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Industria cinematografica, donne del cinema e internazionalizzazione

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Donne che vengono dal freddo: Ingrid Bergman al Nordic Film Fest
I cento anni di Ingrid Bergman, i nuovi talenti femminili del NordEuropa, e le opportunità di lancio sul mercato mondiale per le imprese del cinema italiano 

di Amelia Vescovi, giornalista

Un’attrice svedese che parla inglese molto bene, che non ha dimenticato il suo tedesco, non si fa quasi capire in francese, e in italiano sa dire solo “ti amo”: così si dipinge Ingrid Bergman nella famosa lettera in cui si propone come attrice a Roberto Rossellini, il regista da cui ha avuto tre figli e con cui ha stabilito una intensa collaborazione artistica. Cittadina del mondo, la protagonista di capisaldi del cinema come “Per chi suona la campana” e “Casablanca” nasce in Svezia e attraversa Europa e Stati Uniti lasciando una traccia indelebile nella storia del cinema di tutti i tempi. A lei è dedicata la mostra fotografica, che celebra il centenario della sua nascita , fino al 23 maggio presso la Casa del Cinema di Roma, in occasione della quarta edizione del Nordic Film fest. Organizzata dall’Associazione Santa Marinella Viva, in collaborazione con il giornalista Rosario Tronnolone, la mostra si articola in due sezioni: 30 immagini di Ingrid Bergman durante le sue vacanze estive a Santa Marinella in compagnia dei figli, del marito Roberto Rossellini, e di alcuni noti amici attori, molte di provenienza dell’Istituto Luce, e i fotogrammi tratti dai suoi film, spettacoli teatrali e televisivi. Bellezza, fascino, ma anche serenità, e desiderio di vivere ogni esperienza, da quella familiare a quella professionale, con grande determinazione ed impegno. E’ quanto emerge dalle suggestive immagini della mostra: “Una donna moderna, poliedrica, determinata, che ha affrontato mille sfide nella sua carriera. All’apice del successo dopo aver conquistato Hollywood, viene in Italia per lavorare con il grandissimo Roberto Rossellini, interpretando magistralmente i suoi film.” Spiega Sonia Signoracci, Presidente di Santa Marinella Viva. E questa immagine dinamica e vitale di Ingrid Bergman funziona perfettamente come cornice del Nordic Film Fest, la rassegna che promuove la cinematografia dei Paesi Nordici, e che quest’anno sempre più rivela come stia diventando importante la partecipazione femminile nel settore dell’industria della settima arte.

Curata dalle Ambasciate in Italia di Danimarca, Norvegia, Finlandia e Svezia, e dal Circolo Culturale Scandinavo di Roma, in collaborazione con l’Ambasciata di Finlandia di Parigi, i Film Institute dei rispettivi paesi e l’Assessorato Cultura e Turismo di Roma, la manifestazione ha presentato film, inediti per il pubblico italiano, di autori relativamente giovani, accomunati dal tema del noir-crime.
Tra questi, “Stockholm Stories” della regista svedese Karin Fahlén, un dramma comico a più trame; “Larjungen” di Ulrika Bengts, regista finlandese che racconta del teso rapporto di amicizia fra un tredicenne e il guardiano di un faro; “The reunion” della svedese Anna Odell, rivisitazione della classica rimpatriata fra compagni di liceo. E hanno partecipato all’evento anche donne impegnate nella sceneggiatura, come Camilla Ahlgren, autrice della prima, seconda e terza serie dell’edizione scandinava ed originale di “The bridge”, e script editor di “Millenium”, serie di sei tv-movie tratti dalla trilogia di Stieg Larssons.

jaana-puskalaQuesto il commento di Jaana Puskala, Capo della promozione cinematografica Finnish Film production, circa la partecipazione femminile in questo ambito:
“Per tradizione il documentario è un campo dove le donne in Finlandia sono più presenti rispetto al film di finzione. E cito nomi come Pirjo Honkasalo, Susanna Helke, Virpi Suutari, Kiti Luostarinen. Sul fronte della produzione c’è l’azienda “Made”, e dietro molti dei nostri migliori documentari c’è il lavoro di Ulla Simonen. E ora esiste un buon trend di giovani donne produttrici.
Il genere di finzione è ancora dominio maschile. Per le donne fresche di laurea è più difficile realizzare un film, così come coniugare carriera e vita familiare, sebbene nel nostro paese ci siano un ottimo sistema di assistenza e buone scuole.
In Svezia vige una politica che tende ad incrementare la quota di donne professioniste nel cinema: registe, sceneggiatrici, produttrici. Una percentuale maggiore di donne nella lavorazione di un film facilita l’acquisizione di finanziamenti. Questo sistema di quote non ci appartiene , in Finlandia. Ma facciamo attenzione ai nostri giovani talenti femminili. Abbiamo nomi come la regista Selma Vilhunen, che ha ottenuto la nomination all’Oscar per “Do I have to take care of everything”, e Zaida Bergroth, che ha diretto un film molto celebrato, “A good son” nel 2011. E non possiamo dire che ci siano solo uomini ai piani alti, dove vengono prese le decisioni circa le grandi produzioni.
Alcune delle nostre donne sono interessate alla creazione di relazioni internazionali, ma non posso dire si tratti di una tendenza generale. Alcune delle nostre professioniste per esempio non credono che partecipare ad un “Women ‘s Film Festival”possa incoraggiare l’uguaglianza fra i sessi in questo settore, ma sicuramente che possa aiutare le donne ad acquistare maggiore consapevolezza, e avvicinarsi al business cinematografico.”
Sinergia è la parola chiave nell’industria cinematografica: collaborazione fra registi, scrittori, sceneggiatori, scenografi, produttori e distributori. E quando sono le donne a scendere in campo, in un settore che per anni è stato presidiato dagli uomini, si possono sviluppare tensioni positive che alimentano la crescita e decretano il successo di un film o di una serie televisiva, perché aggiungono elementi nuovi.
Nell’ambito della manifestazione è stato lanciato il progetto ”In&Out” di internazionalizzazione delle imprese del cinema e dell’audiovisivo della regione Lazio, avviato dall’ANICA in associazione con lo studio Gavallotti, Bernardini & Partners e Leonardo Business Consulting. L’obiettivo è individuare prodotti regionali di qualità che vadano veicolati verso i mercati esteri per ottenere contratti di coproduzione e distribuzione. L’iniziativa si rivolge in particolare alle piccole imprese cineaudiovisive, che troveranno consulenza gratuita per il lancio dei loro progetti di internazionalizzazione presso lo speciale sportello ubicato nella sede di ANICA servizi. Oltre al Nordic Film Fest, in calendario altri momenti di incontro fra imprese italiane e straniere: a maggio a Roma appuntamento con una delegazione di produttori argentini, e a giugno l’International Tv Festival di Shangai, dove verranno selezionati 6/8 progetti del Lazio che potranno essere presentati agli operatori cinesi.
Una nota di costume: nonostante la tradizione ascriva al mondo nordico una maggiore apertura nei confronti delle donne, nel Circolo Scandinavo di Roma per molti anni non sono state ammesse socie. E’ stato anche grazie alle sollecitazioni di Henrik Ibsen, il celebre autore teatrale norvegese, se le porte del circolo si sono finalmente aperte all’altra metà del cielo.

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