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Come aiutare le startup? Sgravi fiscali e meno burocrazia

Come aiutare le startup? Sgravi fiscali e meno burocrazia

 

Presentato il rapporto “Restart Italia!”sulle start up innovative, voluto dal Ministero per lo Sviluppo Economico. Quasi 200 pagine di studio approfondito e infografiche che, a partire dalla definizione di “startup”, arrivano ad una serie di proposte più o meno concrete e più o meno a lungo termine per dare nuovo slancio al mondo dell’imprenditoria

Lo studio è stato voluto dal Ministro per lo Sviluppo Economico Corrado Passera, che a questo scopo ha creato nella scorsa primavera una vera e propria task force di esperti di impresa e innovazione.

 

I consigli degli esperti sono poi stati accolti quasi integralmente nel Decreto Legge “Crescita bis” 179/2012, approvato di recente, e che alleghiamo all’articolo. In questi giorni il rapporto è stato presentato a Firenze, dove alcuni esperti lo hanno illustrato.

Startup innovative: alcune definizioni

Lo studio definisce uno specifico target di startup innovative, attualmente stimate in 2.500 in tutta Italia. Hanno da zero a quattro 4 anni di attività alle spalle, sono controllate almeno al 51% da persone fisiche, non distribuiscono utili, hanno un fatturato dell’ultimo anno inferiore ai 5 milioni di euro. Oltre a questi parametri numerici, il rapporto prevede anche specifici valori che possano misurare l’effettiva “innovatività” delle startup: per esempio devono avere almeno il 30% degli investimenti in ricerca e sviluppo, oppure almeno 1/3 della forza lavoro complessiva costituita da dottorandi, dottori di ricerca o ricerca. Lo studio stabilisce inoltre che queste imprese si debbano iscrivere ad una speciale sezione del registro per le imprese delle Camere di Commercio, che preveda la condivisione dei dati della sua attività, condizione contabili e ai rapporti con gli altri attori della filiera.

 

Meno burocrazia, sgravi fiscali, nuove forme di lavoro e di pagamenti

I rappresentanti della task-force di “Restart Italia” hanno presentato anche le principali misure di sostegno alle startup. In fase di avvio e di lancio, per esempio, la possibilità di creare una “iSrl”: una forma di impresa semplificata e deburocratizzata, che preveda per esempio uno “statuto zero” – cioè uno statuto standard che si può adottare velocemente e sottoscrivere con gli altri eventuali soci fondatori – e la possibilità di inviare direttamente alla Camera di Commercio i dati dell’avvio dell’attività, senza passare per il notaio. A 48 mesi dall’avvio, il pacchetto iSrl decade e la startup diventa una Srl tradizionale.

Passando agli sgravi fiscali, il pacchetto “Restart” prevede la possibilità che nei primi 4 anni di vita la startup paghi Iva ed Ires “per cassa”, ossia non in base a quanto contabilizzato, ma a quanto materialmente riscosso.

Misure light anche per quanto riguarda il lavoro all’interno delle startup. Nei primi 4 anni di attività si prevede la possibilità di assumere a tempo determinato in forma semplificata e cioè con un  primo contratto di almeno 6 mesi e con successivi rinnovi contrattuali anche non continuativi fino al terzo anno, momento in cui è consentito un solo rinnovo per un anno. Al termine dei primi 48 mesi, i membri del team della startup devono essere confermati a tempo indeterminato, oppure il rapporto di lavoro deve necessariamente cessare senza continuare in nessun’altra forma.

Per quanto riguarda la remunerazione, sono previste le “ stock options”, ossia un pagamento a parte fissa, che segue i minimi tabellari, e uno a parte variabile, anche con quote della società. Così come si introduce il “work for equity” nei confronti di fornitori esterni, che possono esser remunerati con quote societarie, riducendo le esigenze di cassa ed introducendo altri “soci” nel rischio imprenditoriale.

La presentazione del rapporto a Firenze

Per presentare il rapporto e le facilitazioni per gli startupper contenute in “Restart Italia”, nel corso di un evento a numero chiuso promosso da Giovanisì della Regione Toscana e Giovani imprenditori della Cna regionale, sono arrivati a Firenze Alessandro Fusacchia – coordinatore della task force sulle startup e consigliere del Ministro Passera per gli affari europei e i giovani, il merito e l’innovazione – e Paolo Barberis, fondatore della web company Dada, che a Firenze ha il suo storico quartier generale, e membro della task force che ha steso il rapporto. Ad un pubblico composto per lo più da giovani imprenditori toscani, i due rappresentanti del gruppo di esperti su innovazione e impresa hanno spiegato che “Restart Italia” significa prima di tutto un cambio di prospettiva: basta quindi con i fondi a pioggia alle imprese. Le migliori agevolazioni, insomma, sono quelle che prevedono sgravi fiscali e semplificazioni per chi investe.

Agnese Fedeli

 

pdf D.L. N. 179/2012.pdf

 

pdf Versione sintetica Rapporto Restart Italia.pdf

 

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