Fisco e norme

Federalismo fiscale tra realtà e utopia

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Le interviste sul federalismo

In queste interviste sono contenuti tre dei principi ispiratori del Federalismo: competitività,  solidarietà, responsabilizzazione politica degli amministratori locali.
L’applicazione non equilibrata di ciascuno dei 3 principi a danno degli altri rischia di compromettere il successo e l’efficacia stessa del Federalismo Fiscale.

“Avanti tutta (quelli che possono)”

Alberto Barcella – Presidente di Confindustria Lombardia

«Il cosiddetto federalismo municipale va considerato solo come uno dei tasselli del più vasto federalismo fiscale: l’importante è che l’impianto generale regga alla prova dei fatti. Le imprese italiane sono convinte di un’evoluzione federale del sistema, purché sia accompagnata dal decentramento di responsabilità e decisioni con l’incremento dell’efficienza della macchina amministrativa. Uno dei rischi della riforma federalista è che la pressione fiscale non si riduca, ma addirittura peggiori. L’incremento degli oneri esiste, non va sottovalutato, però non bisogna prenderlo come un pretesto per bloccare un tentativo di riforma che va nella direzione giusta. L’auspicio è che il meccanismo si muova rapidamente, soprattutto là dove può dare migliore prova di sé. Non vorrei che si condannasse il Paese ad andare alla velocità del vagone più lento. Bisogna sganciare i vagoni che sono in grado di sfruttare subito l’esperienza del federalismo, come la Lombardia e il Veneto, e beneficiare del loro ruolo di locomotive. Il nostro slogan in questo senso è: scateniamo le imprese, scateniamo la Lombardia. Dobbiamo essere messi in condizione di sperimentare gli aspetti virtuosi del federalismo senza doverci attenere alla capacità di adeguamento di altri parti del Paese. Per evitare che le altre regioni vengano abbandonate a loro stesse si possono trovare altre formule».

“Non c’è sviluppo senza solidarietà”

Maurizio Stirpe – Presidente di Confindustria Lazio

«La riforma del federalismo sarà utile nella misura in cui riuscirà a coniugare efficienza a solidarietà. Il federalismo non potrà dispiegare i propri effetti se non riesce, attraverso il fondo di perequazione, a rendere minori le distanze che ci sono nel nostro paese. È giusto che i tributi confluiscano direttamente nei comuni dove la gente risiede, ma non ci si può dimenticare di chi ha meno fortuna».

“La priorità: responsabilizzare la politica”

Ivanhoe Lo Bello – Presidente di Confindustria Sicilia

«Il federalismo fiscale municipale può essere per noi industriali un fondamentale elemento di supporto. Siamo convinti che provocherà una forte responsabilizzazione delle classi dirigenti: la politica, soprattutto quella meridionale, non ha mai messo tra le sue priorità la lotta alle inefficienze e agli sprechi, spende ma non risponde politicamente ai cittadini. D’ora in poi le amministrazioni locali avranno due possibilità: se sono efficienti potranno diminuire la tassazione, se sono inefficienti dovranno per forza aumentarla. In questo modo le loro capacità saranno finalmente misurabili e i cittadini potranno sanzionarle politicamente. Certo, siamo consapevoli che ci potranno essere, per lo meno all’inizio, costi aggiuntivi per le imprese. Ma mettendo sulla bilancia le incognite che riguardano l’implementazione di un sistema che dovrà andare a regime in tempi che non sono ancora chiari, e la possibilità di costituire una classe politica finalmente responsabilizzata, noi non abbiamo dubbi su cosa scegliere».

La competitività senza solidarietà rischia di spaccare il paese in due, di fare dell’Italia un treno dai molti vagoni, dalle molte velocità; la solidarietà senza competitività rischia di perpetuare condizioni di inefficienza e di svuotare di significato il federalismo stesso. La responsabilizzazione politica è un effetto naturale e implicito del federalismo, è una condizione necessaria ma da sola non sufficiente per il successo del federalismo stesso.

Sonia Scorziello

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