Made in Italy

Marchi, brevetti e disegni in UE: un decennio sotto la lente

abito-rosso

Il fermento creativo caratterizza l’Europa e l’Italia è leader tra gli “innovatori moderati”.
È quanto emerge dal Rapporto 2014 dell’Osservatorio Unioncamere Brevetti, Marchi e Design, realizzato con Si.Camera e pubblicato a fine anno 

di Daniela Delli Noci

L’analisi prende in considerazione il ricorso agli strumenti europei di proprietà industriale nel decennio 2004-2013 e si focalizza, in particolare, su tre titoli comunitari: il brevetto europeo, il marchio comunitario e il disegno comunitario.

ferruccio-dardanello“Obiettivo di questo lavoro” ha detto il Presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello “è di offrire alle istituzioni, alle imprese e all’opinione pubblica, gli strumenti di analisi delle strategie di innovazione tecnologica e di differenziazione del prodotto praticate dalle aziende e dai gruppi italiani. Un know how prezioso per aiutare soprattutto le piccole e piccolissime imprese a fare un salto di qualità, recuperando competitività sui mercati globali”.

L’Italia innova prevalentemente nei campi legati al design e ai marchi di impresa, gli stessi che permettono di realizzare i migliori risultati nelle esportazioni di prodotti e servizi relativi al made in Italy. Sono in crescita i brevetti “green” presentati dai nostri connazionali, aumentati del 6,3% e relativi alla produzione di energia da fonti rinnovabili, alla gestione dell’inquinamento, all’efficienza energetica, ai trasporti e alla mobilità sostenibile.
Sulla base degli strumenti utilizzati dall’UE per classificare i Paesi con maggiori capacità espresse di innovazione, l’Italia si posiziona tra gli “innovatori moderati”, quelli i cui risultati si posizionano leggermente al di sotto della media europea; nell’ambito di questo gruppo, il nostro paese emerge su tutti gli altri, anche se i dati che ci riguardano sono distanti da quelli dei paesi ad alto tasso di innovazione, come la Danimarca, la Germania e la Svezia.

Impresa creativa e innovativa

L’impresa è il luogo ideale nel quale sviluppare le idee innovative e a dimostrarlo sono i dati relativi alle domande di brevetto pubblicate dall’EPO, l’85% delle quali proviene dal mondo imprenditoriale; altrettanto consistenti sono le percentuali relative alle domande di design comunitario depositate presso l’UAMI (93%) ed ai marchi comunitari (88%) provenienti dalle aziende.
L’Italia sembra però procedere con cautela; il rendimento innovativo, cresciuto costantemente fino al 2012, ha subito una battuta d’arresto nel 2013 e il nostro paese, pur registrando una crescita per la maggior parte degli indicatori, presenta risultati inferiori rispetto alla media dell’Unione europea. A penalizzarci sono, soprattutto, i pochi investimenti in capitale di rischio, le scarse spese per l’innovazione e la bassa occupazione in attività a elevata intensità di conoscenze.
Gli elementi-cardine in grado di far crescere le imprese e di favorire la loro espansione sui mercati, sono la valorizzazione degli strumenti di proprietà industriale e la capacità di integrarli nelle strategie aziendali, per poter proteggere e far valere i propri diritti e per trarne vantaggio in termini economici. Le imprese italiane, come emerge dal Rapporto, spesso sottovalutano il ruolo di marchi, brevetti e design, nonché dei nomi a dominio su internet e delle conoscenze e abilità operative acquisite dall’azienda, il “know-how” interno, che hanno invece un valore consistente e trasferibile.

Innovazione e tutela del Made in Italy

I disegni e i marchi comunitari sono lo strumento individuato dal nostro paese per tutelare i settori tipici del Made in Italy; dal Nord Est proviene il 43% delle quasi 100 mila domande italiane di disegni depositati all’Ufficio per l’Armonizzazione del Mercato Interno (UAMI) e dal Nord Ovest il 40% dei circa 60 mila marchi depositati presso lo stesso ufficio nel decennio preso in considerazione dal Rapporto. Il triangolo creativo del design è formato da Milano, Treviso e Udine.
Il capoluogo lombardo guida la classifica delle province italiane più innovative, con il 18,4% dei marchi depositati in Europa negli ultimi cinque anni; quanto alle domande di brevetto pubblicate dall’ EPO – European Patent Office nel decennio 2004-2013, è ancora Milano a guidare la classifica (16%), seguita a distanza da Torino (7,5%), Bologna (6,3%) e Roma (5,1%); la prima provincia del Sud per numero di brevetti comunitari è Napoli (0,8%). La palma della regione con il maggior numero di brevetti spetta, come è prevedibile, alla Lombardia, seguita da Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte e Toscana; fanalino di coda è il Molise.
I prodotti per i quali si registra un maggior ricorso alla protezione del design appartengono prevalentemente ai settori tradizionali del made in Italy: la casa, l’arredamento, la moda, l’illuminotecnica e il packaging. Su base provinciale, Milano è al primo posto anche per quanto riguarda il design, con il 15% delle domande italiane depositate in Europa, seguita da Treviso (6,6%) e da Udine (5,5%).
Il contributo apportato dalle industrie ad alta intensità di diritti della proprietà intellettuale all’economia dell’Unione europea è consistente, come appare dai risultati di uno studio dell’Ufficio europeo dei brevetti e dell’UAMI: circa il 39% dell’attività economica complessiva dell’Ue ruota attorno a industrie ampiamente basate sui diritti di proprietà intellettuale – ossia quelle che creano e posseggono legalmente brevetti, marchi e diritti d’autore; queste ultime generano direttamente circa il 26% di tutti i posti di lavoro nell’UE (56 milioni) a cui si somma un altro 9% derivante dall’indotto; contribuiscono, inoltre, per il 90% agli scambi commerciali totali dell’Ue con il resto del mondo.

Gli effetti della crisi su brevetti, marchi e disegni industriali

Il Rapporto ha poi focalizzato l’attenzione sugli ultimi cinque anni, all’indomani della crisi economica e finanziaria del 2009, per analizzarne gli effetti sulla proprietà industriale. Inevitabile la flessione delle domande di brevetto, con una frenata che ha riguardato principalmente il Nord Est, il Sud e il Nord Ovest; il Centro ha presentato invece migliori risultati, grazie al forte incremento di domande inoltrate dagli enti. L’indagine ha messo in evidenza che, sebbene le domande di brevetto europeo e di design comunitario abbiano risentito della situazione economica, quelle relative al marchio comunitario hanno invece mostrato un andamento di crescita in controtendenza, in particolare a partire dal 2012. Per meglio fronteggiare la crisi, le imprese sembrano puntare sulla diversificazione e sull’ampliamento del portafoglio prodotti/servizi, registrando un numero crescente di segni distintivi a rafforzamento dell’immagine di impresa – per difendersi dalla contraffazione ad esempio – nonché per la tutela o per la conquista di nuovi spazi di mercato.

Potrebbe interessarti