Fisco e norme Imprenditoria

Neutralità fiscale per aggregazioni professionali

I commercialisti lanciano una proposta sulla neutralità fiscale e per l’applicazione del Bonus Aggregazioni anche ai professionisti

Aggregarsi conviene, la proposta sulla neutralità fiscale
Supportare dal punto di vista legislativo e fiscale le aggregazioni, fusioni, acquisizioni tra studi professionali. É quanto prevede la proposta di legge lanciata da MpO &Partners (prima realtà in Italia specializzata nelle M&A degli studi professionali) insieme al Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili. La proposta prevede, tra le altre cose, l’applicazione del “Bonus Aggregazioni”, già previsto per le aggregazioni aziendali (Decreto Legge 34/2019), anche alle aggregazioni professionali, la neutralità fiscale per il conferimento o trasformazione di attività professionali e studi associati in STP e una tassazione agevolata per i professionisti, prossimi alla pensione, che intendono cedere la propria attività professionale. Se ne è discusso mercoledì 20 ottobre in occasione del secondo incontro della terza edizione della serie “Professioni e Futuro” dal titolo “Neutralità fiscale per Aggregazioni professionali: perché conviene”.

Professioni e futuro, la neutralità fiscale per aggregazioni professionali
L’iniziativa nasce dopo che MpO ha aperto dei dibattiti online con presidenti di Ordini e Associazioni, nonché docenti universitari ed esperti della materia, (l’ultimo dei quali il 13 ottobre scorso dal titolo «Aggregazioni: un affare per le imprese, un’impresa per i professionisti») durante i quali è stato ampiamente evidenziato come i professionisti italiani, al fine di sconfiggere la crisi che da tempo li riguarda, dovrebbero aggregarsi fra loro per realizzare strutture organizzative che trascendano il superato modello di studio mono-professionale e siano in grado di affrontare in modo competitivo la vasta ed articolata domanda del mercato.

Professionisti italiani e cambiamento per la neutralità fiscale
“Il professionista italiano, animale storicamente solitario” commentano Corrado Mandirola e Alessandro Siess, founder di MpO “non possiede la cultura dell’aggregazione e, inoltre, non trova nel sistema gli strumenti che lo incentivino a farlo. Pertanto, al fine di gestire il cambiamento inevitabile che sta caratterizzando questi anni, il processo di aggregazione professionale va agevolato mediante una legislazione civilistico e soprattutto fiscale che renda appetibili le operazioni straordinarie di questo genere». I risultati di questa petizione saranno sottoposti all’attenzione di importanti esponenti del governo il prossimo 1° dicembre, in occasione di un convegno online che vedrà anche la presentazione di un Libro Bianco, coordinato da MpO, con il contributo dei più importanti rappresentanti del mondo professionale, a commento di questa rivoluzionaria riorganizzazione dell’intero sistema.

I partecipanti al webinar sulla neutralità fiscale
All’incontro, che si è tenuto in modalità webinar con il coordinamento del giornalista Isidoro Trovato, sono intervenuti il Consigliere del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili con delega al No Profit e la Fiscalità, Maurizio Postal, il responsabile dell’area fiscale della Fondazione dei Dottori Commercialisti, Pasquale Saggese, il Commercialista, Pubblicista e Formatore, Dario Deotto, il Founding Partner e AD di MPO, Corrado Mandirola e il Founding Partner di MPO, Alessandro Siess. E proprio quest’ultimo, nella sua introduzione, ha spiegato come bisogna superato il concetto di “studio mono professionale”. I professionisti chiedono a gran voce di sviluppare un modello in grado di affrontare il mercato e di “pianificare la propria uscita dall’attività professionale”.

Le richieste dei commercialisti al MEF
Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili da sempre sollecita misure dedicate. “Abbiamo chiesto al Ministero dell’economie e delle finanze di anticipare alcuni movimenti previsti nella riforma, che si sviluppa su quattro anni”, ha spiegato il consigliere con delega al No Profit e la Fiscalità, Maurizio Postal, “Per questo abbiamo chiesto che gli interventi fossero anticipati nella manovra di bilancio del 2022. E al primo posto c’è la necessità spingere sulla neutralità fiscale all’interno del regime di reddito di impresa”.

Neutralità fiscale, l’Agenzia delle Entrate
Per il responsabile dell’area fiscale della Fondazione dei dottori Commercialisti e degli Esperti contabili, Pasquale Saggese, la proposta sul principio di neutralità nasce dalla riformulazione “del contenuto dell’articolo 176 del Testo Unico, che disciplina il conferimento di azienda, e adattarlo alle peculiarità delle attività di lavoro autonomo. Abbiamo proposto una norma che disponga che le operazioni di riorganizzazione delle attività di lavoro autonomo, che comportano la prosecuzione del lavoro sotto forma di società tra professionisti dell’attività svolta sotto forma di società individuale, non costituiscono realizzo di minusvalenze e plusvalenze, comprese quelle di crediti (che è l’aspetto di maggiore criticità), nonché il valore dell’avviamento della clientela e altri elementi immateriali relativi all’attività svolta. Il classico principio di neutralità fiscale che impedisce e codifica la neutralità di queste operazioni, e far emergere in sede di riorganizzazione quelle plusvalenze sottese oggetto di attività. Un’esigenza che nasce in particolar modo dalla posizione dell’Agenzia delle entrate, che ha ritenuto che il reddito prodotto da una società tra professionisti sia ricondotto a reddito di impresa. Prevale il profilo soggettivo della società, che è costituita nelle forme tipiche del Codice Civile (Cooperative, Srl e SpA). Da questa particolarità l’Agenzia delle Entrate ha inteso che queste società producono reddito di impresa”.

I benefici dell’aggregazione
Secondo il saggista e commercialista Dario Deotto questa proposta “va incontro alle esigenze che da anni stiamo rappresentando. In questo momento tanti progetti sono bloccati in base a delle prese di posizione da parte dell’Agenzia delle Entrate, che sono errate completamente”. Quali sarebbero le conseguenze in Italia in seguito all’aumento del fenomeno aggregativo? A dare un quadro è stato il Founding Partner e AD di MPO, Corrado Mandirola, che ha spiegato i risultati di uno studio basato su 140 operazioni concluse negli ultimi tre anni, tra studi di commercialisti e consulenti del lavoro. “La prima risposta che possiamo dare è che aggregarsi migliora la qualità reddituale dei professionisti” ha detto Mandirola, che ha spiegato come vi sia una relazione molto stretta tra fatturato e redditività.

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