Per 36 donne siciliane vittime di violenza si avvia una nuova carriera grazie alla qualifica professionale ottenuto con il progetto SALVA
SALVA è l’acronimo di Sostegno alle Azioni di Lotta contro la Violenza per l’Autonomia supportato dal Dipartimento della Famiglia e delle Politiche Sociali dell’Assessorato della Regione Siciliana; grazie a questo progetto 36 donne vittime di violenza hanno ricevuto una qualifica professionale che le porterà verso l’autonomia economica.
Via dalla sottomissione
La violenza economica è quella perpetrata all’interno delle famiglie dove gli uomini impediscono alle donne (mogli, figlie o sorelle) di avere un’entrata che permetta loro di gestire autonomamente la propria vita, comprando ciò che vogliono oppure rendendosi indipendenti potendo formare una propria famiglia o andando a vivere per proprio conto. Mantenere queste donne sottomesse e sotto controllo, donne che devono solo servire e riverire il proprio maschio alfa, capofamiglia, è una crudele pratica che non esula dall’uso della violenza fisica e delle minacce al fine di terrorizzarle per evitare che “alzino troppo la testa”. Una cultura che si sta cercando di eradicare anche grazie a progetti come SALVA. Vediamo in cosa consiste.
Le azioni concrete del progetto SALVA
Per le donne che vivono una condizione di totale dipendenza economica può essere difficile svincolarsi dal contesto di maltrattamento e denunciare familiari, mariti, compagni aggressivi che le tengono in pugno. Ecco perché le azioni concrete come il progetto di “Sostegno alle Azioni di Lotta contro la Violenza per l’Autonomia” hanno notevole importanza nell’affrancamento delle donne che trovano il coraggio di ribellarsi alla violenza e ai soprusi. Si tratta di formare le vittime con nuove competenze e conoscenze per offrire loro l’opportunità di ricominciare a vivere e di svolgere un lavoro che le possa agevolare economicamente nel loro complesso percorso di vita.
Il buon esempio delle 36 siciliane
Sono 36, sono siciliane e sono state vittime di violenze e soprusi. Ma la via della salvezza passa per l’indipendenza economica e sociale e il primo passo è stato quello di imparare a fare un lavoro che le renda autonome. In questo caso: panificatrice, pasticciera, barista, collaboratrice di cucina e di sala. Le lezioni dei tre percorsi finalizzati al conseguimento della qualifica professionale (“addetto panificatore pasticcere”, “collaboratore di cucina” e “collaboratore di sala e bar”) sono iniziate nel 2021, in piena pandemia. Dopo la formazione a distanza è iniziata la pratica. “Il Centro provinciale per l’istruzione degli adulti – CPIA Catania 2 ha fornito a tutte le allieve i dispositivi e la connessione per l’accesso all’aula virtuale” ha spiegato la dirigente Rita Vitaliti. “Grazie alle convenzioni che abbiamo stipulato con le aziende locali, le donne hanno potuto svolgere il loro stage imparando direttamente nei laboratori di cucina e in sala, metodi e pratiche professionali di cui hanno fatto tesoro. Hanno partecipato con notevole entusiasmo alle attività e il percorso di formazione ha rappresentato per loro anche un produttivo momento di aggregazione”.
Le attività di formazione per le 36 allieve si sono appena concluse, sono state realizzate nel CPIA Catania 2 con la guida del dirigente scolastico Rita Vitaliti, con il coordinamento di Francesco Cauchi e con il supporto delle professoresse Antonella Pennisi, Beatrice Antichi e Valentina Scavone. Le allieve hanno acquisito la qualifica professionale dopo gli esami finali che sono stati superati con successo nei mesi di agosto e di settembre.