Studi e ricerche

La nuova PAC 2014-2020. Tutte le novita per gli agricoltori

Cannata-Inea

La nuova PAC 2014-2020. Tutte le novità per gli agricoltori

Dal budget a disposizione dell’Italia alle questioni rilevanti per il nostro Paese. L’Audizione del Commissario Straordinario dell’INEA (Istituto Nazionale di Economia Agraria), Giovanni Cannata, alla Commissione Agricoltura e produzione agroalimentare del Senato

La Politica Agricola Comune post 2013 riguarda i prossimi sette anni: l’accordo finale è stato raggiunto ma ci sono alcune questioni che vanno affrontate direttamente dalle istituzioni italiane in quanto influenzeranno le scelte nazionali e condizioneranno l’attuazione della nuova PAC.

La PAC rappresenta l’insieme delle regole che l’Unione Europea, fin dalla sua nascita, si è data allo scopo di: incrementare la produttività dell’agricoltura; assicurare un tenore di vita equo alla popolazione agricola; stabilizzare i mercati; garantire la sicurezza degli approvvigionamenti; assicurare prezzi ragionevoli ai consumatori. Ogni Paese membro ha a disposizione dei fondi europei per attuare politiche interne che attuino tali obiettivi.

Per il periodo 2014-2020 l’Italia avrà a disposizione 27 miliardi di euro per il Primo Pilastro e 10,4 miliardi per il Secondo. Il primo pilastro riguarda gli interventi di mercato e il regime di pagamenti diretti agli agricoltori (e al riguardo alleghiamo all’articolo il nuovo regolamento); il secondo pilastro riguarda le azioni di promozione dello sviluppo rurale.

A ciascun pilastro corrisponde un fondo europeo, e in particolare:

  • il FEAGA (Fondo Europeo Agricolo di GAranzia);
  • il FEASR (Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale).

Per il primo pilastro l’Italia avrà 3,8 miliardi di euro l’anno; per il secondo 1,5 miliardi l’anno.

Nel complesso l’Italia ha perso delle risorse, in quanto in generale sono stanziate meno risorse per l’agricoltura (-12%, per tutti gli Stati membri). Inoltre l’Italia è stata penalizzata di un 6,5% dal processo di convergenza dei pagamenti diretti.

mappa-aree-rurali-italianeIl Commissario Cannata ha spiegato che comunque “la nuova PAC consente di selezionare in maniera adeguata i beneficiari del sostegno, non solo delineando specifici contesti (zone svantaggiate, aree con vincoli naturali), ma anche individuando specifiche categorie (agricoltori professionali, giovani) e specifici problemi produttivi (sostegno accoppiato), con il duplice obiettivo di semplificare l’accesso al sostegno e valorizzare al massimo le interrelazioni tra agricoltura e l’ambiente. In questo senso gli Stati Membri dovranno intraprendere delle scelte cruciali e funzionali alla piena realizzazione della riforma. L’INEA partecipa fattivamente al tavolo di lavoro del Mipaaf e degli altri soggetti istituzionali coinvolti  fornendo analisi di scenario e  simulazioni necessarie alla valutazione dei possibili impatti della riforma”.

I fondamenti della riforma sono i seguenti:

  • flessibilità degli strumenti vs. semplificazione a favore dei beneficiari; 
  • rilancio del ruolo degli Stati membri attraverso la definizione di obiettivi nazionali;
  • sinergie tra politiche per l’agricoltura e sostenibilità: valorizzazione dei beni pubblici prodotti in agricoltura;
  • sostegno mirato a specifici contesti (zone svantaggiate, aree con vincoli naturali), specifiche categorie (agricoltori professionali, giovani) e a specifici problemi produttivi (sostegno accoppiato).

Gli elementi innovativi del Primo pilastro della PAC riguardano gli agricoltori attivi, ovvero quelli che ricevono 5.000 euro o meno di pagamenti diretti, con possibilità  per gli Stati membri di:

  • abbassare questa soglia (es: coincidenza con il premio per il regime piccoli agricoltori);
  • escludere coloro la cui attività agricola non è rilevante o non è l’attività principale;
  • escludere comunque coloro che prendono livelli di aiuti molto bassi (soglia minima).

Con la riforma il sostegno verrà assicurato dunque agli agricoltori attivi individuati da ciascuno Stato Membro all’interno di paletti definiti a livello comunitario (la cosiddetta “lista negativa”: aeroporti, ferrovie, campi sportivi, ecc.).

I nuovi pagamenti diretti avranno una nuova struttura, la convergenza esterna e interna e verranno regionalizzati. Le nuove politiche di mercato si baseranno su una OCM unica, ovvero una sola organizzazione comune dei mercati.

L’attuale “pagamento unico” verrà sostituito da sette componenti, alcune da attivare obbligatoriamente e altre facoltative in modo che gli Stati Membri possano “cucirsi addosso” la PAC più adatta alle proprie esigenze.

Il “pagamento verde” è invece una componente obbligatoria e viene corrisposto solo a chi si impegna a rispettare alcune specifiche pratiche eco-compatibili (mantenimento dei prati-pascoli, diversificazione colturale, preservazione di un’area di interesse ecologico). Ad esso è dedicato il 30% del massimale assegnato ad ogni Stato membro.

Le questioni rilevanti per il II pilastro della PAC sono:

  • Il nuovo Quadro strategico comune per tutti i fondi strutturali, compreso il FEASR per lo sviluppo rurale.
  • L’accordo di partenariato che contiene la strategia di ciascuno Stato membro per tutti i Fondi (documento di programmazione nazionale).
  • Programmi operativi nazionali o regionali per ciascun Fondo.

I nuovi Programmi di sviluppo rurale (PSR) che abbandonano la struttura per Assi e si costruiscono sulla base di 6 priorità tematiche e 18 focus aree.

Le scelte da compiere in Italia per il primo pilastro 

Si dovrà passare dall’aiuto storico a un aiuto forfetario a ettaro (la “regionalizzazione”). Le istituzioni italiane dovranno scegliere con quale criterio potranno attuare il modello “regionalizzato”. Si potrà optare per:

  • regione unica (intero SM);
  • regioni amministrative;
  • regioni omogenee (sotto il profilo fisico, ambientale, socioeconomico).

Stessa scelta dovrà attuare l’Italia per quanto concerne la distribuzione dei pagamenti diretti: potrà decidere di applicare il criterio della SAU; del valore di pagamenti; del PLV o VA, ecc.

Gli elementi cruciali delle scelte poste in campo dovranno comunque essere l’individuazione dei beneficiari, con la scelta della regione, e l’articolazione e criteri distributivi dei pagamenti diretti. La selezione dei beneficiari passerà attraverso la definizione degli agricoltori attivi e la fissazione delle soglie minime di accesso ai pagamenti; la scelta della regione porta invece con sé effetti redistributivi non indifferenti tra aree e all’interno di ciascuna area individuata.

La diversa articolazione e distribuzione dei pagamenti diretti può favorire alcune specificità o servire come elemento equilibratore rispetto agli effetti della regionalizzazione.

La programmazione 2014-20 pone nuove sfide per lo sviluppo delle aree rurali legate a:

  • nuova architettura del sistema di governance delle politiche;
  • nuovi strumenti di programmazione (Accordo di programma, Community-led local development – CLLD);
  • maggiore integrazione con Fondi strutturali;
  • programmazione di alcune misure a livello nazionale;
  • nuove o più incisive priorità di intervento;
  • pacchetti di misure e progetti integrati, cooperazione;
  • possibilità di inserire nei PSR sottoprogrammi incentrati su tematiche specifiche: giovani, donne, piccole aziende, zone montane, filiera corta, mitigazione cambiamenti climatici.

Per quanto concerne i PSR (Piani di Sviluppo Rurale) dei sette anni presi in esame, essi saranno incentrati prioritariamente su:

  • innovazione attraverso il sistema di consulenza e il Partenariato Europeo per I’innovazione;
  • capitale umano – ricambio generazionale dell’imprenditoria agricola; 
  • formazione, informazione e consulenza; 
  • nuove forme di imprenditoria e occupazione nelle aree rurali;
  • progettazione integrata di filiera – filiere corte e locali e filiere di sistema;
  • misure agroambientali e interventi per la gestione delle risorse naturali;
  • energie rinnovabili e riutilizzo scarti produttivi a fini energetici;
  • sviluppo locale (azioni per le comunità locali e sviluppo innovativo).

Sono previsti programmi/misure nazionali per gli interventi relativi alla gestione del rischio, biodiversità, gestione risorse idriche e Rete Rurale Nazionale.  

Una volta conclusa l’esposizione da parte del Commissario Straordinario Cannata, il senatore Roberto Formigoni, presidente della Commissione, e gli altri membri della stessa hanno espresso il loro vivo apprezzamento per le chiare e precise informazioni fornite dall’INEA, suffragate da dati ritenuti di vitale importanza per una più consapevole analisi e per una conseguente azione di indirizzo politico.

pdf Nuovo Regolamento PAC

Potrebbe interessarti