Salute e benessere Società

Protesi tricologiche per chi ha perso i capelli

Una proposta di legge regionale del Lazio per dare un contributo all’acquisto di protesi tricologiche (capelli) a donne e uomini con alopecia secondaria

L’alopecia può venire a seguito di chemioterapia o radioterapia per una patologia oncologica o dermatologica oppure per una patologia sistemica e ci sono casi della bruttissima alopecia areata (perdita di capelli a chiazze) a seguito di interventi di dermopigmentazione della zona sopraccigliare, infracigliare e di zone di cuoio capelluto. Non avere i capelli può creare, soprattutto nelle donne, un abbattimento morale e può portare a problemi di ordine psicologico sommando un ulteriore male a quello già in essere. Per questo è stata accolta con favore da tutte le associazioni che si occupano di patologie tricologiche e da tutti i pazienti la notizia della presentazione di una proposta di Legge della Regione Lazio per riconoscere un contributo per l’acquisto di protesi tricologiche alle donne e agli uomini che soffrono di alopecia secondaria transitoria o permanente a prescindere dalla causa. Una proposta di Legge che potrà fare da apripista a tutte le Regioni d’Italia.

La proposta di Legge regionale
L’attesa proposta di legge, che ha come prima firmataria la consigliera Roberta Della Casa, è stata presentata il 16 ottobre 2023 dall’Assessora regionale al Personale, Sicurezza urbana, Polizia locale ed Enti locali della Regione Lazio Luisa Regimenti, e da diversi consiglieri regionali. Fino ad oggi la Regione Lazio, pur riconoscendo alcuni contributi per l’acquisto di parrucche, ha demandato alle Asl l’onere di soddisfare le domande, situazione che spesso causa disomogeneità di prestazioni nelle diverse aree. La proposta di Legge Contributo a sostegno di dispositivi per contrastare gli effetti psicologici dell’alopecia secondaria derivante da patologia accertata o conseguente a terapia farmacologica e istituzione della banca dei capelli” ha l’obiettivo di centralizzare le procedure amministrative di recepimento delle domande e di erogazione dei contributi e amplia i beneficiari della disposizione, introducendo diverse patologie, non limitando il servizio alla sola protesi tricologica, considerando piuttosto tutti gli interventi di contrasto alla alopecia secondaria di volto e cuoio capelluto.

I contributi previsti
Nella proposta di legge si prevede che il contributo sia assegnato solo quando la patologia è accertata da medici specialisti e sarà pari all’80% della somma sostenuta dall’utente al netto dell’Iva e comunque mai superiore a 250 euro. Naturalmente, vi sarà un limite di reddito e il contributo sarà garantito solo a coloro che non superano i 50mila euro di ISEE mentre con ISEE inferiore a 20mila euro il contributo è pari al 100%. La legge stanzia 300mila euro per gli anni 2023, 2024, 2025 per i beneficiari.

Una banca dei capelli
La proposta prevede inoltre l’istituzione di una Banca dei capelli presso la Direzione Salute che coinvolga enti del terzo settore e soggetti di diritto privato come associazioni operanti nell’assistenza e sostegno al malato, imprese produttrici di dispositivi tricologici, parrucchieri.
“L’alopecia secondaria è una condizione che mette a dura prova i pazienti e le loro famiglie in quanto ha un grave impatto non solo sul corpo del paziente, ma anche sulla sfera psicologica e relazionale della persona. È importante sottolineare il cambio di paradigma di questa legge che nasce nella consapevolezza che bisogna curare la persona con la malattia e non soltanto la malattia. Oggi compiamo un passo avanti importante: semplifichiamo le procedure per ottenere il contributo per acquistare protesi tricologiche che non sono un vezzo ma, in molti casi, l’unico mezzo per riappropriarsi della quotidianità perduta” sottolinea l’Assessora Regimenti. «L’auspicio è che questo disegno di legge sia solo un primo passo di un percorso che dovrà portare al riconoscimento sociale e istituzionale dell’Alopecia per garantire ai pazienti e alle loro famiglie un miglioramento della qualità di vita e di benessere, affinché questa patologia sia inserita nei livelli essenziali di assistenza (Lea) e nel Patto per la salute”.

Una rete di sostegno
Ad oggi il contributo per i pazienti oncologici è già previsto e la Consigliera Roberta Della Casa, prima firmataria della proposta di legge ha detto: “Oggi i contributi vengono erogati ai cittadini dalle singole Asl, ma con la nostra proposta intendiamo centralizzare la procedura per l’erogazione delle risorse per non creare disparità tra i cittadini, e soprattutto crediamo sia giusto estendere la platea dei beneficiari. In tal senso sarà molto importante l’istituzione della Banca dei capelli, un progetto nel quale intendiamo coinvolgere gli enti del terzo settore, i singoli cittadini e le imprese di settore, per creare una rete a sostegno delle persone che hanno bisogno di aiuto e per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema. Ringrazio l’associazione Tricostar Onlus, da anni impegnata in questo ambito, che ci ha dato un prezioso contributo nella elaborazione di questa proposta di legge”.

prof. Daniele Campo

La presentazione organizzata dalla Tricostarc Onlus
Per illustrare la proposta presentata la Tricostarc Onlus ha invitato anche Daniele Campo, docente di tricologia presso l’Università Vanvitelli di Napoli e docente al Master in Scienze Tricologiche al Careggi di Firenze, che è intervenuto sui disagi psicologi causati dall’alopecia areata. Il professore ha mostrato un prezioso libro, Nosologia Methodica, François Boissier de Sauvages de Lacroix, Pagina 321 del II Volume, un libro scritto in latino del 1763 dove compare per la prima volta il termine alopecia areata. A seguire, la dott.ssa Carolina Casini consigliere regionale della Croce Rossa italiana e medico, ha ribadito l’importanza della donazione dei capelli, progetto ideato proprio dalla Tricostarc Onlus (https://www.tricostarc.it/tricostarc-sociale).

L’alopecia e la tricologia solidale
“Chi è affetto da Alopecia, sia essa transitoria, come ad esempio quella derivante dagli effetti collaterali generati dalla salvifica cura chemioterapica, sia essa permanente causata per lo più da patologie autoimmuni e da altri fattori, vive un disagio profondo perché essa stravolge i canoni estetici tradizionali e anche quelli personali. Non ci si riconosce più. La tricologia solidale nasce per garantire a tutti di avere i capelli. La malattia, anche quando non espone al rischio di vita, lentamente ti fa morire dentro. Per questo è essenziale rendere sempre più accessibili le protesi tricologiche. Spero che questa proposta di legge faccia da apripista anche per le altre regioni d’Italia” ha detto Giusy Giambertone, docente di Tricotecnica al Campus Bio-Medico di Roma, al Master in Scienze Tricologiche al Careggi di Firenze e all’università Luigi Vanvitelli di Napoli nonché presidente della Tricostarc Onlus.

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