Diritti Lavoro

Osservatorio sulle politiche del lavoro 2021

Pubblicati i risultati dell’Osservatorio sulle politiche del lavoro 2021, con tutte le agevolazioni contributive del periodo

Sono stati pubblicati dall’Inps i dati emersi dall’osservatorio sulle politiche del lavoro 2021, comprendente anche le nuove agevolazioni contributive per le imprese private. I dati mostrano che nel 79% dei casi per avviare un contratto di lavoro a tempo indeterminato si è usufruito proprio di tali agevolazioni, a conferma che il freno all’occupazione stabile sta proprio nell’eccesso del costo del lavoro, per via dell’altissima pressione contributiva e fiscale, in Italia.

Levare il freno alle assunzioni abbassando il costo del lavoro per le imprese
Ci è voluta una pandemia per far prendere provvedimenti che abbassassero il costo del lavoro in Italia, per far comprendere alla classe politica che negli anni si è esagerato con gli obblighi fiscali e contributivi a carico delle imprese che assumono, bloccando di fatto il mercato del lavoro. Tutte le imprese private italiane intervistate dal nostro giornale nel tempo hanno sempre dichiarato che avrebbero bisogno di personale ma che, dovendo dare allo Stato il 100% di quanto verrebbe dato a un soggetto assunto, il costo del lavoro sarebbe raddoppiato e di conseguenza si preferiva non assumere. Consci di questo, i decisori politici che da sempre si sono voltati dall’altra parte quando si affrontava l’argomento, finalmente non hanno potuto esimersi e così le politiche del lavoro attuate nel 2021 si sono basate sulle agevolazioni contributive, soprattutto nelle aree svantaggiate del Paese. La più rilevante è stata la Decontribuzione Sud, misura concessa a partire dal mese di ottobre 2020 che, come le altre varate a causa dell’emergenza sanitaria legata alla pandemia da Covid-19, ha permesso di sollevare del 79% le assunzioni a tempo indeterminato. Anche senza Decontribuzione Sud comunque la crescita di tali assunzioni iniziata nel 2020, nel 2021 si è fatta più incisiva, confermando l’apprendistato l’incentivo più utilizzato (48%).

Le politiche del lavoro 2021
I contratti di lavoro a tempo indeterminato rappresentano il 79% dell’insieme dei rapporti agevolati nel 2021. Nello stesso anno si riscontra l’aumento del numero dei lavoratori in apprendistato e delle loro trasformazioni a tempo indeterminato ma soprattutto dell’applicazione dei nuovi esoneri introdotti dalla legge 178/2020, al fine di contenere il perdurare degli effetti negativi sull’occupazione dovuti all’epidemia da Covid19. Ci si riferisce all’aumento dal 50% al 100% dell’esonero per le assunzioni/trasformazioni a tempo indeterminato effettuate nel biennio 2021-2022 sia con l’esonero giovani che con l’incentivo donne.
Sempre nel 2021, si conferma la predominanza della componente maschile dei beneficiari di politiche attive in quasi tutte le tipologie di intervento ad eccezione delle agevolazioni per gli ultracinquantenni e le donne e per le assunzioni in sostituzione di lavoratori in astensione obbligatoria o facoltativa, per le quali è maggioritaria la componente femminile. La differenza di genere è meno accentuata per le assunzioni con gli Esoneri Giovani e quasi inesistente per l’esonero di cui all.art.7 DL 104/2020.

Apprendistato ed esonero totale donne
Nel 2021, per i contratti di apprendistato la fascia di età con più presenze di beneficiari si conferma quella dei giovani tra i 20 e i 24 anni, con un maggior numero di stabilizzazioni di apprendisti tra i 25 e i 29 anni. Per i lavoratori assunti con l’agevolazione prevista per gli ultracinquantenni e le donne, la maggiore frequenza si riscontra tra gli over 50.
Per quanto riguarda il nuovo esonero totale donne, emerge che nei rapporti di lavoro a tempo indeterminato sono coinvolte soprattutto le lavoratrici con oltre 40 anni di età a differenza di quelli a tempo determinato rivolti maggiormente a donne più giovani, tra i 30-39 anni.

La geografia delle politiche del lavoro
I contratti di apprendistato, le stabilizzazioni e gli incentivi a tempo indeterminato sono presenti soprattutto al Nord del Paese (rispettivamente 56%, 61% e 59%), mentre la Decontribuzione Sud, per la sua specifica finalità, trova applicazione nelle regioni del Mezzogiorno. La residua percentuale rilevata nelle aree del Centro-Nord e limitatamente al periodo gennaio-marzo 2021, riguarda i soli contratti stipulati con agenzie di somministrazione.

NASpI e DIS-COLL, altre politiche del lavoro 2021
Nel 2021 il numero di trattamenti di NASpI è stato pari a 1.682.369 con un decremento rispetto all’anno precedente del 4,6%, che riguarda soprattutto i maschi (-9,4%) mentre le femmine sono sostanzialmente rimaste stabili (-0,5%). Il numero di trattamenti di DIS-COLL nel 2021 è stato pari a 16.705 con un decremento, rispetto al 2020, del 17,8%. Per i trattamenti di disoccupazione agricola, pari nel 2021 a 544.792, rispetto all’anno precedente si registra un decremento dell’1,9%.
Per la NASpI e la DIS-COLL la fascia di età in cui si concentra il maggior numero di trattamenti è quella tra 25 e 34 anni (rispettivamente il 26% per la NASpI ed il 41% per la DIS-COLL). Molto diversa la composizione per età dei trattamenti di disoccupazione agricola in cui la classe modale è quella dei soggetti con più di 54 anni (22%). Il maggior numero di trattamenti NASpI è al Nord (42%) ma, nonostante la diversa concentrazione dei lavoratori sul territorio nazionale, nel Sud e nelle Isole si registra comunque una percentuale del 39% del totale dei trattamenti. Poco meno della metà dei trattamenti di DIS-COLL è concentrata nel Sud e nelle Isole (46%), mentre la disoccupazione agricola è concentrata principalmente al Sud con il 69%.

Politiche del lavoro 2021. L’indennità di mobilità
Nel quinquennio di osservazione delle politiche del lavoro, il ricorso all’indennità di mobilità presenta un andamento fortemente decrescente a cominciare dal 2017. Il numero complessivo di lavoratori che al 31 dicembre 2021 beneficiano del trattamento è di 3.191 unità. Rispetto al 31 dicembre 2020 la variazione a livello nazionale si presenta con un calo del 33,4%, tendenza riscontrata in tutte le aree territoriali. Rispetto al genere, la presenza maschile nel 2021 (2.346 beneficiari) è sempre più consistente di quella femminile (845), con riferimento all’età, circa il 77% dei beneficiari risulta avere più di 49 anni.

Sussidio per i lavoratori socialmente utili
Anche per i lavoratori impegnati in lavori socialmente utili il fenomeno si presenta in continua diminuzione in tutto il periodo di osservazione. Al 31 dicembre 2021 il numero medio di percettori del sussidio è di 1.102 unità, con una variazione a livello nazionale di -67% rispetto al 2020. Il Sud è l’area con maggior presenza di lavoratori socialmente utili (88% nel 2021); una bassa percentuale è presente al Centro e ancor meno nelle Isole mentre il fenomeno è completamente assente nel Nord del Paese.

Potrebbe interessarti