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Il Consiglio di Stato blocca l’assunzione dei dirigenti scolastici vincitori di concorso

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Il Consiglio di Stato blocca l’assunzione dei dirigenti scolastici vincitori di concorso

Il primo settembre si aprono le scuole, ma senza i presidi. Un anno scolastico che inizia ai limiti del caos anche grazie a un concorso viziato da troppi errori che ha portato al blocco dell’assunzione dei 335 nuovi dirigenti che lo avevano vinto per la Lombardia

L’ipotesi è quella che siano stati somministrati migliaia di quesiti sbagliati, che siano state composte alcune commissioni illegittime (anche con la presenza di dirigenti sindacali) e che sia stata male organizzata la prima prova scritta (con buste trasparenti). Ora la parola spetta al TAR del Lazio, la cui udienza di merito è stata fissata per il 22 novembre 2012.

 

Continuano a non filare lisce le cose per la scuola. Il concorso per assumere 2mila nuovi dirigenti è a rischio di annullamento in quanto il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso dei candidati che chiedevano di dar seguito alla sentenza del TAR che aveva bloccato l’assunzione dei presidi lombardi.

Secondo il sindacato ANIEF, il TAR del Lazio “non potrà fare altro che ordinare di rinnovare l’intera procedura. A meno che non intervenga una soluzione politica proposta dal Parlamento”.
Sempre il TAR del Lazio dovrà pronunciarsi pure sul merito dei ricorsi presentati da ben 8mila candidati che hanno denunciato la violazione del bando di concorso e la somministrazione di quis errati.

Il sistema scolastico lombardo potrebbe dunque entrare nel caos anche considerando che dal 1° settembre, con il pensionamento di numerosi presidi, sono oltre 500 le scuole prive di capo d’istituto. Di conseguenza, esse dovranno avere un preside “reggente” proveniente da altre scuole, cosa che comporterà che i presidi in servizio dovranno dirigere contemporaneamente più scuole, anche 4 o 5.

I candidati vincitori del concorso, se non fossero più assunti per via di queste vicende, tra le quali il fatto che le buste che contenevano i dati anagrafici dei candidati durante la prova scritta erano trasparenti e dunque non garantivano l’anonimato, saranno costretti a riprendere l’anno scolastico di nuovo come insegnanti.

Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief e delegato ai quadri e direttivi della Confedir, “a questo punto nel prossimo mese di novembre il tribunale amministrativo non potrà però fare altro che ordinare di rinnovare l’intera procedura concorsuale: in tal modo si potrebbe avere un numero maggiore di idonei da ricollocare nelle tante scuole rimaste senza dirigenza. A meno che non intervenga una soluzione politica proposta dal Parlamento, auspicabile, per porre rimedio alla cattiva gestione del concorso da parte dell’amministrazione. Con una soluzione politica verrebbero tutelati da una parte gli idonei dirigenti nominati al termine delle prove, certamente meritevoli di aver superato l’intero percorso, dall’altra gli altri candidati ricorrenti a cui è stata preclusa la possibilità stessa di esser valutati per le competenze e le conoscenze specifiche sulla materia. Queste sono le due strade percorribili, ‘tertium non datur’”.

La soluzione auspicata dall’Anief agevolerebbe le operazioni di assunzione che si renderanno necessarie se nel frattempo l’amministrazione ritornerà ad un maggiore numero di scuole autonome, previsto dalla normativa precedente al dimensionamento dichiarato incostituzionale dalla Consulta: un dimensionamento scolastico, già ritenuto incostituzionale, che ha ridotto proprio la metà dei posti messi a concorso per nuovi dirigenti. La soluzione, dettata da meri motivi di bilancio, ha prodotto altri nuovi ricorsi, questa volta presentati dagli idonei, privati improvvisamente della sede scolastica cui avrebbero dovuto essere assegnati.

 

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