In Italia si legge poco ma i dati economici della filiera della carta, dell’editoria e della stampa e trasformazione mostrano un comparto che tiene nonostante segnali preoccupanti
In occasione di BookCity, la manifestazione di 3 giorni sull’editoria italiana che si è tenuta a Milano dal 13 al 17 novembre 2019, sono stati diffusi i dati del comparto. I dati economici elaborati e diffusi dalle associazioni di filiera indicano i settori delle macchine da stampa, dei libri e dell’industria cartotecnica trasformatrice come quelli che presentano tassi di crescita interessanti, segnalandosi come zone di luce negli andamenti dell’aggregato industriale che riunisce Federazione Carta e Grafica (Acimga, Assocarta, Assografici), Aie (editoria libraria), Fieg (editoria quotidiana e periodica) e Asig (stampa di giornali quotidiani).
Si tratta di un comparto industriale fondamentale per l’economia del Paese dal momento che lo scorso anno, con fatturato aggregato di 31,4 miliardi di euro, ha pesato per l’1,8% sulla formazione del Pil, poco meno di un terzo dell’industria automobilistica (106 miliardi di euro).
L’export, tradizionale elemento trainante della Filiera, oggi incide per il 31,8% sul fatturato complessivo, con saldo della bilancia commerciale positivo di 3,5 miliardi di euro. Una filiera che occupa 200mila addetti diretti – che con l’indotto diventano 695.000 – pari al 5% dell’occupazione manifatturiera totale.
Durante la manifestazione che ha chiamato a raccolta gli editori italiani per realizzare un evento condiviso tra tutti i protagonisti del sistema editoriale, si è parlato dunque anche di cifre durante un incontro ad hoc. BookCity infatti è nata proprio con l’obiettivo di realizzare una serie di eventi (incontri, presentazioni, dialoghi, letture, mostre, spettacoli, seminari) che rimettessero al centro la cultura della conoscenza tradizionale, quella data dalla lettura di libri e giornali per intenderci. Un’iniziativa per contrastare – ci si perdoni il gioco di parole – la controcultura del “digitale ignorante”, ovvero di quel sistema aperto che permette a tutti non solo di accedere alle informazioni ma anche, se lo vogliono, di pubblicarle senza alcuna reale conoscenza o competenza, dando così luogo al fuorviante fenomeno delle fake news in ogni settore e ambito.
I dati nel dettaglio
In uno degli incontri tenutisi il 15 novembre sono stati diffusi i dati relativi al comparto “allargato”, ovvero a quello dell’intera filiera Carta, Editoria, Stampa e Trasformazione. Esaminati nel dettaglio, gli indicatori confermano che dopo la crescita messa a segno nel 2018, l’aggregato industriale che riunisce Federazione Carta Grafica (Acimga, Assocarta, Assografici), Aie (editoria libraria), Fieg (editoria quotidiana e periodica) e Asig (stampa di giornali quotidiani) in questi mesi sta soffrendo il calo delle variabili macroeconomiche sia interne sia della componente estera ed è in arretramento, con un risultato che nel primo semestre 2019 ha riportato l’indice giù dell’1,6%, due punti decimali in meno rispetto all’anno precedente.
La crisi del settore affonda le radici nel 2004 ma negli ultimi tre anni ha registrato un recupero dovuto anche al successo del bonus cultura per i 18enni. Si tratta di 430mila fruitori ai quali è stato assegnato un importo da spendere per l’80% in libri.
Nel primo semestre 2019 i risultati di fatturato sono stati positivi per quanto riguarda la produzione di macchine per la grafica e la cartotecnica (+3,1%), il comparto imballaggio (+2,8%) e l’editoria libraria (+2,7%).
Purtroppo non è andata così bene per tutte le altre componenti della filiera, a partire dall’industria grafica (-3,2%) e a seguire con la produzione di carta e cartone (-4,3%), l’editoria quotidiana (-7,5%), le importazioni di macchine grafiche e da stampa (-8,6%) e infine l’editoria periodica (-11,9%).
I dati dell’export
L’export ha avuto comunque un buono sviluppo nel 2018 (+4,2% sul 2017) stabilendosi sul livello record di quasi 10 miliardi di euro. Ed è proprio l’export a fare da elemento trainante alla filiera. Resta però prevalente il peso della componente nazionale sul mercato totale della Filiera (68-69% negli ultimi 5 anni; oltre 78% nel 2007) con gli ovvii riflessi degli andamenti dei consumi interni sui livelli di fatturato.
I motivi della crisi
Sulle complessive difficoltà dei prodotti in carta e della stampa pesano la diminuita propensione alla spesa delle famiglie (2 punti in meno fra il 2017 e il 2018) e il continuo calo della pubblicità su stampa, che oggi vale meno di un sesto del mercato pubblicitario (un terzo nel 2007).
A incidere negativamente – fa rilevare l’Ufficio Studi della Federazione Carta Grafica – è però soprattutto il continuo calo del numero dei lettori e la conseguente riduzione dei consumi interni di prodotti culturali. Nel 2018 la popolazione che legge libri rappresenta il 40,6% (46,8% nel 2010) mentre per quotidiani e periodici siamo oggi rispettivamente al 30% e al 37,1% (36,6% e 50,5% nel 2014).