Opportunità

Professione infermiera: ottime possibilità occupazionali

Florence Nightingale (foto da wiki)

Professione infermiera: ottime possibilità occupazionali secondo le ricerche del Censis

Secondo l’indagine realizzata dal Censis ben 9 laureati in Scienze infermieristiche su 10 trovano lavoro entro un anno dal conseguimento del titolo. Non solo: in Italia si aprono prospettive per l’assunzione di 266.000 infermieri in più entro il 2020

Attualmente ci sono 391 mila infermieri in Italia, ma essi dovranno aumentare di altre 266 mila unità entro il 2020: una richiesta di occupazione che trova un ampio consenso sociale anche nella cittadinanza italiana che per il 68,5% ritiene che siano oggi troppo pochi gli infermieri e che per questa ragione non si riesca a garantire un servizio sanitario adeguato.

Anche il fascino della professione è in aumento: oltre l’84% degli italiani vorrebbe che un figlio, un parente o un amico si iscrivesse al corso di laurea in Scienze infermieristiche ritenendola un’ottima scelta per una futura occupazione certa. Inoltre, il 76,6% degli italiani considera che si tratti di un’occupazione dall’alto valore sociale in quanto fornisce aiuto al prossimo.

Anche i liceali hanno mostrato di essere interessati ad intraprendere questa professione: tra le matricole di Scienze infermieristiche erano il 29% del totale nel 2003-2004, sono diventati il 46% nel 2009-2010; mentre i giovani per i quali il corso di studi in Scienze infermieristiche rappresenta la prima scelta, che erano il 46% delle matricole nel 2003-2004, sono diventati il 59% nel 2009-2010.

I risultati della ricerca del Censis, promossa dall’IPASVI (Federazione Nazionale Collegi Infermieri), sono stati presentati a Bologna il 22 marzo da Carla Collicelli, Vicedirettore del Censis, Annalisa Silvestro, Presidente della Federazione Nazionale Collegi Ipasvi, e Gennaro Rocco, Vicepresidente della Federazione Nazionale Collegi Ipasvi. In base a questi dati, la professione infermieristica ha un alto gradimento per gli italiani  e ottime possibilità lavorative. In particolare, ad essere molto apprezzate sono: le capacità tecnico-professionali (dal 55,6%); la capacità di relazionarsi con i pazienti e i familiari (51,2%); la cortesia e la gentilezza (44,7%).

Gli italiani che hanno avuto rapporti diretti o indiretti con una infermiera o un infermiere sono il 75,2% della popolazione e dichiarano che da essi si aspettano, nell’ordine: la capacità di creare un buon clima relazionale e l’attenzione agli aspetti psicologici e umani (per il 66%); un ottimo livello tecnico-professionale (per il 62,3%); la capacità di dare spiegazioni sulla diagnosi e la terapia (per il 25,5%).

La professione infermieristica giocherà un ruolo sempre più rilevante nella sanità del futuro, che sarà fatta di prevenzione e di presidi sul territorio. Già oggi comunque infermiere ed infermieri possono dare un contributo importante, ad esempio (come concorda il 48,5% degli italiani) i casi meno gravi che arrivano al pronto soccorso (i “codici bianchi”) potrebbero essere trattati direttamente da questi professionisti sulla base delle linee guida indicate dai medici allo scopo di ridurre i tempi di attesa senza abbassare la qualità del servizio.

L’accesso alla professione è però attualmente limitato in quanto la facoltà di Scienze infermieristiche è a numero chiuso e ciò viene considerato un errore dal 61,3% degli italiani in quanto, se non si fa salire il numero dei laureati, si rischia di non avere tutti gli infermieri di cui c’è bisogno. Alcuni (il 40% degli italiani) considerano invece il numero chiuso una garanzia per la selezione dei migliori studenti, anche se ammette che forse il numero dovrebbe aumentare (solitamente a questi corsi di laurea magistrale vengono ammessi circa 50 alunni ogni anno). Per accedere a questi corsi va presentata domanda di concorso e conseguire un punteggio (il cui massimo è 100) basato sui titoli presentati e sulle prove sostenute (quiz a risposta multipla).

Sulla presenza dei quiz come modalità per valutare gli studenti che potranno accedere al corso di laurea magistrale in Scienze infermieristiche non c’è sintonia di giudizio: il 38% degli italiani è a favore, il 38% è contrario e la restante percentuale lo giudica semplicemente l’unica possibilità esistente e dunque obbligata. I laureati stessi invece lo giudicano per il 45% un errore.
In ogni caso si segnala il fatto che il numero degli infermieri in uscita dalle nostre università è troppo basso per sostenere l’alto livello della richiesta lavorativa e per questo in Italia c’è un costante aumento del ricorso a infermiere e infermieri stranieri. Nel triennio 2007-2010 c’è stato un vero e proprio boom, con 8.000 infermieri stranieri assunti nel nostro Paese (un aumento del 25%).

 

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