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Intervista esclusiva a Claudia Brunori

Conosciamo meglio Claudia Brunori, direttrice del Dipartimento Sostenibilità, Circolarità e Adattamento al Cambiamento Climatico dei Sistemi Produttivi e Territoriali dell’ENEA.

Nella vita si possono essere tante cose, per capacità professionali, per determinazione personale e per visione. Claudia Brunori ha scelto di fare – o meglio – di essere una “ricercatrice che ama il lavoro che fa”, ma allo stesso tempo una mamma e una moglie. Classe 1970. laureata in chimica a Sapienza Università di Roma, è direttrice del Dipartimento Sostenibilità, Circolarità e Adattamento al Cambiamento Climatico dei Sistemi Produttivi e Territoriali dell’ENEA – come lei stessa ci ha confidato – ama il lavoro che fa perché le sembra di poter sviluppare degli strumenti innovativi per migliorare il mondo in cui viviamo, in cui cresceranno i suoi figli. Come scrive l’autrice Chiara Gamberale in un suo ultimo libro quando non stiamo con i nostri figli… per tornare a loro migliori, dobbiamo pretendere bellezza dal mondo. È quello che alla Dottoressa Brunori piacerebbe trasmettere e lasciare anche e soprattutto a loro.

Come si diventa Claudia Brunori?
È stato un percorso del tutto non ricercato: ho sempre lavorato in ENEA, ho fatto la tesi di laurea in ENEA, ho avuto vari contratti a tempo determinato, borse di studio. Il mio obiettivo era quello di fare il lavoro che mi piaceva, con persone piacevoli, per avere la possibilità di crescere, di mettere a disposizione il mio impegno, la mia competenza per progetti innovativi. Questi mi hanno consentito di confrontarmi con persone anche molto diverse da me, lontane da me geograficamente. È stata una grande opportunità di crescita. Il percorso è venuto da sé, mi ci sono un po’ ritrovata, ben volentieri perché è un lavoro che mi piace molto. Mi piace molto anche l’opportunità di coordinare, gestire, ma anche semplicemente cercare delle soluzioni che siano a beneficio del lavoro, a beneficio degli altri.

Claudia Brunori, cosa si intende per sostenibilità?
Sostenibilità è un concetto complesso che integra diversi aspetti fondamentali: l’ambiente, l’economia ma anche il sociale. Spesso viene identificata solo come una tutela dell’ambiente, in realtà la sostenibilità è proprio quell’approccio che consente di individuare soluzioni che mettano a sistema in maniera vincente tutti questi aspetti. È molto più sfidante di quello che si possa pensare, non ha come obiettivo uno solo di questi aspetti, ma l’ambiente, l’economia e la società, senza lasciare indietro nulla.

Claudia Brunori, osservatorio sulla cultura sostenibile in Italia
Dal mio osservatorio abbiamo tanti esempi di grande eccellenza sul tema, siamo molto attenti, c’è tanta attenzione anche da parte del mondo delle imprese rispetto a un’innovazione che sia più sostenibile. La sostenibilità mira a trovare delle soluzioni che siano anche più efficienti dal punto di vista economico, ma anche più interessanti dal punto di vista sociale. C’è una grande eccellenza, un grande tessuto, c’è tanto movimento e attorno a queste tematiche ci sono anche tanti esempi di buone pratiche, progetti e iniziative virtuose che mettono a sistema vari settori: dalle imprese a chi fa innovazione, la società civile e le istituzioni, sia a livello locale che a livello centrale.

Claudia Brunori, come agevolare la sostenibilità con strumenti abilitanti
Investendo nell’innovazione, nella ricerca e nei ricercatori, promuovendo questo mestiere bellissimo anche tra i giovani. Ma serve anche la formazione, l’informazione che sia estesa anche a chi è già nel mondo lavorativo, ai cittadini, ai consumatori e la capacità anche di supportare iniziative che promuovano un dialogo e un comune linguaggio sulle tematiche, affinché siano sempre più evidenti quelli che sono i vantaggi comuni che si possono raggiungere con uno stile di vita, con una cultura più sostenibile, basata su un uso più efficiente delle risorse.

Claudia Brunori, la sostenibilità è femminile?
Ho incontrato tantissime colleghe molto brave che lavorano in questo settore, tuttavia, non credo che la sostenibilità sia esclusivamente al femminile, perché ritengo che persone in gamba capaci di ragionare su quelli che sono i problemi e le sfide complesse che riguardano la sostenibilità, appartengano sia al genere femminile che a quello maschile. Sicuramente da parte delle donne, c’è questa capacità che ci deriva proprio dal nostro modo di essere, di dover essere multitasking, riuscire a prendere in considerazione tanti aspetti diversi e arrivare all’obiettivo tenendo in considerazione tutti gli elementi in campo; siamo forse un po’ più portate e abituate ad affrontare la complessità.

Claudia Brunori. come è riuscita a conciliare vita privata e sfera professionale nel mondo della ricerca?
Con tanto aiuto anche da parte della mia famiglia, di mio marito, tanta comprensione ma tanta determinazione e passione. Fare le cose con passione e soddisfazione ti rende una persona più piacevole anche quando stai fuori dall’ambito lavorativo. Sicuramente questo poi ha aiutato. La mia priorità è sempre stata quella delle relazioni personali e quindi è stato un po’ un moltiplicarsi di opportunità che derivava anche da un arricchimento che veniva proprio dalle relazioni personali. Non ho dovuto fare grandi rinunce.

Claudia Brunori, le sfide dell’ENEA e l’Agenda 2030
Come Dipartimento siamo fortemente proiettati su tante delle sfide più attuali: dal tema delle materie prime al tema dell’ecodesign, filiere produttive più sostenibili, ma anche il grande tema della rigenerazione urbana con il coinvolgimento pieno dei cittadini, i proiettivi di questa trasformazione. Il nostro obiettivo più importante è quello di pensare e immaginare progettualità integrate a livello urbano, delle aree industriali, nelle filiere produttive di gestione del territorio, condivise con chi abita e vive quel territorio e quelle realtà. Così come a livello locale, nazionale e in Europa, ma anche nei Paesi in via di sviluppo. È un po’ questa la modalità e l’approccio che stiamo portando avanti.

Claudia Brunori, prospettive future come donna, madre e moglie, e anche in ambito professionale
Questa è la domanda più difficile! Le prospettive future sono quelle di mantenere sempre alto l’entusiasmo e la voglia di impegnarsi per un mondo migliore, nonostante in questo momento il contesto geopolitico sia molto complesso. Per me, la capacità di vedere il mondo con l’occhio dell’innovatore è forse l’unica possibilità di superare anche questi momenti difficili. Mantengo sempre alto lo sguardo verso orizzonti lontani migliori.

 

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