Preoccupazione dei sindacati per i lavoratori precari, temporanei e atipici privi di tutele. Necessarie misure straordinarie di sostegno al reddito
Le ricadute dell’allarme sanitario dovuto al Covid-19 sui lavoratori precari saranno più pesanti rispetto a quelle sui dipendenti “fissi”. Per questa ragione i sindacati chiedono che le misure di sostegno al reddito siano allargate ed estese anche ai lavoratori autonomi, soprattutto coloro che lavorano negli ambiti dello sport, dello spettacolo e del turismo, tra i primi settori ad essere stati colpiti.
Se, infatti un lavoratore dipendente ha delle garanzie e uno stipendio fisso, chi guadagna solo in base al lavoro che fa è di certo penalizzato dall’attuale situazione di allarme sanitario. Perché, semplicemente, se non lavora non ha entrate. Gli ammortizzatori sociali dunque dovrebbero essere previsti anche e soprattutto per questo tipo di lavoratori.
La preoccupazione dei sindacati
L’impatto sull’economia italiana della diffusione del Covid-19 (ma in primis delle manovre di salvaguarda della salute, che impongono l’astensione da certi comportamenti “ravvicinati” che coinvolgono migliaia di lavoratori) sarà da valutare complessivamente nei prossimi mesi ma già in questi giorni – non solo nelle aree di contagio – si verificano situazioni di riduzione delle attività economiche e conseguentemente della quantità di lavoro richiesto.
I sindacati allertano: il rischio che il prezzo più alto in termini occupazionali lo paghino i soggetti più deboli e meno tutelati nel mercato del lavoro (in cui vi è peraltro una significativa presenza femminile) è altissimo.
Felsa Cisl, NIdiL Cgil e UilTemp esprimono preoccupazione per i segnali che arrivano dai territori coinvolti, in cui si evidenziano già le prime ricadute occupazionali. Situazioni che rischiano di diffondersi in tutto il territorio nazionale, in particolare nei settori che sono collegati, anche indirettamente, alla diminuzione di attività derivante dalla diffusione del Covid-19. Inoltre, le Organizzazioni sindacali evidenziano casi nei quali ai lavoratori si sta chiedendo di utilizzare ferie o permessi non retribuiti per “coprire” i giorni di assenza forzata: situazioni queste che vanno fermamente contrastate.
Ammortizzatori sociali anche per i lavoratori precari
Diviene ormai necessario e urgente intervenire adottando misure straordinarie che irrobustiscano le tutele e gli ammortizzatori sociali esistenti, allargandoli anche a chi oggi ne è privo. In particolare i sindacati indicano la seguente strategia:
- Per coloro che hanno un contratto a terminee non venissero confermati dovrebbe essere previsto un rafforzamento del sostegno al reddito in caso di disoccupazione (Naspi e Discoll) prolungandone la durata. Andrebbero, inoltre, messe in campo norme che agevolino il rientro al lavoro al termine della crisi.
- Le giornate di cassa integrazionederivanti dalla crisi attuale non dovrebbero essere conteggiate nel periodo di durata massima oggi previsto, per i lavoratori somministrati è, peraltro, prevista la possibilità di utilizzo del Fondo di solidarietà bilaterale per coprire periodi di riduzione o sospensione dell’attività lavorativa delle aziende utilizzatrici. La reintroduzione della cassa integrazione in deroga, già sperimentata in precedenti situazioni di crisi eccezionali, potrebbe essere un ulteriore strumento da utilizzare.
- Andrebbero estesi, ovunque possibile, gli ammortizzatori sociali alle figure oggi scoperte quali collaboratori e partite iva individualie rafforzati quelli esistenti (importo prestazioni malattia nella Gestione Separata Inps e Discoll). Segnaliamo che tra coloro che sono scoperti da qualsiasi tutela ci sono i lavoratori autonomi dello sport – invisibili alle statistiche e in buona parte all’Inps – dello spettacolo e più in generale legati al turismo, che sono tra i primi ad aver subito, con la drastica riduzione dell’attività nei settori, un tracollo in termini di reddito.
Il confronto con i datori di lavoro
Felsa Cisl, NIdiL Cgil e UilTemp avvieranno, una volta definiti gli interventi governativi in merito, un confronto con le associazioni datoriali della somministrazione per valutare come il sistema della bilateralità possa intervenire, anche con misure temporanee ed eccezionali, per coprire coloro che rischiano di perdere il lavoro. Sarebbe inaccettabile, infatti, che il prezzo più alto della crisi in un contesto di paura e incertezza fosse pagato dai lavoratori precari e, comunque, da coloro che già soffrono un sistema di tutele sociali più debole.
I lavoratori precari della Sanità
“Desideriamo, in questo stato straordinario di emergenza, ringraziare tutto il personale sanitario impegnato in queste giornate” affermano gli esponenti dei sindacati “con particolare attenzione alle lavoratrici e ai lavoratori con contratto di somministrazione, collaborazione e Partita Iva che, nonostante la loro condizione di fragilità e incertezza contrattuale, continuano a prestare con professionalità e spirito di servizio il loro lavoro a tutela della salute di tutta la popolazione”. Perché – non dimentichiamolo – i lavoratori precari e autonomi lavorano anche nel settore della sanità.