Dalle Regioni Lazio

Il partenariato pubblico privato del Sud del Lazio

I Comuni del Sud del Lazio si uniscono per rilanciare il territorio e offrire opportunità di lavoro e di impresa nel settore agroalimentare

Dalla filiera della visciola alla Setia Factory, un insieme di iniziative per mettere a sistema le operazioni da attuare grazie ai fondi europei per rilanciare l’economia del Sud del Lazio. Tanti gli stakeholder coinvolti in questo partenariato con capofila il Comune di Sezze, sempre aperto e pronto ad accogliere gli altri Comuni ed enti che vogliano partecipare.

Da sinistra: l’assessore Capuzzo, l’assessora Fernandez, l’assessora Bellucci e l’assessore Chiarato
Al centro, con gli assessori, il Sindaco di Sezze Lidano Lucidi

Il Cibo nella Terra del Mito
Una terra mitologica quale fil rouge per rafforzare il potere di attrazione turistica puntando sulle eccellenze enogastronomiche del Sud del Lazio. Una chiave per sostenere l’economia dei territori e offrire nuove opportunità di lavoro e di impresa ai suoi abitanti. Nell’ambito delle attività coordinate grazie al partenariato dei Comuni del Sud del Lazio guidati da quello di Sezze capofila, si è tenuto il 23 giugno 2024 una manifestazione dedicata all’enogastronomia, all’artigianato e alle attrazioni turistiche dei territori, che si è tenuta a Sezze. “Il cibo nella terra del mito” il titolo della manifestazione collegata al progetto ANCI Giovani e Impresa, nell’ambito della quale si è tenuto un convegno dal titolo “La visciola nella terra del mito tra arte ed enogastronomia” che ha rappresentato l’occasione per ragionare sullo sviluppo economico dei territori del Sud del Lazio.

La filiera della visciola come opportunità di lavoro e di crescita
“Questa non è una semplice manifestazione bensì qualcosa di più profondo” ha esordito il Sindaco di Sezze Lidano Lucidi in apertura di convegno. “Abbiamo coinvolto altri Comuni perché in un mondo globalizzato in cui le sfide sono internazionali c’è bisogno di unire le forze. Possiamo cercare di lavorare con altri Comuni per promuovere un progetto non di Sezze ma di tutto il territorio del Sud del Lazio, dal mare ai monti”. Il Sindaco ha specificato che i turisti si riversano solitamente sulla costa ma che per richiamarli anche sui Monti Lepini si può puntare su turismo enogastronomico. “Ognuno valorizza ciò che ha e noi a Sezze abbiamo anche la visciola. Prossimamente emaneremo dei bandi a valere sui fondi del PSR [Piano di Sviluppo Rurale, ndr] per richiamare imprenditori che vogliano inserirsi nella filiera della visciola, che riguarda vari ambiti della gastronomia: confetture, biscotti, panettoni”. Lucidi ha spiegato che mettendo insieme Amministrazioni pubbliche e privati si può anche essere più forti nel contrastare la concorrenza sleale proveniente dai Paesi esteri: “noi abbiamo delle limitazioni a tutela della salute che altre nazioni non hanno ma poi permettiamo di importare dall’estero alimenti che hanno ingredienti a noi vietati” ha sottolineato il Sindaco dicendo che “gli imprenditori oggi sono eroi della società” e che con loro si possono anche realizzare progetti per il contrasto al cambiamento climatico.

La giornalista Tiziana Briguglio, Vicepresidente Arga Lazio, conduce il convegno tentosi nella chiesa di Santa Paresceve

Gli assessori del Sud del Lazio presenti al convegno
Al convegno erano presenti anche alcuni assessori dei Comuni aderenti al partenariato, come l’ass. Chiarato del Comune di Latina che ha parlato del progetto ANCI (Associazione nazionale dei Comuni italiani) “Cibo terra mito, talenti da coltivare”, un progetto realizzato a seguito della vincita di un bando dedicato alle imprese giovanili “che abbiamo voluto focalizzare sull’enogastronomia, settore che ci appartiene, cui tanti Comuni hanno partecipato e con partner le Università”. L’assessora Bellucci, del Comune di Priverno, ha parlato del prodotto enogastronomico di eccellenza della sua città: la falia di Priverno: “è la regina delle nostre tavole, abbiamo anche da tanti anni la sagra falia e broccoletti che rappresenta l’appuntamento enogastronomico più importante di Priverno. Abbiamo ottenuto il marchio MCG (marchio collettivo geografico) nel 2023”.
L’assessore Capuozzo del Comune di Cisterna di Latina ha detto quali azioni nell’ambito del partenariato strategico per “accendere i fari” sull’enogastronomia del Sud del Lazio fa la propria città: “facciamo in modo di promuovere i nostri prodotti e le nostre filiere sensibilizzando la popolazione sul ruolo dell’agricoltura. Anche la nostra Amministrazione è convinta che fare squadra sia fondamentale e credo che il PNRR rappresenti un’opportunità unica per trasformare in meglio i nostri territori”.

Sezze capofila del progetto
Il cibo nella terra del mito è un lavoro che parte da lontano” ha affermato l’assessora alle attività produttive del Comune di Sezze, Lola Fernandez. “Nel partenariato ci sono 23 soggetti pubblici e privati di partenza e più di 50 operatori e associazioni che si sono impegnate nel progetto nato nel 2022 come programma di marketing territoriale per cercare di promuovere il territorio del Sud del Lazio attraverso i prodotti locali collegati ai miti come fil rouge che ci accomuna. Un progetto ispirato a una ricerca enogastronomica di Roberto Campagna dove venivano elencati tanti Comuni che si potevano unire proprio grazie ai loro prodotti enogastronomici”. E così hanno fatto, dunque, e l’assessora Fernandez spera che altre Amministrazioni comunali vogliano aggiungersi a questo partenariato nell’ambito del quale si stanno realizzando tanti progetti occupazionali incentrati sul cibo e le eccellenze locali. Fernandez ha spiegato che unendosi in tanti si ha la possibilità di ricevere maggiori somme di finanziamento mettendo in campo anche progetti complementari importanti, come le reti di imprese nel commercio.

Da sinistra: Tiziana Briguglio, Lola Fernandez e Giovanni Pica

Il contributo di Arsial
L’Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio si occupa tra l’altro di valorizzare i prodotti Dop e Igp. In questo senso era presente al convegno il suo funzionario Giovanni Pica il quale ha ricordato che solo nel Comune di Sezze ci sono 9 prodotti Dop e Igp e 12 Pat (Prodotti agroalimentari tradizionali). L’Arsial ogni anno fa il censimento dei nuovi prodotti tradizionali e li comunica al Ministero. Nel Lazio ci sono oggi 150 Pat.
Per quanto concerne la visciola, oggi una dei 12 Pat di Sezze, Pica ha ricordato che l’Arsial offre aiuto per gli accordi di filiera e ha fatto l’esempio di quello per la Ratafia, uno spirito a base di visciola, mostrandosi disponibile a collaborare con le Amministrazioni comunali del partenariato e con i produttori locali per individuare il miglior percorso per l’ottenimento del più adatto marchio di qualità.

L’intervento della dott.ssa Tiziana Zottola

 

Dalla parte dei consumatori
Ogni imprenditore che si rispetti deve per prima cosa far conoscere il proprio prodotto ai consumatori e più il prodotto è di qualità più questa conoscenza va valorizzata. Essere dalla parte del consumatore significa anche tutelare la sua salute e il suo benessere nonché l’ambiente nel quale vive. Per quanto riguarda la visciola è intervenuta la ricercatrice Tiziana Zottola, già capo alimenti dell’Istituto zooprofilattico del Lazio e della Toscana. Il suo intervento è stato centrato sull’importanza della biodiversità biologica. In questo ambito, il consumatore deve sapere che esistono tante varietà di questo frutto che appare una ciliegia ma non lo è. “Siamo tra i primi 10 Paesi produttori di ciliegie al mondo e ne abbiamo di tipologie diverse per consistenza, per colore, per polpa, ecc. perché la scienza nel corso del tempo ha selezionato quelle più appetibili per i consumatori. Si tratta di ciliegie dolci, che si distinguono dalle amarene, il cui sapore è più asprigno. Ebbene la visciola è l’espressione selvatica dell’amarena (che non è una ciliegia)”.

 

La visciola
Prosegue Zottola: “la differenza dal punto di vista vegetale è che l’amarena diventa un albero mentre la visciola ha un portamento arbustivo e nel Lazio cresce alle basse altitudini: dal livello del mare ai 200 metri di altezza. Il più forte di produttore di visciole in Italia è la regione delle Marche. Le caratteristiche del frutto sono di essere piccola, dalla forma schiacciata, dal colore più scuro, dal peduncolo più piccolo con un affossamento dove arriva il picciolo. Il gusto è inizialmente dolce ma il retrogusto è acidulo. Il problema è che si conserva poco perché ha un alto contenuto zuccherino e in acidità, il che porta ad avere un alto potere fermentativo: appena colte vanno messe nel ghiaccio per poterne bloccare la fermentazione. E per questo sono più indicate per le confetture e le marmellate”.

L’intervento del prof. Saverio Senni

Setia Factory
Abbiamo parlato di opportunità occupazionali in campo agroalimentare nell’ambito del partenariato del Sud del Lazio. Il responsabile scientifico Saverio Segni, dell’Università della Tuscia – Dipartimento scienze agrarie e forestali, ha avuto il compito di presentare il progetto che si sta per avviare “Setia Factory”. Un progetto di agricoltura sociale multifunzionale poiché “riguarda terreni, edifici, proprietà del Comune di Sezze rimessi in attività grazie ai fondi del PNRR, un progetto di retroinnovazione perché recuperiamo logiche presenti in passato che vengono innovate”. Si tratterà di un polo di servizi che coinvolge l’ambito agrario e quello sociale. Verrà successivamente emanato un bando per trovare soggetti in dimensione di rete che beneficeranno delle risorse del PNRR per la Setia Factory che si occuperà di attività sociali e didattiche, coltivazione e vendita, con la partecipazione attiva di soggetti svantaggiati. La fase di startup sarà finanziata coni fondi del Pnrr ma ci saranno ulteriori finanziamenti, cumulabili. L’assessora Fernandez è lieta di questa prima fattoria sociale di tipo pubblico: “potremo diventare una best practice a livello nazionale”.

L’intervento del Presidente di ASIP Riccardo Castelli

L’artigianato della visciola
Riccardo Castelli, presidente di Asip Imprese e persone di Latina, ha spiegato che la visciola è un prodotto scarso e dunque di nicchia ma con grandi possibilità di sviluppo essendo una materia prima fondamentale per l’artigianato: uno dei prodotti più importanti cui dà vita nei Comuni del Sud del Lazio è la famosa crostatina di Sezze con la visciola.
Come ha evidenziato a seguire l’agronomo Donato Scipione, oggi a Sezze ci sono tanti artigiani che fanno prodotti da forno con le visciole, costretti a importarle dall’estero. “Considerando che i territori italiani vengono abbandonati perché non c’è ritorno economico sufficiente, e che vanno bene solo quelli legati alla trasformazione, bisogna creare aziende giovani per la produzione primaria (coltivatori di visciole) che facciano da sostegno a quelle della trasformazione”.

L’intervento dell’agronomo Donato Scipioni
Federica Fiorini al suo banco nella manifestazione

I produttori a corto di lavoratori
Federica Fiorini, produttrice di visciole e confetture di Sezze, ha creato insieme ad alcuni amici, quando avevano solo 17/18 anni la sua azienda chiedendosi: “Perché da noi ci sono le pastarelle di Sezze a base di visciole ma nessuno ha pensato di coltivare le visciole e fare la marmellata, anzi le piante vengono lasciate morire? Così siamo partiti con 10 piante e oggi che ho 37 anni vedo che non ci sono giovani interessati a fare questo mio lavoro. Io ne avevo 18 quando ho cominciato. I giovani diciottenni di oggi non pensano nemmeno che possa esserci una possibilità di lavoro in questo campo. Non riusciamo a coinvolgerli, eppure il lavoro ci sarebbe e il mercato lo richiede”.

intervento di Federica Fiorini

 

I prodotti da forno
Al termine della filiera – che si vorrebbe fosse corta se si coltivassero visciole in abbondanza come auspicano i Comuni del Sud del Lazio – ci sono soprattutto i prodotti di forno, dal momento che come ha spiegato Tiziana Zottola, le visciole sono adatte proprio per le confetture e le marmellate. Maria Teresa Di Raimo e sua sorella Anna hanno un forno storico di Sezze che produce dolci da forno con visciole e mandorle (perché il territorio nei tempi antichi aveva molte di queste piante). Maria Teresa ha spiegato che la crostatina di Sezze è esclusivamente quella che si fa con la marmellata di visciole e durante il convegno ha narrato la storia della pasticceria artigianale di Sezze, citando tra gli altri dolci la torta battuta di Sezze, una sorta di pan di spagna che si regalava alla madrina di battesimo.

 

Sergio Tresca

Arte, letteratura e… visciole
Roberto Vallecoccia ha fatto un’analisi degli antichi dipinti di Sezze e ha mostrato in quanti di essi venivano raffigurati i prodotti da forno artigianali setini: la spaccatella di Sezze, la pagnottella del Salvatore, in un dipinto del Turchi sono raffigurate delle suore con le spaccarelle (o spaccategli), riconoscibili perché erano pagnotte spaccate in due, con la croce sopra. Queste pagnottelle venivano prodotte già nei forni di Sezze nel 1800 e allora ogni forno ne produceva 100 al giorno poiché ogni famiglia ne acquistava ben 33, numeri che oggi ci appaiono assurdi. Le pagnottelle di Sezze venivano alzate da tutti i setini durante la processione del giorno di San Rocco affinché venissero benedette: un’usanza dovuta al fatto che quello era il pane offerto al Santo. Questi prodotti artigianali da forno rappresentano la memoria storica del paese, come dimostrano i dipinti delle epoche passate ma c’è di più: per via di un errore di traduzione non si è fatta giustizia alle visciole e ad Anton Cechov, il quale aveva intitolato il suo famoso racconto “Il giardino dei ciliegi” in realtà “Il giardino delle visciole” come ha spiegato Sergio Tresca, spiegando che evidentemente il traduttore non se ne intendeva affatto di botanica e non conosceva la differenza ma sarebbe bastato studiare l’etimologia del nome poiché il termine visciola deriva dal greco che significa color porpora (byssina) ed è proprio quello usato da Cechov.

Turismo lento e culturale
Il partenariato dei Comuni del Sud del Lazio punta ad attrarre i visitatori grazie ai prodotti enogastronomici tradizionali per uno slow travel, un viaggio che dia il tempo di fare delle esperienze, come ha detto Roberto Perticaroli e anche di visitare il polo museale locale, come ha spiegato Antonio Saccoccio, del Museo dell’Agro Pontino, che raccoglie le vicende storiche della città di Pontinia e del territorio circostante con l’obiettivo di conservare e valorizzare, facendolo conoscere, il patrimonio dei beni culturali locali.

La formazione e il lavoro possibile
Ricordiamo che intorno alla cultura del cibo ruota un grande indotto, come hanno dimostrato i relatori, che va dall’arte alla letteratura, dalla storia alla religione, passando per usi e costumi locali. In tutto questo non può non inserirsi il mondo del lavoro e dell’imprenditoria, tanto è vero che a Sezze c’è, per fare un esempio, un noto istituto alberghiero, l’ISISS Pacifici e De Magistris, che prepara gli studenti ad entrare nel mondo del lavoro nel settore del turismo mentre il CAPOL (Centro assaggiatori produzioni olivicole di Latina prepara gli studenti a divenire esperti di olio di oliva e coltivatori di ulivi, lavori del settore agroalimentare. A questo proposito il convegno setino è stato concluso con la consegna degli attestati del Corso di Formazione in olivicoltura e in assaggiatore di olio d’oliva. Dopo aver premiato l’azienda produttrice di Gino Riello (presente la moglie che ha ricevuto in sua vece il premio), sono stati consegnati gli attestati ai neo-assaggiatori Mattia Geraldo, Elena ed Erica Perugini, Catia Spitalieri e tanti altri.

Il convegno è stato impreziosito anche dall’esposizione delle opere (che vediamo nelle diverse foto scattate all’interno della chiesa) dell’artista setino Giovanni Gabriele, specializzato in arte sacra. La mostra è stata organizzata in collaborazione con Confcommercio Lazio Sud.

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