Lavoro Mestieri e professioni

Il lavoro dei professionisti della riabilitazione

Presentato il primo Rapporto sulle condizioni di lavoro dei professionisti della riabilitazione a cura della Sapienza Università di Roma

Il 14 aprile 2023 presso il Centro congressi del DiSSE (Dipartimento di Scienze sociali ed economiche) della Sapienza Università di Roma è stato presentato il primo Rapporto sulle condizioni occupazionali dei professionisti della riabilitazione in Italia. Lo studio è stato realizzato in collaborazione con la Federazione nazionale degli Ordini dei tecnici sanitari, della riabilitazione e della prevenzione.

Professionisti della riabilitazione
L’indagine, condotta tra maggio e settembre 2022,e ha coinvolto le 8 professioni sanitarie della riabilitazione: Podologo, Fisioterapista, Logopedista, Terapista occupazionale, Ortottista, Terapista della neuro e psicomotricità della età evolutiva, Tecnico della riabilitazione psichiatrica e l’Educatore professionale. La finalità della ricerca è di accendere i riflettori su queste professioni, spesso tenute ai margini dall’agenda politica. Come ha dichiarato la presidente della FNO TSRM e PSTRP (la federazione nazionale degli Ordini dei Tecnici sanitari di radiologia medica e delle Professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione) Teresa Calandra, “l’obiettivo è stato quello di analizzare le condizioni di lavoro dei professionisti sanitari dell’area della riabilitazione e al contempo accendere i riflettori su queste professioni che devono essere conosciute per il loro valore strategico sanitario, sociale ed economico. Il recupero e il reinserimento nella vita è un bene per l’individuo e per il Paese e quindi le professioni della riabilitazione devono essere riconosciute sia dalle Istituzioni e dalla politica sia dai cittadini affinché si possa valorizzare e potenziare il loro contributo all’interno del Servizio sanitario nazionale per il benessere collettivo”.

La presentazione del rapporto
Il Rapporto sul lavoro dei professionisti della riabilitazione è stato illustrato dai curatori della ricerca Luisa De Vita e Antonio Corasaniti i quali hanno spiegato di aver condotto l’indagine “in quanto riteniamo i professionisti della riabilitazione strategici per la domanda di cura, che è in crescita nonostante su queste professioni ci sia ancora poca attenzione da parte dei decisori politici ma anche della ricerca. Abbiamo voluto analizzarne le condizioni di lavoro tenendo conto che si tratta di un universo professionale molto variegato, con condizioni che variano tra lavoratori dipendenti pubblici o privati e lavoratori autonomi. Le criticità più rilevanti sono i livelli di reddito, decisamente molto bassi a fronte del carico di lavoro e della professionalità messa in campo, e gli elementi legati al riconoscimento del proprio lavoro e alla crescita professionale”.

Disparità di condizioni
Fra gli elementi più significativi emersi c’è la disparità di condizioni di lavoro tra professionisti della riabilitazione: chi ha una maggiore esperienza professionale riesce a collocarsi più strategicamente sul mercato mentre i soggetti più deboli si trovano divisi in una serie di segmentazioni con condizioni di lavoro estremamente variabili (così come i livelli di soddisfazione collegati) legate all’età, al genere, all’esperienza professionale ma anche alla territorialità. In questo senso ad esempio la scarsità di dipendenti pubblici nel settore della riabilitazione nelle regioni del Sud segnala “sia un’incapacità dell’attore pubblico di rispondere a una serie di bisogni della popolazione, sia la scarsità di risorse destinate alla promozione di queste professioni che, quindi, faticano a trovare legittimità e riconoscimento sociale”.

Insoddisfazione in chi esercita le professioni della riabilitazione
Dopo la presentazione della ricerca si è svolta una tavola rotonda per commentare i dati emersi, alla quale hanno preso parte Alessandro Beux, Francesco Della Gatta e Dilva Drago, Laura Franceschetti (direttrice del master in management e innovazione nelle aziende sanitarie), Stefano Neri (professore associato dell’Università degli studi di Milano Statale). Le conclusioni dei ricercatori sono state al centro del dibattito. Tra queste la prima è che le due figure che maggiormente scontano forti penalizzazioni sia per quel che riguarda le condizioni di lavoro sia rispetto alla soddisfazione complessiva sono, tranne rare eccezioni, quelle dei professionisti della riabilitazione dipendenti di organizzazioni private o inquadrati nel settore pubblico.

Professionisti della riabilitazione. Il lavoro dipendente
I professionisti della riabilitazione che lavorano come dipendenti sono gravati da un aumento dei carichi di lavoro che si è andato intensificando negli anni soprattutto a causa dei compiti amministrativo/gestionali cui non è corrisposto un adeguato aumento salariale. I dipendenti del settore inoltre hanno un problema di precarietà: sono sempre di più infatti i contratti a tempo parziale o a termine, che comprimono sia il reddito sia l’accesso alle tutele sociali.

Professionisti della riabilitazione. Il lavoro autonomo e ibrido
Il lavoro autonomo si caratterizza invece per livelli di reddito e soddisfazione più alti in quanto è maggiore sia l’indipendenza nell’esercizio della professione, sia la possibilità di raggiungere livelli di reddito più elevati, anche se a fronte di una maggiore discontinuità.
Nel caso del lavoro ibrido, che combina il lavoro dipendente con quello autonomo, per una parte consistente di chi lo esercita permane una condizione di svantaggio all’interno del mercato del lavoro: i dati sembrano infatti dimostrare come “solo chi ha raggiunto una certa stabilità nel lavoro dipendente riesce a ricavare vantaggi nel contemporaneo esercizio del lavoro autonomo”. Al contrario, una posizione più instabile nel lavoro dipendente rende meno consapevole la clientela e di conseguenza il posizionamento nel mercato. Ciò causa una tensione e una incertezza perché i livelli di reddito sono molto bassi e il carico di lavoro alto, inoltre non ci si sente apprezzati, non si vede riconosciuta la propria professionalità.

Il ruolo della Federazione nazionale
Trovare legittimità e riconoscimento sociale è uno dei bisogni emersi durante l’indagine svolta sui professionisti della riabilitazione. In questo senso il ruolo della Federazione nazionale degli Ordini TSRM e PSTRP appare strategico. In un settore dove cresce sia la domanda di cura sia il peso degli attori privati – concludono i ricercatori – sarà determinante il ruolo degli attori regolativi in difesa, tutela, ma anche valorizzazione e legittimazione professionale dei propri iscritti, considerando la pluralità delle condizioni professionali e dei luoghi di esercizio della professione.

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