Ambiente Imprenditoria

Una strategia sullo stop delle auto a benzina e diesel

Dal 2035 non si potranno più vendere auto a benzina e diesel e in Germania nasce un’alleanza tra regione europee per stabilire una strategia comune

Per raggiungere gli obiettivi ambientali previsti dalle politiche comuni per frenare il riscaldamento globale con le sue disastrose conseguenze, eliminando le emissioni di CO2 che fanno male sia alla salute umana sia all’ambiente, l’Unione Europea ha stabilito lo stop alle auto a benzina e diesel dal 2035. Per evitare che ciò comporti un problema per le industrie dell’automotive (settore automobilistico), i loro addetti e tutto l’indotto, è partita dalla Germania l’idea di riunire attorno a un tavolo le regioni europee interessate e fondare un’alleanza per affrontare e ridiscutere con una strategia comune tale decisione affinché l’impatto economico e lavorativo relativo allo stop alle auto a benzina e diesel venga attutito.

Le Regioni europee coinvolte
Alla prima riunione di questa particolare alleanza, svoltasi a Lipsia il 17 novembre 2022, hanno partecipato la Lombardia – il cui assessore allo Sviluppo Economico, Guido Guidesi, è stato nominato vicepresidente con delega alle Competenze e alla forza lavoro – i rappresentanti di Sassonia, Baden-Württemberg, Baviera, Sassonia-Anhalt e Saarland (Germania); di Valencia, Navarra, Andalusia e Castiglia e León (Spagna); di Trnava e Kosice (Slovacchia); di Grand Est, Borgogna-Francia-Coté (Francia) e, sempre per l’Italia di Piemonte, Abruzzo, Basilicata e Molise. Coinvolti nei lavori svolti in Germania anche i rappresentanti di ANFIA – Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, Confindustria Energia, ENI, UNEM – Unione Energie per la Mobilità, Assopetroli, Federchimica-Assogasliquidi, Federmetano, Assogasmetano, Cluster Lombardo Mobilità, Cluster Aerospazio Lombardia.

Lo stop commerciale alle auto a benzina e diesel
Le grandi aziende del settore reagiscono così dunque alla decisione di ridurre le emissioni di CO2 del 55% per le auto nuove e del 50% per i nuovi furgoni entro il 2030 rispetto ai livelli del 2021 e azzerare le emissioni sia per le auto nuove che per i furgoni entro il 2035. La proposta della Commissione che prevede l’abbattimento del 100% delle emissioni delle auto in vendita a partire dal 2035 è stata approvata dal Parlamento Europeo con 339 voti a favore, 249 contrari e 24 astenuti a fine ottobre, e si è trovato l’accordo consistente nello stop alla vendita in tutta l’UE sia di auto sia di veicoli commerciali, come i furgoni, a motori termici (auto a benzina e diesel ma anche i furgoni a combustione interna di nuova generazione). Lo scopo è quello di raggiungere – come stabilito a livello internazionale – la neutralità climatica entro il 2050. Non sono solo le emissioni del settore automotive ovviamente a causare l’aumento di CO2 nell’atmosfera e la crisi climatica, ma ne rappresentano uno dei fattori in quanto il trasporto su strada rappresenta un quinto delle emissioni di CO2 dell’UE, pertanto questa decisione sulle auto a benzina e diesel è solo una tra quelle che l’UE sta adottando per raggiungere l’obiettivo.

Cosa accadrà dal 2035
L’eurodeputato olandese Jan Huitema, della Commissione Ambiente del Parlamento europeo e relatore principale del documento di revisione degli standard di CO2 dell’UE per auto e furgoni nuovi, ha chiarito alcuni dubbi (https://multimedia.europarl.europa.eu/it/video/x_N01_AFPS_220926_CARS) riguardo lo stop alle vendite di furgoni e auto a benzina e diesel. Sarà possibile continuare a guidare le auto attuali in quanto le regole non riguardano le auto in circolazione: chi acquista un’auto nuova oggi potrà continuare a guidarla fino alla fine del suo ciclo di vita che è mediamente di 15 anni. Inoltre, il mercato delle auto usate potrà continuare, nel senso che anche dopo il 2035 si potranno acquistare e vendere auto di seconda mano a benzina e con motore a scoppio e rifornirle di carburante anche se, per limitarne il più possibile l’uso, il costo del carburante, quello dell’assicurazione e della manutenzione potrebbe aumentare. La tendenza sarà verso i veicoli elettrici, poiché il costo di proprietà totale è inferiore rispetto alle alternative oggi disponibili: ad esempio – spiega Huitema – la produzione di idrogeno e combustibili verdi (a partire da elettricità e idrogeno e convertiti in benzina sintetica) è più costosa poiché richiede molta elettricità. Tuttavia, le batterie sono pesanti e questo significa che alcuni mezzi di trasporto non possono essere facilmente alimentati dalle batterie, quindi l’idrogeno o i combustibili verdi possono essere una buona soluzione alternativa per navi, aerei o veicoli pesanti.

Guidesi e Schmit

Le alternative proposte dall’alleanza delle Regioni europee
Le Regioni europee vogliono accompagnare con gradualità la transizione del settore automobilistico, destinato ad abbandonare le auto a benzina e diesel, evitando bruschi crolli. Il vicepresidente di questa nuova Alleanza, l’assessore Guidesi, spiega che solo nella regione Lombardia la filiera conta oltre 1.000 aziende, 50 mila occupati e 20 miliardi di fatturato e chiarisce quali sono i timori delle Regioni europee coinvolte nella neonata alleanza a partire dalla propria: “A nostro avviso corriamo tre grandi rischi: il primo è che le imprese della componentistica potrebbero non riuscire a convertirsi, con gli effetti che possiamo immaginare sull’occupazione in Lombardia, pensiamo anche solo alle piccole imprese a servizio dei grandi marchi; il secondo che intravediamo è che il mondo delle, costose, auto elettriche escluda una fetta importante di cittadini dalla possibilità di acquistare un’automobile; il terzo è economico, strategico, produttivo e industriale, consegnando ad altri competitor extra europei un settore che abbiamo presidiato con non pochi sacrifici. Come evitare questi rischi? Noi pensiamo che per raggiungere gli obiettivi ambientali che sono stati giustamente prefissati, su cui noi ci vogliamo sentire coinvolti e impegnati (l’impatto zero delle auto in circolazione, l’impatto zero della produzione e del fine vita di quelle auto), la soluzione sia la piena neutralità tecnologica, ovvero potere dare continuità al motore endotermico attraverso l’utilizzo di nuovi carburanti eco compatibili che ci consentano di raggiungere l’impatto zero nella circolazione. Sviluppare alternative come quella dei biocarburanti può rappresentare anche un’occasione imprenditoriale. La transizione è un processo che dobbiamo guidare, non subire”.

Le auto elettriche
L’assessore Guidesi parla di costose auto elettriche al posto delle attuali auto a benzina e diesel. Cerchiamo di capire se nel 2035 le auto elettriche potranno essere più convenienti tornando alle dichiarazioni dell’europarlamentare Huitema. Secondo il relatore olandese già oggigiorno è più conveniente utilizzare veicoli elettrici perché i prezzi dell’elettricità sono attualmente inferiori a quelli della benzina e richiedono meno manutenzione quindi, una volta acquistata, il costo totale di proprietà di un’auto a batteria è uguale o inferiore a quello di un’auto a benzina o diesel. Tuttavia, al giorno d’oggi le auto elettriche sono costose e questo è fuor di dubbio però Huitema afferma che le nuove normative dovrebbero incoraggiare una maggiore concorrenza tra produttori, che hanno la possibilità di investire nella ricerca grazie ai numerosi e alti aiuti economici previsti per l’innovazione dei veicoli elettrici, il che dovrebbe abbassare il prezzo di acquisto. Un altro problema di cui molto si parla è quello delle batterie delle auto elettriche rispetto al quale l’europarlamentare afferma che in effetti c’è ancora molto lavoro da fare con le batterie innovative, anche se lo si sta affrontando con altre normative, come la direttiva sulle energie rinnovabili e il nuovo regolamento sulle batterie, che garantiscono un processo di produzione delle batterie neutro sotto il profilo delle emissioni di CO2, anche grazie al riciclo delle stesse batterie. Per quanto riguarda la durata della ricarica di una batteria, i produttori sono già al lavoro per ottenere automobili elettriche con un’autonomia superiore ai 600 km. E già ci sono sul mercato auto con batterie che possono essere ricaricate con una spina o una presa convenzionale a casa.

Rappresentanti delle Regioni italiane dell’Alleanza e Commissario Schmit

La transizione chiesta dall’alleanza di Lipsia
“L’Alleanza nata in terra tedesca” ha dichiarato Guidesi “non è un punto di arrivo, ma l’acquisizione di un nuovo strumento con cui rinforzare la strategia difensiva del settore automotive, non essendo più la nostra voce sola, ma affiancata da un coro ben intonato. In particolare, chiediamo un meccanismo europeo a sostegno di una transizione giusta ed equa delle produzioni industriali del settore automotive, ben tenendo in considerazione gli effetti sui distretti produttivi nelle regioni. Lo diciamo con forza: sull’altare della transizione non possiamo sacrificare competenze e capacità e soprattutto una leadership conquistata in cento anni di ricerca, innovazione e scelte imprenditoriali”.

Il lavoro dunque è ancora lungo ma siamo fiduciosi che, nell’arco dei prossimi dieci anni, il tempo sarà sufficiente a trovare un giusto equilibrio per arrivare a una transizione equa: basta mettersi tutti d’accordo e, quando gli scopi coincidono, non è così difficile. Tutto sta nel non arroccarsi su posizioni insostenibili dal punto di vista ambientale, sociale o economico. Non è forse di questo che si parla quando si utilizza la parola “sostenibilità”?

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