Lavoro Opportunità

Italiani e lavoro nell’anno della ripartenza

Resa pubblica l’indagine “Italiani e lavoro nell’anno della ripartenza” durante la presentazione del Festival del Lavoro 2023

Il trend del mercato occupazionale nella ricerca su Italiani e lavoro presentata dalla Fondazione Studi Consulenti del lavoro in vista dell’appuntamento annuale dedicato al tema, la tre giorni che si tiene quest’anno a Bologna dal 29 giugno.

Italiani e lavoro nell’anno della ripartenza
Qualcosa finalmente torna a muoversi, nel mercato del lavoro, grazie agli investimenti e ai sacrifici delle imprese, in particolare quelle di alcuni settori particolarmente penalizzati durante il periodo pandemico, come quello del turismo e dell’edilizia. Un boom invece proprio grazie alla pandemia il comparto del digitale grazie all’imprevedibile accelerazione dei processi di digitalizzazione. I dati Istat relativi al 1° trimestre 2023 sono stati analizzati ed elaborati dalla Fondazione Studi Consulenti del lavoro e inseriti nell’indagine “Italiani e lavoro nell’anno della ripartenza” presentata stamattina, 28 giugno 2023, presso la sede della Regione Emilia-Romagna, durante la conferenza di presentazione del Festival del Lavoro 2023, che prenderà il via domani pomeriggio presso l’Auditorium del Bologna Congress Center. Quello che emerge dall’analisi è un mercato del lavoro vivace. Ad aprile 2023, infatti, gli occupati hanno raggiunto i 23 milioni 446mila, il tasso di occupazione il 61%. A favorire tali risultati, le buone performance di alcuni settori. In primis l’edilizia, che ha visto aumentare di 214mila unità il numero di occupati (+16,5% confrontando i due trimestri 2019 e 2023). Il maggior aumento in termini percentuali, però, lo registra il settore dell’informazione e della comunicazione (157mila occupati in più, +27,5%). L’ultimo anno, poi, ha visto il boom del turismo, che tra il primo trimestre 2022 e il 2023 ha segnato un +10,3% portando il settore sopra i livelli pre-Covid.

Italiani e lavoro. L’età di chi trova lavoro
I dati, diffusi alla presenza di Vincenzo Colla, Assessore regionale allo sviluppo economico e green economy, lavoro, formazione e relazioni internazionali, e di Rosario De Luca, Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, mostrano tra i fenomeni più interessanti riscontrati dalla ricerca, la forte caratterizzazione demografica della crescita occupazionale. Tra il primo trimestre 2019 e lo stesso periodo del 2023, a fronte di un aumento di 474mila lavoratori, i giovani (15-34 anni) sono aumentati di 272mila unità (+5,4%, più che doppio rispetto al totale). Un trend che nell’ultimo anno sembra in consolidamento, con un ulteriore balzo in avanti pari al 3,9%. La riduzione della popolazione di età intermedia, soprattutto 35-44enni, ha causato un crollo degli occupati di cui hanno beneficiato giovani e senior. Tra gli over 55, l’incremento è stato del 14,8%.

Giovani italiani e lavoro. I contratti sono a tempo indeterminato
A contraddistinguere le tendenze dell’ultimo anno anche l’aumento del lavoro a tempo indeterminato. Rispetto al 2019 ci sono 613 mila occupati in più (+4,2%) e solo nel 2023 la crescita è stata del 3,7% (+542 mila), a fronte di un incremento del lavoro temporaneo molto più contenuto (+2,7% confrontando 2019 e 2023). La crescente concorrenzialità tra le imprese per l’acquisizione dei profili sempre più irreperibili sul mercato rappresenta un volano decisivo. È indicativo, poi, che proprio tra i giovani si registri il maggior aumento del tempo indeterminato (+13,4%, pari a 355mila occupati in più). Eppure, il fenomeno che più denota il dinamismo del mercato del lavoro è la sua accresciuta mobilità: il 6% degli occupati dichiara di aver cambiato lavoro negli ultimi due anni, ma tra i giovani la percentuale sale al 13%. A questi si aggiunge un 13% che si sta attivando per farlo, mentre il 26% non ha ancora compiuto azioni specifiche ma desidera un cambiamento professionale. Se la maggioranza dichiara di aver cambiato perché insoddisfatto della propria condizione (41%) e per assecondare un desiderio più generale di cambiamento della propria vita (16%), non stupisce che, dopo la crescita salariale, tra i fattori più ricercati nel nuovo lavoro emerga un migliore equilibrio lavoro-vita privata (30%).
Coerentemente, non si arresta il fenomeno delle dimissioni, che nel 2022 registra un ulteriore balzo in avanti del 9,7%, arrivando a quota 1 milione 255mila tra i lavoratori a tempo indeterminato. Considerando anche quelli a termine e stagionali si toccano i 2 milioni 156mila. Un fenomeno
alimentato anche dalla vivacità di alcuni settori: costruzioni, servizi di informazione e comunicazione, comparto sanitario su tutti.

Il lavoro femminile dopo la pandemia
Le donne sono state le più penalizzate durante la pandemia e quelle che hanno avuto più difficoltà a recuperare i volumi occupazionali pre-Covid. Eppure, le donne hanno registrato nell’ultimo anno una netta inversione di tendenza. Complice l’evoluzione della domanda di mercato, non solo è aumentata la partecipazione femminile al lavoro, ma anche la qualità dell’occupazione, con una crescita importante dei segmenti più qualificati e preparati. Tra il primo trimestre 2022 e lo stesso periodo del 2023, infatti, le occupate sono aumentate di 280 mila unità, molto più degli uomini (+232 mila). Il tasso di crescita delle prime è stato sensibilmente superiore: 2,9% contro l’1,8% degli uomini. Una tendenza che sembra destinata a consolidarsi, visto che anche le dinamiche dei primi mesi dell’anno continuano a registrare, per il segmento femminile, una crescita più accentuata di quella maschile

Italiani e lavoro, gli autonomi ancora in crisi
L’indagine mostra anche altri trend rilevanti del mercato occupazionale odierno. In particolare, la mancata ripresa degli autonomi, che ancora stentano a recuperare i livelli pre-Covid; le difficoltà di ricollocamento di chi ha perso il lavoro, seppur in presenza di una drastica diminuzione del tasso di disoccupazione; l’annoso problema dell’irreperibilità dei profili in linea con le esigenze aziendali.
Nel quadro di crescita generale, il lavoro autonomo stenta a dare segnali di ripresa. Colpiti duramente dalla crisi, gli occupati indipendenti non hanno recuperato i livelli occupazionali pre-Covid. Rispetto al 2019, quando erano 5 milioni e 223 mila, si è registrata una perdita di circa 214 mila occupati, il 4,1% in meno. Solo nell’ultimo anno si è avuto un leggero recupero, con un aumento di 50 mila unità (+1%) che ha riportato il numero degli autonomi di pochissimo al di sopra dei 5 milioni.

Le competenze che le aziende cercano nei lavoratori senza trovarle
“A fronte di una grande reattività del mercato, la mancata corrispondenza tra le competenze dei lavoratori e quelle richieste dalle imprese continua a rappresentare un profondo ostacolo alla crescita di lungo periodo. La digitalizzazione ormai rende imprescindibili figure professionali inedite, capaci di padroneggiare abilità finora ritenute non necessarie. Per questo aziende e lavoratori devono investire sui processi di aggiornamento e riqualificazione delle competenze ed è il motivo per cui abbiamo deciso di intitolare questa edizione del Festival ‘Competenze e innovazione, il futuro del lavoro’: sono le due dimensioni che più stanno determinando cambiamenti nel mondo di oggi” ha commentato Rosario De Luca, Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro.

Il festival del lavoro 2023
“In questo periodo caratterizzato da grandi difficoltà, in cui stiamo superando l’emergenza e al contempo progettando la ripartenza e la ricostruzione di una parte estesa del nostro territorio dopo le drammatiche alluvioni di maggio, il Festival del Lavoro, ospitato per il secondo anno consecutivo a Bologna, rappresenta un segno concreto di fiducia e speranza nel presente e nel futuro di tutto il sistema emiliano-romagnolo. Un appuntamento” ha sottolineato l’assessore Vincenzo Colla “che fornirà utili contributi sulle politiche per il futuro del nostro Paese, a partire dagli spunti interessanti emersi dalla ricerca su ‘Italiani e lavoro nell’anno della ripartenza’. Sarà, dunque, un’occasione importante per discutere di temi cruciali come la formazione, l’uso delle tecnologie, la qualità del lavoro e delle professioni. Infine, l’evento rappresenta anche un’opportunità per la città di Bologna, che potrà accogliere migliaia di persone mettendo in campo la sua rinomata ospitalità”.

La pagina web del Festival del lavoro: https://www.festivaldellavoro.it/

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