Politica e donne

Quote rosa dal plenum del Csm la richiesta al ministro Orlando di modifica del sistema elettorale

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Quote rosa: dal plenum del Csm la richiesta al ministro Orlando di modifica del sistema elettorale

L’importanza di varare una nuova legge elettorale del Consiglio superiore della magistratura che presieda al buon funzionamento dell’organo di autogoverno, promuovendo in modo unitario e trasversale la corretta rappresentanza femminile tra i componenti, togati e laici.

È questa l’istanza di cui si sono fatte promotrici le dr.sse Giuseppina Casella e Giovanna Di Rosa, uniche due togate che siedono in questa consiliatura, approvata dal plenum del Csm, passata con 14 voti favorevoli, 7 astenuti e il no del laico Nicolò Zanon, presentata al ministro della Giustizia, Andrea Orlando.

andrea-orlandoTre sono i punti da chiarire entro i quali prevedere soluzioni di intervento: introdurre la doppia preferenza e la rappresentanza di genere “obbligatoria”, ovvero norme che garantiscano un numero di donne nell’elezione della componente togata pari o proporzionale a quello degli uomini; la riserva di una quota minima di genere di un terzo sia per la componente togata sia per la componente laica.

La questione delle “pari opportunità” in magistratura resta più che mai aperta. La presenza femminile è, come si evince dal documento prodotto durante la plenaria, «decisamente scarsa»; dalle ultime statistiche di servizio, secondo cui le donne in magistratura sono il 48%, rimane forte la discrepanza ai vertici: al Csm sono due le donne su 24 eletti; sono solo il 13% dei procuratori capo, 5 sono presidenti di sezioni della Corte di Cassazione, ma nessuna donna è procuratore generale di corte d’Appello o avvocato generale dello Stato in Cassazione. Questo ci pone in Europa al 21/mo posto nella classifica della parità per i ruoli direttivi degli organi giudicanti. 

giovanna-di-rosaAncora oggi, nonostante siano passati 50 anni dalla legge 66 del 1963 che in esecuzione di una sentenza della Consulta ha parificato l’accesso tra uomini e donne alle carriere pubbliche e sebbene le donne rappresentino la maggioranza (60%) tra i vincitori di concorso in magistratura, non si può certo sostenere che sia stata raggiunta una completa parificazioni di generi. Ed allora, se oggi la presenza delle donne è divenuta così massiccia, la presenza femminile non può più essere disconosciuta o sminuita, ma va adeguatamente valutata e soprattutto “rappresentata”.

giuseppina-casella Ma come? Casella e Di Rosa considerano non sufficientemente efficaci l’introduzione delle “quote di genere” nelle liste elettorali, richiedono altresì la misura della “quota di risultato” nella composizione finale dell’Organo. Una proposta che il plenum chiede al ministro Orlando di adottare, che potrebbe rompere quei meccanismi chiusi, oggi costruiti in modo da negare alle donne opportunità di candidature in posizioni di eleggibilità.

Noemi Roccatani

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