Fisco e norme

In vigore la nuova normativa sul RAEE

In vigore la nuova normativa sul RAEE. L’Italia dovrà conformarsi entro il 14 febbraio 2014

 

La Direttiva europea sui rifiuti elettrici ed elettronici è entrata in vigore a partire dal 13 agosto ed ha lo scopo di tutelare l’ambiente e usare in modo più efficiente le risorse, con il recupero delle materie prime e secondarie e la loro re immissione in commercio

La raccolta e il corretto trattamento di questo tipo di rifiuti ha un potenziale straordinario in quanto permette il riciclaggio di materie preziose come oro, argento e rame nonché di metalli rari usati nella fabbricazione di televisori, computer e telefonini.

Come ha dichiarato il Commissario europeo per l’ambiente, Janez Potočnik, “in un contesto di crisi economica e di aumento dei prezzi delle materie prime, rendere più efficiente l’uso delle risorse significa coniugare vantaggi per l’ambiente e opportunità di crescita e innovazione”.

La direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio Europeo, che alleghiamo all’articolo, fissa come obiettivo di raccolta di apparecchiature elettroniche il 45% delle apparecchiature vendute da raggiungere dal 2016 (e del 65% dal 2019) o, in alternativa, dell’85% dei rifiuti elettrici ed elettronici prodotti, ma la Commissione Europea invita a far presto: “ora siamo chiamati ad organizzare nuovi canali di raccolta dei rifiuti elettronici e a migliorare l’efficienza di quelli già operativi. Invito gli Stati membri ad allinearsi a questi nuovi obiettivi prima del termine previsto per la loro attuazione” dice il Commissario Potočnik.

I venditori al dettaglio di materiale elettrico ed elettronico sono tenuti già dal 2003 a ritirare gli apparecchi che la clientela vuole buttare e lo devono fare gratuitamente e al domicilio del cliente. Il rivenditore deve a proprie spese (ma ha i contributi pubblici europei per farlo) trasportare e avviare al riciclaggio tali RAEE.

Se oggi ancora non tutti i rifiuti elettronici sono sottoposti a particolari obblighi (vedi ns. articolo https://www.donnainaffari.it/home/adempimenti/obblighi-legali/66-raee-gli-obblighi-dei-commercianti-di-apparecchiature-elettriche-ed-elettroniche-.html ), a partire dal 2018, dopo opportune valutazioni d’impatto, l’ambito di applicazione della direttiva sarà esteso a tutte le categorie di rifiuti elettronici.

La direttiva entrata in vigore ad agosto offre agli Stati membri anche gli strumenti per contrastare più efficacemente le esportazioni illecite di rifiuti: le spedizioni illecite di RAEE costituiscono infatti un problema grave. Esse vengono dissimulate sotto forma di spedizioni legali di apparecchiature usate, allo scopo di aggirare la normativa dell’UE sul trattamento dei rifiuti, ma la nuova direttiva obbligherà gli esportatori a verificare il funzionamento delle apparecchiature e a documentare la natura delle spedizioni sospettate di essere illegali.

Con la nuova direttiva inoltre verranno ridotti gli oneri amministrativi, grazie all’armonizzazione degli obblighi nazionali in materia di registrazione e comunicazione: in questo modo i vincoli degli Stati membri relativi ai registri dei produttori di rifiuti elettronici, saranno ora maggiormente allineati.

Bisogna considerare che, ad oggi, solo un terzo dei rifiuti elettrici ed elettronici nell’UE è oggetto di raccolta differenziata nel quadro del regime previsto anche se l’attuale tasso di raccolta obbligatorio in vigore in tutti i Paesi dell’Unione è pari a 4 kg di RAEE pro capite, che corrisponde a 2 milioni di tonnellate l’anno, a fronte delle circa 10 milioni di tonnellate annue di rifiuti generate nell’UE.
Si stima che entro il 2020 il volume dei RAEE raggiungerà i 12 milioni di tonnellate. Per questo motivo il target fissato dalla nuova direttiva a partire dal 2019 (la raccolta dell’85% della produzione complessiva di RAEE), farà sì che nel 2020 la raccolta differenziata riguardi circa 10 milioni di tonnellate di rifiuti, l’equivalente di 20 kg pro capite.

I cambiamenti per l’Italia

Entro il 14 febbraio 2014 gli Stati membri dovranno modificare la legislazione nazionale vigente in materia di RAEE per conformarsi alle disposizioni della nuova direttiva e ai nuovi obiettivi. I consumatori potranno consegnare i rifiuti elettronici di piccole dimensioni ai negozi al dettaglio, salvo nei casi in cui i sistemi di raccolta già in uso dimostrino di essere almeno altrettanto efficaci. Al contempo, nuove regole in materia di onere della prova (inversione dell’onere della prova) saranno applicabili alle spedizioni di apparecchiature usate sospettate di costituire spedizioni illecite di rifiuti.

Dal 2016, gli Stati membri dovranno garantire la raccolta del 45% delle apparecchiature elettriche ed elettroniche vendute sul territorio nazionale e dal 2018 la direttiva si applicherà a tutte le apparecchiature elettriche ed elettroniche, nessuna categoria esclusa.

Dal 2019, invece, l’obiettivo di raccolta salirà al 65% delle apparecchiature elettriche ed elettroniche vendute, o, in alternativa, all’85% dei RAEE prodotti.
Ad alcuni Stati membri sarà concessa una deroga temporanea dai nuovi obiettivi di raccolta in ragione di un’insufficienza delle infrastrutture necessarie o di uno scarso livello di consumo di apparecchiature elettroniche.

La nuova direttiva conferisce alla Commissione i poteri per armonizzare la frequenza del flusso di comunicazioni dei produttori verso i registri nazionali e il formato previsto per la registrazione e le comunicazioni.

Si ricorda che la direttiva RAEE (direttiva 2002/96/CE) che si segue in questo momento è entrata in vigore dal febbraio 2003. Essa prevedeva l’istituzione di regimi di raccolta che consentissero ai consumatori di restituire gratuitamente i loro rifiuti elettronici, allo scopo di limitare i danni alla salute umana e all’ambiente dovuti alle sostanze pericolose contenute nei RAEE e di aumentare il riciclaggio e/o il riutilizzo di prodotti e materiali.

All.

 

pdf Nuova-Direttiva-RAEE.pdf

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