Diritti Lavoro

Anche ai professionisti i 600 euro di aprile e maggio

I 600 euro di aprile e maggio previsti dal Decreto Rilancio verranno versati anche ai professionisti ordinistici. Lo annuncia la Ministra del Lavoro Nunzia Catalfo agli Stati generali delle professioni italiane

Finalmente una risposta alle richieste dei professionisti italiani, lasciati indietro dal rilancio italiano: almeno i 600 euro di aprile e maggio verranno loro assicurati, anche se bisogna avere ancora pazienza. Non si capisce il motivo per cui sul decreto Rilancio Italia era stato espressamente negato questo diritto a chi fosse iscritto a una cassa previdenziale diversa dall’Inps, come appunto quelle a cui sono segnati quasi tutti i professionisti iscritti a un Ordine.

I 600 euro di aprile e maggio arriveranno in tranches distinte e non a tutti
La rimostranza era stata portata avanti più volte e durante la manifestazione online tenutasi il 4 giugno mattina, organizzata da 23 Ordini professionali, la Ministra ha sciolto il nodo: bisognerà attendere ancora un po’ ma i 600 euro di aprile e maggio arriveranno anche ai professionisti. Il decreto interministeriale relativo ai 600 euro di aprile è già stato firmato e oggi è alla Corte dei Conti quindi dovrebbe essere questione di pochissimi giorni ricevere la seconda erogazione dei 600 euro dopo quella di marzo. Invece, per quanto concerne l’erogazione relativa al mese di maggio occorrerà fare un secondo decreto interministeriale e forse sarà più alta ma solo per chi può dimostrare di aver subito un danno consistente in una diminuzione dei redditi di un terzo rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Un dubbio però permane: la Ministra Catalfo ha dichiarato che era stato già previsto all’articolo 78 del Decreto Rilancio che l’erogazione fosse anche per i professionisti ma lì si parlava del Reddito di ultima istanza, cosa differente dall’indennità per Covid-19 (600 euro di aprile e maggio) prevista per gli altri lavoratori:

La richiesta dei 600 euro di aprile e maggio anche per i professionisti era collegata al fatto che era stato dichiarato dal Presidente Conte che “tutti coloro i quali avevano ricevuto il bonus di 600 euro a marzo lo avrebbero ricevuto automaticamente, senza doverlo richiedere, anche ad aprile” e poi, su richiesta e con differenziazioni, anche a maggio. Poiché a marzo tutti i professionisti lo avevano ricevuto, pensavano di riceverlo anche ad aprile e invece sul Decreto hanno trovato la sorpresa dell’esclusione dal beneficio a coloro che erano iscritti a casse di previdenza private e non all’Inps. E i professionisti hanno istituti di previdenza diversi dall’Inps.

Gli Stati generali delle professioni
Come avevamo annunciato (https://www.donnainaffari.it/2020/06/stati-generali-delle-professioni-italiane/) gli Stati generali si sono tenuti e sono stati i rappresentanti istituzionali e politici coinvolti. La richiesta dei 600 euro di aprile e maggio è stata accolta anche dal Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli che, in collegamento, ha annunciato che le categorie professionali saranno invitate a Palazzo Chigi per raccogliere le idee e proposte per sburocratizzare il sistema Paese e rilanciare l’economia, anche in vista degli Stati Generali dell’Economia, annunciati dal Presidente del Consiglio Conte ieri (http://www.governo.it/it/media/conferenza-stampa-del-presidente-conte/14675).
La manifestazione in diretta streaming ha raggiunto gli obiettivi che si prefiggeva, sia in termini di rassicurazione da parte della classe politica sia in termini di partecipazione di pubblico, con oltre 500mila contatti dai profili social dei professionisti e degli ospiti intervenuti.

Marina Calderone

Non solo i 600 euro di aprile e maggio
Protesta e proposte. Era questo il mix dell’iniziativa che ovviamente non si fermava alla richiesta di equiparazione dei professionisti a tutti gli altri lavoratori solo per quanto riguardava i 600 euro di aprile e maggio. Ciò che interessava agli organizzatori era sottolineare al Governo l’importante ruolo di sussidiarietà e di professionalità al servizio dei Paese che svolgono gli oltre 2,3 milioni di professionisti italiani. Come ha affermato la presidente del Comitato unitario delle professioni nonché presidente dei Consulenti del lavoro, Marina Calderone da noi intervistata a fine aprile (https://www.donnainaffari.it/2020/04/intervista-alla-presidente-dei-consulenti-del-lavoro/), “I professionisti italiani non vogliono trovarsi in uno schema di contrapposizione con il Governo e il Parlamento. Noi crediamo che sia importante valorizzare tutte le forme di lavoro e rendere merito alla classe professionale italiana che, in questo momento di grande difficoltà economica in cui versano gli studi professionali, ha fatto in modo di non far mancare la sua presenza e assistenza”.

Armando Zambrano

Ripartire con una mentalità nuova
Armando Zambrano, Coordinatore della Rete delle Professioni tecniche e presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri ha sottolineato che “al di là della protesta che oggi ci unisce, quello che ci preoccupa è che oggi ancora manca un progetto per il Paese. Non si discute di come ripartire da questa grave emergenza con una mentalità nuova, che riesca a mettere da parte tutte le questioni irrisolte”.  E per ripartire con una mentalità nuova i professionisti hanno delle idee e le hanno elaborate all’interno di un “Manifesto per la Rinascita dell’Italia” che il Cup e la Rete hanno presentato durante gli Stati generali.

Il Manifesto per la Rinascita dell’Italia
Alla realizzazione del Manifesto per la Rinascita dell’Italia – che alleghiamo in calce all’articolo – hanno partecipato i 23 Ordini professionali, sollecitando l’attenzione del Governo per correggere e riconoscere al mondo dei professionisti ordinistici ciò che meritano in sede di conversione in Legge del DL n. 34/2020 attualmente all’esame della Camera dei Deputati: dall’accesso dei professionisti ordinistici ai contributi a fondo perduto o al Fondo Nuove Competenze alla possibilità di richiedere il bonus di 600 euro di aprile e maggio a seguito del diffondersi dell’emergenza epidemiologica.

Gli interventi dei rappresentanti politici
Alla diretta, oltre a tutti i presidenti delle Federazioni e dei Consigli nazionali aderenti al Manifesto, ha partecipato anche il leader della Lega, Matteo Salvini, per ribadire la necessità di “reintrodurre delle tariffe minime per prestazioni garantite e professionali”. Sui contributi a fondo perduto, inoltre, Salvini ha annunciato che è stato “presentato alla Camera un emendamento della Lega che andrà a sostituire il comma 15 dell’art. 25 del decreto Rilancio”. Una modifica presentata anche da Fratelli d’Italia, che ha chiesto anche l’ampliamento delle risorse economiche da destinare a questa misura.
“Credere come fa la sinistra e questo Governo” ha sottolineato Giorgia Meloni “che i professionisti siano dei privilegiati, e che quindi non hanno bisogno di nulla, vuol dire non conoscere la realtà delle cose”.
“Bisogna riconoscere che le misure che sono state adottate nei loro confronti per superare la crisi del lockdown non sono state misure sufficienti” ha poi spiegato Ettore Rosato, Coordinatore nazionale di Italia Viva, sottolineando come, ad esempio, l’esclusione dai contributi a fondo perduto rappresenti “un vulnus che va superato”.
Al dibattito è intervenuto anche il Segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, per il quale il dovere della politica è oggi più che mai quello di ascoltare il mondo professionale e le sue esigenze. “La fotografia dell’ultimo mese, che ha visto moltissimi professionisti richiedere il reddito di emergenza, ha fatto emergere la gravità della situazione in cui versa il Paese, dove i professionisti non raggiungono i 20 mila euro annui lordi e dove la cancellazione dei minimi tariffari è stato un errore enorme”.
In chiusura anche l’intervento del leader di Azione, Carlo Calenda (già Ministro dello Sviluppo economico), che ha ricordato: “l’Italia quest’anno perderà il 13% del Pil e il futuro si giocherà sulla possibilità di rimbalzare il prossimo anno, cioè di avere una crescita forte che può essere innescata solo da questa parte produttiva del Paese. E non averne cura significa avere una visione miope della crescita”.

Manifesto per la Rinascita dell’Italia

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