di rapporti di lavoro alle dipendenze sono state 2 milioni 687 mila (+1,5% in tre mesi) e le cessazioni 2 milioni 504 mila (+3,7%). L’occupazione dipendente è in aumento anche su base tendenziale (ovvero rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente) in termini di occupati (+4,6% in un anno, Istat-Rfl) e di posizioni lavorative dei settori dell’industria e dei servizi (+6,1%, Istat-Oros). Le posizioni lavorative aumentano nei dati delle CO (Comunicazioni obbligatorie fornite al Ministero del Lavoro) di 671 mila posti rispetto al primo trimestre del 2021), in tutti i settori di attività economica, con l’unica eccezione di quello agricolo; tale dinamica positiva trova conferma nei dati Inps-Uniemens (+763 mila posizioni in un anno).

Differenze di genere e di età
La crescita dell’occupazione è più accentuata per la componente maschile nel confronto trimestrale (+0,7% contro +0,2% delle donne) e per quella femminile nel confronto annuale (+4,6% contro +3,8% degli uomini); l’aumento del tasso di occupazione e il calo di quello di disoccupazione sono più accentuati per gli uomini in entrambi i confronti, mentre il tasso di inattività si riduce esclusivamente per la componente maschile in termini congiunturali e per entrambe le componenti di genere in termini tendenziali. Nel primo trimestre 2022 tra i giovani di 15-34 anni è più marcato l’aumento dell’occupazione e del relativo tasso in termini congiunturali (+1,4% e +0,6 punti, rispettivamente) e, soprattutto, tendenziali (10,7% e 4,3 punti) che si associa al maggiore calo del numero di disoccupati e del tasso di disoccupazione in entrambi i confronti; per questa classe di età l’inattività, in calo su base annua, resta invece stabile nel confronto trimestrale. Tra i 35-49enni, alla stabilità del numero di occupati rispetto al trimestre precedente si associa un aumento del tasso di occupazione (+0,5 punti) e la diminuzione dei tassi di disoccupazione e di inattività. Anche tra gli ultracinquantenni cresce l’occupazione e il relativo tasso, seppur con minore intensità rispetto ai giovani, ed è meno accentuata anche la riduzione del tasso di disoccupazione e quella tendenziale del tasso di inattività. Segnaliamo che l’aumento del tasso di occupazione e il calo di quello di disoccupazione, diffusi in tutte le ripartizioni territoriali, sono più accentuati nel Centro sia in termini congiunturali sia in quelli tendenziali. Il tasso di inattività, stabile al Centro rispetto a tre mesi prima, cala in misura maggiore nel Nord in entrambi i confronti.

I contratti
La nota trimestrale sulle tendenze dell’occupazione mostra dinamiche positive per le posizioni a tempo indeterminato ma in rallentamento rispetto al trimestre precedente: (+268 mila in un anno; era +299 mila nel quarto trimestre 2021, +310 mila nel terzo e +371 nel secondo), i dati Inps-Uniemens mostrano +200 mila rispetto al primo trimestre 2021. E come sempre l’aumento maggiore lo mostrano i contratti a tempo determinato: i dati ministeriali mostrano +403 mila posizioni; quelli di Inps-Uniemens riferiti alle sole imprese private +564 mila posizioni, che comprendono il lavoro in somministrazione e a chiamata. E a proposito di lavoro in somministrazione: in tali casi sono state raggiunte le 471 mila unità (+85 mila, +22% nei dati Inps-Uniemens rispetto al primo trimestre 2021). Anche il numero dei lavoratori a chiamata o intermittenti continua a crescere in modo sostenuto (+97 mila, +83% rispetto al corrispondente trimestre del 2021 nei dati Inps-Uniemens), a ritmi più intensi dello scorso trimestre, attestandosi a 215 mila unità.

I tempi di impiego
La nota sulle tendenze dell’occupazione mostra che, secondo le comunicazioni obbligatorie al Ministero del Lavoro, nel primo trimestre 2022 il 33,3% delle posizioni lavorative attivate a tempo determinato ha una durata prevista fino a 30 giorni (il 9,2% un solo giorno), il 27,5% da due a sei mesi, e l’1% supera un anno. Nel complesso si riscontra – com’era facile attendersi – un aumento dell’incidenza sul totale delle attivazioni dei contratti di brevissima durata (19,7% fino a una settimana, +2,9 punti in rispetto al primo trimestre 2021) e la riduzione dell’incidenza per tutte le altre classi di durata, a eccezione di quelle superiori all’anno che restano stabili. Inoltre, i dati indicano che nei primi tre mesi del 2022 l’utilizzo del Contratto di Prestazione Occasionale è rimasto in linea con i valori del 2021 coinvolgendo mediamente, ogni mese, circa 13 mila lavoratori. Nello stesso periodo del 2022, il Libretto di Famiglia registra in media mensile circa 12 mila prestatori.

Infortuni e malattie
Nella nota trimestrale sulle tendenze dell’occupazione vengono riportati anche i dati sugli infortuni e le malattie, che non possono non essere influenzati dalle conseguenze della pandemia. Per quanto concerne gli infortuni sul lavoro, quelli accaduti e denunciati all’Inail nel primo trimestre del 2022 sono stati 175 mila (158 mila in occasione di lavoro e 17 mila in itinere), oltre 54 mila denunce in più (+45%) rispetto allo stesso trimestre del 2021. Le denunce di esiti mortali sono state 189 (138 in occasione di lavoro e 51 in itinere), 5 in più rispetto al primo trimestre del 2021 (+2,7%). Il confronto tendenziale tra i due trimestri è condizionato dal diverso andamento della pandemia: l’impennata dei contagi professionali a inizio anno 2022 ha fatto superare in soli tre mesi il numero delle denunce da Covid-19 dell’intero anno 2021. Depurando i dati dalle denunce da nuovo Coronavirus, si registra comunque un aumento degli infortuni nel primo trimestre del 2022 caratterizzato da una generale ripresa economica rispetto allo stesso periodo del 2021, con una consistenza numerica che resta però al di sotto di quanto rilevato nel primo trimestre 2019. Per quanto riguarda le malattie professionali invece, quelle denunciate all’Inail e protocollate nel primo trimestre del 2022 sono state 14.517, ovvero 934 casi in più (pari al +6,9%) rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Con la ripresa di tutte le attività produttive le denunce hanno di poco superato il dato del primo trimestre del 2020 (parzialmente colpito dalla pandemia), mentre rispetto al 2019 i casi restano numericamente inferiori.

Potrebbe interessarti