Imprenditoria

Coltiviamo capolavori. Assemblea di Confagricoltura

Si è tenuta il 7 luglio l’assemblea di Confagricoltura che al motto “Coltiviamo capolavori” ha fatto corrispondere alcune parole d’ordine: agribusiness, competitività, ambiente, salute, sostenibilità, territorio

Al centro delle politiche agricole devono esserci il territorio, l’ambiente, la sostenibilità ambientale e sociale e lo sviluppo del Made in Italy. Lo ha detto in occasione dell’assemblea di Confagricoltura, lo scorso 7 luglio, il presidente Massimiliano Giansanti intitolata “Coltiviamo Capolavori”. Titolo evocativo che invita la politica e le istituzioni a sostenere il futuro delle imprese agricole agroalimentari, ad essere competitive sul mercato globale e in grado di rispondere ai bisogni della società civile.

Si è trattato della prima assemblea di Confagricoltura cui ha presenziato Massimiliano Giansanti, tenutasi a cento giorni dall’insediamento della nuova giunta esecutiva. Il presidente Giansanti ha tracciato le linee direttrici dell’organizzazione alla presenza del presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani; dei ministri dell’Agricoltura Maurizio Martina, dell’Ambiente Gian Luca Galletti e della Salute Beatrice Lorenzin; del sottosegretario dell’Economia Paola De Micheli.

confagricoltura

Giansanti ha parlato di un comparto dell’economia italiana che risponde a cinque parole d’ordine:

  • Agribusiness  
  • Competitività
  • Lavoro
  • Salute
  • Territorio

Alla base delle cinque “parole chiave” – ha spiegato – c’è una agricoltura connessa al commercio globale, in grado di garantire sicurezza e approvvigionamento alimentare su un mercato globale che sta cambiando velocemente. Un cambiamento nella distribuzione dei prodotti che a breve non sarà più un commercio fatto di supermarket ma condizionato da un pressante commercio online in cui le merci acquistate saranno recapitate direttamente a casa.

Come reagire a questi cambiamenti? Confagricoltura rilancia alcune proposte che si rifanno alle cinque parole chiave.

Il settore dell’agribusiness, negli anni di crisi, si è affermato sul mercato incidendo per il 2% sul PIL globale, il 17% sul PIL nazionale e ha vantato un valore aggiunto di 280 miliardi che lo ha portato a rappresentare un volano di crescita per l’occupazione e per l’export (+10%).

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L’agroalimentare produce cibo sostenibile e di qualità grazie a un territorio unico per dimensioni, natura e sostenibilità, garantendo reddito e occupazione nel rispetto delle norme che da un lato tutelano il lavoro, dall’altro il ruolo dell’agricoltore. “Confagricoltura è la prima associazione datoriale con 23 milioni di giornate di lavoro ma occorre ridurre il carico contributivo a partire dalla revisione delle aliquote INAIL in favore delle aziende che stabilizzano i rapporti di lavoro” afferma Giansanti. E aggiunge: “nonostante i valori positivi, l’Europa è più veloce dell’Italia, che sconta un gap strutturale che va avanti da diversi anni. Occorre pensare a politiche infrastrutturali in grado di portare i prodotti italiani ad essere leader e competitivi nel mondo. Gli agricoltori italiani devono prestare attenzione ai temi delle infrastrutture, alle politiche del digital divide, all’Industria 4.0, strumenti in grado di superare il gap con il resto del mondo. Competitor come Canada e Stati Uniti, possiedono reti di connessione 5G, per l’Italia è prevista solo nel 2022”.

L’agricoltura italiana e il Made in Italy in generale hanno necessità di guardare al mondo globale: gli attuali parametri economici non bastano a comprendere tutto il comparto agroindustriale, che necessita di una efficace politica di filiera e di una maggiore concentrazione di domanda e di offerta di prodotti italiani

Impresa sociale agricola

Dall’altra parte ci sono le scelte dei consumatori, e Confagricoltura da sempre guarda con attenzione all’impresa sociale per accompagnare le piccole imprese in altri comparti agricoli. Sono stati rilanciati a questo riguardo i bandi “coltiviamo l’agricoltura” con specifiche azioni per finanziare i territori terremotati.

Confagricoltura guarda verso mondi non propri costituendo un think tank “Agronetwork” per studiare come produrre in futuro cibi che potranno essere consumati da chi oggi non può. Un contributo importante proviene dall’impresa giovanile con l’inserimento di ragazzi che possono cogliere le opportunità dell’innovazione digitale nell’agricoltura.

Investimenti vs fisco

È necessario, secondo Giansanti, contare anche su un fisco intelligente; accelerare politiche di investimento nella filiera che offrano margini positivi sul mercato globale; sviluppare un Piano Proteine Nazionale per sostenere gli allevatori italiani a comprare soia italiana; aumentare i ricavi e gli utili di bilancio valorizzando i prodotti della produzione italiana.

Confagricoltura chiede alle istituzioni di accelerare sulle politiche di assistenza al credito per favorire gli investimenti nelle aziende agricole, semplificare la burocrazia snellendo gli enti di secondo livello e garantire una maggiore tracciabilità dei prodotti per favorire la competitività delle nostre imprese.

Si tratta di interventi di sistema che servono ad evitare gli attuali condizionamenti dell’attività d’impresa, che mettono a rischio il diritto degli agricoltori a intercettare i premi comunitari. È necessario pertanto rivedere la Politica Agricola Comune (PAC) rendendola moderna, ma soprattutto una PAC che promuova gli interessi dell’agricoltura nelle aree del Mediterraneo insieme a Francia, Spagna, Grecia e Malta.

Quanto alla riduzione delle emissioni di CO2, il settore agricolo in totale ha ridotto del 15% le emissioni di gas serra, del 30% la quantità di fertilizzanti, e del 30% l’uso dei prodotti fitosanitari per ottenere una agricoltura sostenibile attenta alla salute e alla qualità della vita delle persone.

L’intervento del Presidente Tajani

Il Presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, sostiene che l’Italia per crescere abbia bisogno di investire nell’economia reale dell’industria, nelle piccole e medie imprese, nel commercio e nell’artigianato, ma soprattutto di puntare sull’agricoltura. Per uscire dalla crisi bisogna credere in una economia sociale, puntare sul manifatturiero e sull’agricoltura che permette di redistribuire la ricchezza prodotta.

I temi da affrontare secondo Tajani sono il finanziamento della Politica agricola comune (PAC), l’assicurazione dell’agricoltura nei mercati internazionali e il futuro dell’agricoltura a sostegno dell’economia reale.

Anche se negli anni il volume è diminuito, l’agricoltura rimane sempre la prima voce di spesa del bilancio europeo.

Anche sul fronte agricolo sarà necessario affrontare la questione Brexit, che genererà un minor gettito nelle casse dell’Unione. Per ovviare alla futura assenza del Regno Unito sono al vaglio opzioni diverse per creare un nuovo sistema di risorse.

Risorse europee

Il bilancio dell’Italia rappresenta l’1% del bilancio dell’Unione; sarà strategico utilizzare i fondi europei per coinvolgere un maggior numero di agricoltori e concentrare le risorse nei settori più produttivi. Inoltre, sempre secondo il Presidente Tajani, occorre accorciare la filiera a beneficio degli agricoltori e adottare una politica nella riduzione dei prezzi ai consumatori.

È importante sfruttare meglio le opportunità concesse dal programma horizon 2020 che, con lo stanziamento di 80 miliardi di euro in sette anni, include nel comparto agricolo una riserva di oltre 877 milioni di euro per il biennio 2016-2017 e l’Italia ne è la maggiore beneficiaria. Il programma prevede un cofinanziamento dell’80% da parte dell’Unione Europea e un partenariato in ricerca e sviluppo finalizzato a ricercatori e imprenditori agricoli. Il bando prevede anche di pubblicizzare i prodotti agricoli di qualità nel resto del mondo con l’opportunità di aprirsi ai mercati internazionali.

Mercati internazionali

L’accordo siglato di recente per il libero scambio delle merci con il Canada e con il Giappone, aiuta l’agroindustria italiana ad essere più competitiva in un mercato dove l’Italian Sounding primeggia, senza contare i futuri accordi con l’America Latina. È un errore, secondo Tajani, pensare ad una politica protezionistica: occorre invece implementare gli accordi diplomatici con altri Paesi per consentire all’Italia di esportare il Made in Italy contrastando la concorrenza sleale ai nostri prodotti di qualità.

Grazie alle norme europee sulla sicurezza alimentare, l’Italia può essere porta bandiera di alcune scelte che vengono dettate a livello globale.

Formazione e tecnologia in agricoltura

Per la formazione, Tajani ha proposto in sede europea che venga istituito un Erasmus per giovani agricoltori al fine di spingerli ad avviare una attività che permetta loro di lavorare nel settore agricolo con una impresa moderna e competitiva a livello globale. Per l’accesso al credito delle imprese agricole occorre raggiungere l’unione bancaria attraverso un’armonizzazione fiscale.

Un’agricoltura moderna non può fare a meno di considerare anche gli strumenti tecnologici messi a disposizione dai programmi Copernicus e Galileo, che grazie ai satelliti facilitano la semina con una evidente riduzione delle spese di concimazione. Ed è anche necessario accorciare i tempi di attivazione della banda larga per permettere alle zone rurali e ai piccoli paesi di colmare il cosiddetto “ultimo miglio”.

Tajani ha concluso il proprio intervento durante l’assemblea di Confagricoltura dicendo: “l’Italia, la Spagna, la Francia e la Germania devono essere parte di un gruppo di testa da traino per il resto dell’Europa, una occasione che non possiamo perdere nell’interesse dei cittadini che dalla politica europea attendono risposte positive”.

Le politiche agricole alimentari

Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, sostiene che aver partecipato all’esposizione universale di Milano abbia consentito di rimettere al centro del Paese la questione agricola, alimentare e ambientale. Pensare alle aree del Mediterraneo come opportunità di crescita per fare un salto di qualità per i cittadini e i sistemi territoriali deve essere prioritario e nel solco di queste opportunità si inseriscono anche i temi della protezione e della promozione.

Bandi per contratti di filiera

Dal 1° novembre 2017 saranno sbloccati i bandi per i contratti di filiera: strumenti che servono a favorire l’integrazione del sistema agricolo e agroalimentare con i distretti rurali e agroalimentari. L’Italia in questo ambito partecipa ad una partita importante in sede europea, una sfida che si giocherà tutta sul Mediterraneo e sulla globalizzazione.

Non bisogna poi dimenticare che il Piano Industria 4.0 nell’ambito agricolo può creare opportunità dal lato dell’efficientamento dei sistemi agricoli e nuove occasioni di lavoro.

Agroalimentazione e bio-innovazione

La Ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, durante l’Assemblea di Confagricoltura ha sostenuto che l’agroalimentare e la bio-innovazione nonostante la crisi hanno segnato valori positivi: “significa che il brand della salute e del benessere parte dal cibo che mangiamo e produciamo”.

Per tenere unite queste eccellenze – ha detto – occorre ragionare per filiere avendo un approccio di sistema, collaborando con il mondo associativo e ponendosi degli obiettivi. Il primo è difendere la biodiversità con i controlli sulla sicurezza alimentare e porre un’attenzione particolare al consumatore attraverso l’etichettatura dei prodotti alimentari. L’Italia deve esportare nel mondo la cultura della buona alimentazione, come la dieta mediterranea, a garanzia di salute e benessere della popolazione, come riconosce l’OMS.

Tutela dell’ambiente

Gianluca Galletti, Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, ha sottolineato che i cambiamenti climatici sono una opportunità e non un vincolo. Dal 1990 ad oggi, l’agricoltura ha ridotto del 16% l’emissione di CO2. E se l’uscita degli Stati Uniti dagli accordi di Parigi può diventare un problema per l’Europa, è anche vero che molte industrie americane hanno già espresso la propria volontà di proseguire con gli accordi nonostante l’indicazione contraria dell’Amministrazione Trump [anche se in questi giorni a Parigi lo stesso Presidente Trump è tornato sui propri passi riguardo alle precedenti dichiarazioni in materia ambientale, ndd]. A sostituire la leadership degli USA in questo processo di cambiamento, oramai inarrestabile, potrebbero essere l’Europa e la Cina. Dal proprio canto l’Italia ha già ridotto le emissioni di CO2 raggiungendo gli obiettivi previsti dal protocollo di Kyoto e nei prossimi anni avrà meno vincoli rispetto agli altri Paesi.

La diminuzione dei fertilizzanti e l’innovazione in agricoltura sono elementi che offrono all’Italia l’opportunità di puntare su produzioni di qualità al contrario di altri Paesi che producono con elevati tassi di gas serra.

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