Per il turismo, uno dei settori più vulnerabili a causa del Covid-19, si teme un passo indietro di 10 anni. La nostra intervista esclusiva ad Alessandra Priante, prima donna italiana a capo del Dipartimento Europa del UNWTO (World Tourism Organization)
Il Covid-19 ha provocato uno “shock economico” in Italia e in Europa e il settore turismo è il più colpito. Per questo Donna in Affari ha intervistato la massima esperta italiana: Alessandra Priante, prima donna italiana alla guida della Commissione regionale europea dell’UNWTO (United Nations World Tourism Organization), l’agenzia ONU che si occupa di promuovere il turismo responsabile, sostenibile e universalmente accessibile.
Dottoressa Priante, la situazione in Italia è drammatica, ma in queste ore tutta l’Europa è chiamata ad affrontare le conseguenze del coronavirus. E non solo. Siamo prossimi alla chiusura delle frontiere. Il turismo è il primo settore che sta soffrendo questa pandemia. Quali scenari ci si deve aspettare dal punto di vista economico, commerciale ma anche culturale?
Questa situazione è un vero ‘shock’ per tutti. Assolutamente imprevedibile fino a qualche settimana fa e questo spiega anche, come mai, ci sia voluto così tanto per convincere le persone a non muoversi, con impatti immediati su tutta l’economia. Il turismo, colpito ovviamente per primo a causa di cancellazioni e blocchi della mobilità, dimostra di essere uno dei settori più vulnerabili ma anche più interconnessi con gli altri settori dell’economia. Allo UNWTO siamo convinti, anche sulla base di esperienze pregresse con altre crisi (Sars, Mers, Ebola, attacchi terroristici) che proprio questa caratteristica del settore ne connota la sua resilienza e quindi ci aspettiamo una ripresa veloce quando l’emergenza cesserà. Noi globalmente abbiamo previsto una contrazione dell’ordine del 4% a livello mondiale, il che vuol dire che invece di crescere al ritmo del 3,2% ipotizzato ad inizio anno, torneremo indietro a livelli di circa 10 anni fa. Ovviamente la contrazione dipende anche dal periodo di “interdizione” della circolazione (la variabile più impattante) e dalla fine dello stato di emergenza a livello globale. Siamo all’inizio della tradizionale stagione turistica e le conseguenze già ci sono con le vacanze pasquali. Se la durata dovesse prolungarsi con effetti anche sulla stagione estiva, la situazione potrebbe essere molto tragica.
Dal punto di vista culturale – e la ringrazio per la domanda – stiamo assistendo a delle strane forme di “ostracismo” e “xenofobia” associate a grandi slanci di patriottismo. Anche lì, il turismo – che promuove la tolleranza, la conoscenza, gli scambi, la pace in ultima analisi – avrà un grande lavoro da fare.
Molti Stati hanno blindato l’ingresso agli Italiani. Compagnie aeree hanno vietato voli che possano far rientrare nel nostro paese italiani in vacanza all’estero o fuori per lavoro. Sono misure che potevamo aspettarci o una collaborazione reciproca tra Paesi sarebbe stata gradita?
Credo che questa situazione abbia colto tutti di sorpresa, dimostrando che i nostri Paesi NON sono preparati alla gestione di una pandemia. Con la paura e il panico, la prima reazione è quella della chiusura oppure della leggerezza. Diciamo che è mancata una risposta coordinata ma credo che, se dovesse esserci una prossima volta, sarà tutto molto diverso. L’Italia, nel male ma anche nel bene, sta fungendo da esempio. E paradossalmente ora tutti i Paesi che hanno provato a puntare il dito si ritrovano a dover seguire il nostro esempio e a rendersi conto che noi stiamo soffrendo sul serio, specie le nostre forze e strutture sanitarie.
La Commissione europea credo l’abbia capito bene e infatti la Presidente Ursula von der Leyen ha a mio avviso preso delle ottime iniziative e sta dimostrando grande sostegno con una posizione certa e definita di aiuto al nostro Paese. Ora però bisogna vedere se si metteranno in campo anche sostegni specifici per le PMI del turismo.
Per far fronte alla situazione incerta determinata dagli effetti del Coronavirus, che tipo di interventi straordinari occorrono per far ripartire il settore turistico, italiano e europeo?
I Paesi stanno mettendo in atto strategie di vario tipo, prevalentemente fiscali sicuramente, sia a livello di impresa che di ricavo. Misure a sostegno dell’occupazione, ad esempio sostenendo le imprese per l’obbligo dei contributi, sconti o dilazioni di pagamenti per le spese correnti, sostegni alla liquidità, rilassare le misure fiscali e finanziarie a cariche delle imprese.
L’organismo istituzionale che lei rappresenta, si occupa di promuovere il turismo responsabile, sostenibile e universalmente accessibile. L’emergenza Convid 19 porterà a dei cambiamenti negli approcci e negli scenari delle vostre attività?
Innanzitutto siamo tutti in teleworking e poi siamo da subito impegnati su due fronti: gestire la crisi (insieme alla nostra sorella Organizzazione Mondiale della Sanità) e preparare la ripresa, aggiornando di nostri prodotti di sostegno ai Paesi Membri su tantissimi fronti. Quando tutto sarà finito a mio avviso ci sarà una nuova consapevolezza anche rispetto al discorso della sostenibilità e della responsabilità.
Per la prima volta, con lei, una donna italiana a capo del Dipartimento Europa del UNWTO (Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di turismo a livello globale). Che tipo di impronta porterà in questo settore?
L’impronta che ho portato da subito si fonda su strategia, azioni coordinate, kpis e molto lavoro di squadra. La mia missione è quella di prendermi cura degli stati membri che compongono la mia Regione, 42 per l’esattezza, che sono poi i Paesi che generano la maggior parte degli arrivi e della spesa del turismo del mondo (circa il 51%) e hanno i mercati più avanzati oltre che più maturi. Clienti diversi e spesso non facili, ma ho fiducia che in questo momento il nostro ruolo di nazioni unite sarà ancora più sentito e compreso e ci porterà tutti più vicini. Un’altra grande novità che ho introdotto – forte della mia pregressa esperienza – è aver portato per la prima volta la Commissione Europea a lavorare con noi specie per quello che riguarda i dati del turismo.
Cosa consiglia all’Italia per tornare più forte e competitiva di prima?
“Di essere se stessa. Di perdonare. Ma di non dimenticare. E di tornare ad essere il leader mondiale di creatività e di iniziativa.”
Alessandra Priante è il Direttore Europa dello UNWTO, l’Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di turismo a livello globale.
Donna di grande esperienza internazionale, con una inusuale expertise diplomatica nei Paesi del Golfo (Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Qatar, Oman, Bahrein), è stata fino a ottobre 2019 il capo ufficio relazioni internazionali e del cerimoniale del MiPAAFT, ruolo da cui ha coordinato e gestito la transizione delle politiche del turismo dal MiBACT verso la nuova governance al Ministero delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo.
Laureata in Bocconi in economia aziendale, con due Master di cui un executive MBA alla Luiss, 6 lingue straniere e grande passione per lo Stato, ha ripreso le fila delle policies del turismo nazionale, riuscendo a riportare l’Italia in posizione centrale nelle principali piattaforme internazionali, da UNWTO (Organizzazione mondiale del turismo) ad OCSE, Europa e le strategie BlueMed, Eusair, Eusalp. Alessandra è esperta di policies del turismo e segue in particolare gli ambiti dei dati e delle rilevazioni statistiche, del turismo enogastronomico, sanitario, accessibile, le dinamiche dell’overtourism e l’analisi della domanda lungo le direttive della trasformazione digitale. Autrice di numerose pubblicazioni, ha insegnato in varie università italiane e attualmente è professore associato alla Luiss Business School.