Fiere Imprenditoria

Agriumbria 2023, a supporto delle imprese agricole

Focus sul lavoro nelle imprese agricole per questa 54ima mostra nazionale dedicata ad agricoltura, zootecnia ed alimentazione, Agriumbria 2023

La filiera delle imprese agricole è servita: questo il claim di Agriumbria 2023 che quest’anno è stata inaugurata da due ministri, quello del lavoro e quello dell’agricoltura, per sancire il ruolo fondamentale dell’impegno umano in questo settore.

Agriumbria 2023 a UmbriaFiere
Dal 31 marzo al 2 aprile 2023 si sono incontrati a Bastia Umbra gli operatori della filiera (2.000 aziende in 400 stand) per usufruire dei servizi forniti da questo centro fieristico di proprietà comunale che – come ha spiegato la sindaca Paola Lungarotti all’inaugurazione – ha come tratti caratteristici la capacità di essere baricentrica, essendo ubicata in una strategica posizione centrale, e la capacità di lavorare in squadra facendo rete grazie a una visione condivisa. Tra tutti gli eventi che si svolgono a Umbria Fiere, il Centro fieristico più grande dell’Italia centrale, la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, ha sottolineato come Agriumbria sia quello di punta e come “vediamo crescere di giorno in giorno la potenzialità di questo Centro”. La presidente Tesei ha subito colto il punto focale dell’evento, che è il lavoro agricolo: “Riconosco da sempre all’agricoltura un ruolo centrale: il cuore verde dell’Umbria senza il lavoro degli agricoltori non potrebbe essere comunicato all’esterno”.

Lavorare in campo agricolo
La presenza per la prima volta in una Fiera del settore di un Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Elvira Calderone, la dice lunga sull’identità e sulla finalità di Agriumbria 2023, che è quella di supportare il lavoro di chi appartiene alla filiera. La ministra Calderone ha parlato di un momento qualificante perché “la fiera nazionale è in grado di esporre le eccellenze del nostro Paese e dobbiamo essere fieri di quello che l’Italia che produce sa mettere in campo. Vogliamo valorizzare ciò che di buono noi abbiamo e io credo ci sia tanto di valore nel mondo dell’agricoltura”. Dopo questa introduzione la ministra è andata diretta ad affrontare i temi caldi: “basta con il mettere insieme la parola lavoro a tempo determinato con la parola precarietà, soprattutto in agricoltura” ha detto. “Il lavoro occasionale agricolo è pagato in base al Contratto collettivo nazionale ed ha il versamento dei contributi. Noi siamo impegnati al contrasto al lavoro nero e al caporalato insieme con le aziende di qualità. Le clausole sociali passano per il rispetto. I tre concetti chiave su cui si basa il lavoro sono Etica, Onore, Fiducia”. Ha poi spiegato come sia necessario attrarre i giovani all’interno del mondo del lavoro, in particolare di quello legato alle proprie radici, evolvendo però i modelli e gli schemi organizzativi. Sempre accompagnati dalla tutela delle eccellenze, perché “dopotutto qui ci si occupa di dare cibo di qualità, una tradizione degli italiani”. La ministra ha poi dichiarato di voler aprire un tavolo di confronto con le aziende del settore a favore del lavoro in agricoltura, per capire le loro necessità e rendere più facili le procedure per le imprese: “Come Ministro ‘tecnico’ devo portare a casa leggi semplici – e semplicità non vuol dire banalità – e facilmente applicabili”.

Il discorso del Ministro Lollobrigida
Presente all’inaugurazione di Agriumbria 2023 anche il Ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf) Francesco Lollobrigida che è intervenuto in modo appassionato sui temi caldi, a partire da quello ambientale: “i nostri produttori agricoli e i nostri allevatori zootecnici sono i primi a rispettare l’ambiente: li considero al centro dell’ambientalismo perchè mantengono il territorio integro e sano in quanto ne hanno bisogno per il proprio lavoro. Non si può cancellare la produzione agricola per tutelare l’ambiente” ha affermato. Il Ministro ha poi parlato del presente come di un’epoca successiva a quella dell’“utopia delle certezze” che abbiamo vissuto. La pandemia ci ha levato la certezza della libertà, la guerra ci ha levato la certezza dell’energia e ci ha fatto capire che non possiamo affidarci a filiere lunghe che provengono da Paesi che non condividono la nostra cultura: ce lo ha dimostrato il fatto che un uomo solo ha potuto spegnere l’interruttore di casa nostra. Poi Lollobrigida ha affrontato il tema degli agrifarmaci: “Se smettiamo di usarli, poiché non esistono ancora tecnologie sostitutive, saremo costretti ad importarli dall’estero, magari dalla Cina o dall’Olanda, da Paesi che hanno altre norme e un’altra cultura, spesso non democratica quindi non è un modello sano disintegrare ciò che abbiamo per sostituirlo con uno proveniente da questi Paesi. Anche per la pesca, non si possono fare scelte illogiche: diventare ostaggio di nazioni che non difendono i diritti dei lavoratori né l’ambiente”. Il Ministro ha anche parlato della decisione presa con i Ministri Urso e Schillaci di informare correttamente i cittadini sugli alimenti contenenti insetti e sui cibi a base di insetti grazie all’etichettatura chiara. Inoltre, “in nome del principio di precauzione abbiamo scelto di vietare la produzione, l’importazione e il consumo di carni sintetiche. Una richiesta partita dalle Regioni e dai Comuni di ogni colore politico. E abbiamo invece candidato la cucina italiana a patrimonio immateriale dell’umanità all’Unesco, accanto alla cucina francese e a quella giapponese che già lo sono insieme ad altre”.

Stefano Ansideri, pres. UmbriaFiere
premio razze bovine

Allevatori italiani ad Agriumbria 2023
Dallo scorso anno Agriumbria è divenuto il primo polo nazionale delle carni. Lo ha sottolineato con grande soddisfazione il presidente di UmbriaFiere, Stefano Ansideri. Il comparto degli allevatori in Italia coinvolge 230.000 addetti che lavorano in più di 135.000 imprese e rappresenta più del 4% del fatturato dell’agroalimentare, per un valore di oltre 6 miliardi di euro. Ad Agriumbria 2023 si sono tenute tutte le rassegne zootecniche più importanti grazie al lavoro in cooperazione con l’AIA (l’associazione italiana allevatori) confermando la manifestazione di Bastia come il centro del mercato dei bovini da carne in Italia. 4 le mostre nazionale, due a cura di ANABIC (l’associazione nazionale allevatori bovini italiani da carne) e due a cura di ANACLI (l’associazione nazionale allevatori delle razze bovine Charolaise e Limousine italiane). Tutte le razze bovine, comprese quelle da latte come la bufala mediterranea, presenti in Italia sono state rappresentate all’interno di Agriumbria 2023 e gli allevatori premiati. Presente anche il comparto ovinocaprino, con il Concorso nazionale arieti di razza ovina sarda.

razza romagnola

Il comparto italiano è un’eccellenza perché i consumatori italiani esigono una carne di alta qualità, essendo sempre più attenti alla propria salute. Quindi meno carne ma della massima qualità è ciò che richiedono. Nel 2022 i dati dell’Osservatorio nazionale sul consumo di carne indicano infatti che ne mangiamo 5 chili in meno a persona l’anno. Ma vogliamo le nostre razze, come la Chianina, la Romagnola, la Marchigiana, la Maremmana, ecc. anche allo scopo di salvaguardare l’ambiente: l’impatto sull’ecosistema dell’importazione di una produzione da oltreoceano sarebbe devastante. Inoltre – spiega l’Anabic – è scientificamente dimostrato che la Chianina ad esempio ha un tenore di grasso inferiore al 2%, ben al di sotto di quello registrato nelle produzioni estere.

mostra macchine agricole – Agriumbria 2023

pres. FederUnacoma

Le macchine per facilitare il lavoro in agricoltura
Gli agricoltori di oggi utilizzano macchine sempre più sofisticate. Ciò è un bene perché una macchina nuova e moderna offre delle garanzie che quelle vecchie non sono più in grado di offrire, sia in termini di impatto ambientale sia in termini di sicurezza. L’andamento del comparto delle forniture di macchine agricole soffre però dei ritardi nella consegna e rallentano le vendite di trattori in Italia. Così, se il mercato nel 2021 era aumentato ben del 35%, nel 2021 c’è stato un calo del 7%. L’evoluzione del mercato risente – come ha spiegato il presidente di FederUnacoma (Federazione nazionale costruttori macchine per l’agricoltura) Alessandro Malavolti – della capacità delle nostre aziende di consegnare le macchine ordinate, a causa della rottura della catena di fornitura. Bisogna anche prendere in considerazione la grossa crescita dei prezzi delle materie prime anche se oggi la tendenza sembra essere migliorata. Secondo Malavolti infatti le catene della fornitura si sono ricompattate e molte aziende hanno fatto scorta di semilavorati e sono in grado di contrastare gli aumenti. Tra l’altro si sta aprendo il mercato dell’Europa dell’Est, con una domanda crescente di macchine agricole italiane: “noi spingiamo il made in Italy in questo campo perché dobbiamo venderlo altrettanto bene del cibo, del vino e degli altri prodotti nostrani”. Anche il mercato sudamericano sta andando molto bene e pur essendo più piccolo “rappresenta uno stimolo interessante”.

Il mercato dell’usato. I rischi per l’ambiente e la sicurezza
La domanda estera sta andando bene ma il problema interno è rappresentato dall’aumento del mercato dell’usato, che è del 2,5% più alto rispetto a quello del nuovo e che è composto da macchine con circa 20 anni di età. “Il parco circolante in Italia è obsoleto” afferma Malavolti spiegando che questo rappresenta un problema serio soprattutto per la sicurezza e che purtroppo le politiche focalizzate sull’ecologia non hanno riscontrato interesse negli agricoltori, che sono più interessati alle prospettive economiche. Anche se le macchine moderne inquinano in modo irrilevante, bisogna evidenziare soprattutto il risparmio in termini di carburante, fertilizzanti e agrifarmaci (l’abbattimento dei costi è di circa 3.000 euro l’anno) per far comprendere agli agricoltori il motivo per cui è meglio un motore nuovo rispetto a uno vecchio. Purtroppo invece gli imprenditori agricoli sono interessati all’usato e all’acquisto di macchine agricole provenienti da Paesi esteri “low cost”, che hanno standard tecnologici più bassi dei nostri e costano meno, ma il problema si vede con il tempo, magari al momento della vendita dell’usato, quando si ritrovano con dei veri e propri “pezzi di ferro”.

Gli altri fattori che influenzano il mercato delle macchine agricole. La formazione
“L’impennata dei prezzi del gas e soprattutto dell’elettricità hanno penalizzato il mercato” aggiunge il presidente di FederUnacoma. “Noi ci auguriamo che gli stanziamenti del PNRR vedano luce al più presto perché vorremmo sfruttarli per fare ‘pulizia’ rispetto alle macchine vecchie, così poco sicure: pensiamo a quante morti bianche hanno provocato”.
Un ultimo fattore che influenza il mercato delle macchine agricole è la mancanza di tecnici esperti. Spiega Malavolti: “Non ci sono figure specializzate per l’assistenza ma nemmeno per la guida. Per questo noi siamo impegnati nella promozione di percorsi di formazione su tutta la filiera, perché macchine agricole sempre più complesse, con elettronica da programmare (e deve farlo l’agricoltore), robotica, sistemi Gps, ecc. hanno bisogno di persone preparate non solo per l’installazione ma anche per l’utilizzo quotidiano. Quindi servono anche agricoltori preparati e non solo tecnici”.
Se usare le moderne macchine agricole diventa complesso, in quanto non è di certo sufficiente un manuale delle istruzioni, è anche vero che si apre un nuovo accesso al mondo del lavoro per i giovani, che infatti si stanno avvicinando sempre più al settore agricolo. “Per fortuna” conclude Malavolti “abbiamo molte giovani menti, perché servono”.

Il Premio Antonio Ricci
Nella giornata inaugurale di Agriumbria 2023 è stato anche consegnato il Premio Antonio Ricci, dedicato al noto giornalista del settore agricolo scomparso nel 2016. Antonio Ricci fondò la prima associazione nazionale della stampa agricola nel 1963, fu direttore scientifico della rivista Olivo e Olio, fu il consulente di Umbriafiere e contribuì al successo di Agriumbria. Il Premio a lui dedicato è alla V edizione ed è stato consegnato a una studentessa dell’Università di Perugia che ha presentato una tesi di laurea in agraria e a un comunicatore del settore. Il premio è stato consegnato alla presenza della moglie e del figlio e dei rappresentanti istituzionali, a partire dai due ministri presenti.

Potrebbe interessarti