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Mobilità in Italia

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Secondo il rapporto Censis – Michelin, l’auto risulta ancora al primo posto nella mobilità degli italiani

Meno prossimità, spostamenti più ampi e più pendolarismo. Così cambia la mobilità degli italiani” ha affermato Francesco Maietta, responsabile delle politiche sociali del Censis, nel presentare al Senato, il 18 ottobre 2018, l’ultimo Rapporto Censis-Michelin sulla mobilità degli italiani. L’auto vince su tutti gli altri mezzi di trasporto perché gli italiani affrontano ogni giorno distanze maggiori e la mobilità è sempre più personalizzata, legata soprattutto al tempo libero. Questi sono alcuni dei risultati del Rapporto che evidenzia come sicurezza, sostenibilità e responsabilità individuale siano di sostegno ai nuovi approcci all’utilizzo dell’auto.

Gli italiani e le scelte sulla mobilità

Il sondaggio Censis-Michelin rivela che per il 65,4% degli italiani l’auto rimane il perno nella mobilità. Distanze più lunghe e meno abitudinarietà per 11,4 milioni di persone che percorrono in media nei giorni feriali fino a un massimo di 2 km di spostamento. I “pendolarissimi”, quelli che “coprono” oltre 50 km al giorno, sono oltre 1,2 milioni.
Aumenta la quota nella mobilità in auto per il tempo libero in ambito urbano e negli spostamenti extraurbani del 34,8%, mentre per il 36,7% delle persone si tratta di spostamenti per ragioni di studio o lavoro e per il 28,5% per la gestione familiare.
Nel lungo periodo, dall’analisi Censis-Michelin emerge una drastica riduzione dell’uso dei trasporti pubblici (scesi al 20,3%) ai quali si sono sostituiti la moto (45,7%) e la bicicletta (10,4%). Il 23,6% della popolazione invece preferisce spostarsi a piedi.

Viaggiare sicuri

Il desiderio di viaggiare sicuri è tra le richieste più comuni degli italiani, soprattutto emerge una grande voglia di tecnologia per la sicurezza, che può essere di aiuto alla guida in situazioni pericolose per evitare collisioni oppure per un costante monitoraggio dello stato di salute del guidatore. Il 48% degli intervistati dice però “no” all’auto senza conducente a guida automatica, con la convinzione che non innalzerebbe gli standard di sicurezza, infatti il 35,7% pensa che solo una persona alla guida sia garanzia di maggiore sicurezza. Il 30,4% è invece favorevole mentre il 21,8% è indifferente.
Viaggiare sicuri per gli italiani significa avere buoni freni e pneumatici di qualità. Le componenti dell’auto di cui si occupano di più prima di un viaggio sono per il 71,7% i freni, il 64,7% gli pneumatici, il 36,2% l’olio del motore, il 30,1% le cinture di sicurezza e l’airbag, il 22% l’acqua del radiatore. Le altre componenti, come l’impianto luci e la frizione, incidono rispettivamente per il 18,5% e 10,7%.
Per il 73,3% delle donne i freni rimangono la componente primaria mentre per il 70,5% degli uomini gli pneumatici sono importanti quanto i freni.

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Le violazioni delle regole sulla mobilità

Nel corso del convegno sono emersi altri aspetti preoccupanti. Umberto Guidoni, segretario generale di Ania (Associazione nazionale delle imprese assicuratrici) ha fatto notare che attualmente le auto che circolano senza assicurazione sono circa 3 milioni, il 7% del totale, percentuale che denota un alto rischio per chi si pone alla guida senza copertura assicurativa. “In caso di incidente” ha sostenuto Guidoni “oltre a configurarsi un reato per le conseguenze economiche del danno, si possono delineare eventuali responsabilità penali per soggetti terzi coinvolti”.

Il direttore centrale della polizia stradale e ferroviaria Roberto Sgalla ha spiegato che per il piano “Vacanze sicure 2018”, tra aprile e maggio 2018, su 10mila veicoli controllati in 7 regioni, nonostante le dichiarazioni sopra riportate, gli pneumatici sono risultati non conformi nel 24,72% dei casi. Nel 2018 la polizia stradale, durante i normali controlli, ha rilevato 12.946 violazioni per guida con pneumatici inefficienti (battistrada usurato) e 4.311 violazioni per battistrada con evidenti lesioni e tagli.
Sgalla ha inoltre evidenziato un aumento dell’età media delle vetture controllate (8 anni e 2 mesi) sostenendo che “questi dati sono estremamente preoccupanti, perché l’utente guarda poco alla macchina. Abbiamo scoperto un mondo di illegalità” ha poi aggiunto “a proposito della attività legata ai gommisti. A maggio 2018, durante i controlli straordinari su 279 attività, 72 sono risultate irregolari e tra queste 33 totalmente abusive. Sono state 27 le persone denunciate, 98 le sanzioni comminate tra amministrative e penali e 166 gli pneumatici sequestrati (155 destinati alla vendita e 9 non omologati)”.

Attenzione alle ruote

Simone Miatton, amministratore delegato di Michelin Italia, ha sostenuto che oggi è diffusa la consapevolezza del ruolo degli pneumatici nella sicurezza degli utenti della strada ma che, purtroppo, l’automobilista non dispone di adeguate informazioni sulle prestazioni e il livello di sicurezza degli pneumatici quando sono usurati. Dai dati Assogomma (azienda produttrice di pneumatici) è emerso che nel 2000, otto automobilisti su dieci violavano la legge, sette su dieci non usavano le cinture di sicurezza e nessuno pensava agli pneumatici come componente di sicurezza. L’avvertimento che hanno lanciato Assogomma e la federazione dei rivenditori di pneumatici è informare sui prodotti non idonei all’uso per contrastare laddove l’aumento delle contraffazioni.

La nuova mobilità e la scelta dei giovani

La vera sfida per il futuro dell’auto sono i giovani, dal momento che i patentati sono diminuiti del 12,7% e meno del 50% ha la patente e tra i giovani nella fascia 16-25 anni. Le ultime generazioni sono sempre più interessate alle nuove modalità di spostamento, in primis il car sharing, che tra il 2015 e il 2017 ha registrato un raddoppio negli iscritti. I noleggi hanno toccato quota 7 milioni e più di un terzo degli italiani si è dichiarato favorevole alla mobilità condivisa.
Parlando di nuova mobilità, il riferimento alle “auto connesse” è un must. “In Italia” ha sostenuto Giulio Salvadori, direttore dell’osservatorio internet of things del Politecnico di Milano, “l’IoT è cresciuto del 32%, tra il 2016 e il 2017, sfiorando un valore economico di oltre 3,7 miliardi di euro. L’auto connessa ha un ruolo egemone, sono 11 milioni i veicoli connessi, il 29% del parco auto e 2,6 milioni di esse sono connesse grazie al supporto di una sim telefonica”. Guidoni parlando delle auto tecnologiche, ha fatto notare che le macchine connesse incentivano alla distrazione, che è considerata la prima causa di incidente. Quindi una riflessione si impone sul car sharing, dove le aziende che offrono questi servizi alla mobilità, stanno ipotizzando sistemi di instant insurance incentivando ad un corretto comportamento alla guida per non incorrere a segnalazioni sul proprio attestato di rischio.

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