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Il lavoro entra a scuola. Il buon esempio del Friuli Venezia Giulia

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Il lavoro entra a scuola. Il buon esempio del Friuli Venezia Giulia

Formarsi in azienda ora si può anche durante la scuola. Lo assicura la Regione Friuli Venezia Giulia che ha dato il via al grande progetto di alternanza scuola lavoro per i giovani che frequentano le ultime classi del liceo

Sono partiti da pochi giorni gli stage per gli studenti giovanissimi offerti da aziende selezionate e sono già molte le scuole della Regione che hanno presentato progetti articolati per offrire ai ragazzi una formazione completa non costruita sui soli libri, ma anche sul campo.

 

Lo stage può durare dalle 40 alle 160 ore, anche cumulabili, ed è rivolto ad una classe composta da un minimo di 12 studenti. I ragazzi dovranno garantire la loro presenza per svolgere l’esame finale e scrivere una relazione sulla loro esperienza. Ma attenzione, si può anche non superare la prova e questo inciderà sulla valutazione dello studente.

Il progetto ha preso il via lo scorso dicembre con l’accordo tra la Direzione centrale Lavoro Formazione, Commercio e Pari Opportunità della Regione Friuli Venezia Giulia e l’Ufficio Scolastico Regionale per il Friuli Venezia Giulia. Uno scambio a tutto tondo tra il mondo del lavoro, che ha scopi di chiara praticità, e l’istruzione scolastica, il cui obiettivo invece è quello di orientare i ragazzi al ragionamento. Una interazione felice per la scuola che ha deciso di entrare, e non di soppiatto, nelle imprese offrendo ai giovani dai 16 anni in su un’esperienza diretta presso aziende, associazioni di categoria, studi professionali, centri di ricerca ed enti pubblici per imparare a orientarsi sul loro avvenire, comunque non troppo lontano.

 

Il progetto nel dettaglio

La somma assegnata dalla Giunta Regionale è di 2 milioni di euro – risorse ricavate dal “Fondo Sociale Europeo, Obiettivo 2, Competitività e Occupazione 2007/13, Asse 4, Capitale Umano”, lo strumento finanziario dell’Unione Europea per sostenere l’occupazione e la coesione economica e sociale negli stati membri.
Un capitale importante quindi per un piano articolato che ha l’obiettivo di accrescere la maturazione personale degli studenti e immaginare così un futuro meno precario.
“Ritengo fondamentale” sottolinea Angela Brandi, assessore al lavoro, formazione, commercio e pari opportunità della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, “la promozione di esperienze di alternanza scuola lavoro al fine di consentire agli istituti scolastici di rafforzare il collegamento organico con il modo del lavoro”.

Il progetto sarà realizzato dagli istituti statali di istruzione di secondo grado della Regione Friuli Venezia Giulia e in particolare dagli Istituti Professionale, Tecnici e i licei artistici della regione. Le domande di partecipazione al progetto sono state presentate fino allo scorso febbraio, ma l’avvio dei progetti è proprio di questi giorni.
“L’alternanza Scuola Lavoro, introdotta dalla Legge 28 marzo 2003 n. 53 art. 4, e disciplinata dal Decreto Legislativo 15/4/2005 n. 77” ha commentato Daniela Beltrame, Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale “ha la finalità di consentire l’attivazione di una metodologia didattica che consenta agli allievi di condurre esperienze alternate tra l’ambiente d’aula e quello di lavoro. L’attuazione di questa intesa con la Regione Friuli Venezia Giulia ci consente di costruire un sistema stabile di rapporti fra la scuola e il mondo del lavoro, e di creare una nuova modalità didattica attraverso esperienze in specifiche realtà di lavoro facilitando, così, i giovani studenti ad enucleare il personale progetto di vita”.

Un percorso alternativo alla formazione in aula che dovrebbe aprire le porte ai giovani non solo all’apprendimento di speciali competenze pratiche, ma all’acquisizione di quegli strumenti culturali e di metodo indispensabili a gestire la realtà che li aspetta dopo la scuola.

Sono stati presentati 109 proposte di cui approvate 76. Settantacinque sono quelle in corso di realizzazione. La partecipazione è stata importante e sicuramente il primo passo per un nuovo modo di intendere l’istruzione, e la sperimentazione può allargarsi ad altre regioni che ancora non hanno testato un metodo moderno e innovativo per sostenere la formazione delle nuove generazioni.

Gli Istituti scolastici coinvolti sono 24 tra i quali vi sono Istituti professionali di Stato, Istituti tecnici e Istituti d’arte, oltre alla A.T.S. EFFEPI (Associazione temporanea di scopo tra enti di formazione professionale), gestore dei percorsi di istruzione e formazione professionale. Naturalmente la partecipazione è aperta a tutti gli studenti.
Al momento – informa Ileana Ferfoglia, dirigente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – risultano avviati due progetti.

La disoccupazione giovanile

In Italia, i dati diffusi il 1 aprile 2011 dall’Istat confermano che tra il 2009 e il 2010 l’occupazione è calata di 336.000 unità, con un tasso di occupazione in discesa dal 56,9% al 56,3%.
Solo nello scorso mese il tasso di disoccupazione giovanile è salito di 0,3 punti percentuali, posizionandosi al 28,6%, quasi un terzo della popolazione tra i 15 e i 24 anni.
Le misure per cambiare questo trend sono allora necessarie per attuare il primo e, soprattutto, il quarto articolo della nostra costituzione. Una responsabilità politica che non sacrifica il valore della nostra cultura che ha reso possibile nei secoli l’apertura, per le nuove generazioni, al ragionamento, alla capacità critica e alla partecipazione democratica, ma che spalanca le porte allo sviluppo economico e sociale della collettività.

Nel resto d’Europa

C’è da dire che per molti paesi europei l’alternanza scuola lavoro non è affatto una novità. Secondo Eurydice (la rete europea per l’informazione sull’educazione), in Francia si comincia a parlare di alternanza scuola lavoro già nel 1989, poi con la legislazione attuata negli anni successivi, il progetto ha preso sempre più corpo. Sono infatti previsti contratti di apprendistato per i quali si riceve regolare stipendio e contemplano sia formazione pratica che teorica. Per partecipare è necessario avere tra i 16 e i 25 anni di età.
In Germania il percorso di alternanza scuola azienda è scelto dai due terzi dei giovani e offre circa 350 qualifiche riconosciute e, come in Francia, per accedere è necessario aver terminato la scuola dell’obbligo.
L’Inghilterra è un caso speciale. È lo studente, infatti, che sceglie il proprio percorso formativo e negli ultimi due anni scolastici sono previste possibilità di partecipazione a periodi lavorativi di due settimane per anno. Per l’istruzione non obbligatoria (National vocationals qualifications) sono previste invece specifiche attività di stage lavorativi. Discorso diverso è necessario fare per la Spagna dove non esiste una vera e propria alternanza, ma esistono, dopo la scuola dell’obbligo (dai 16 ai 18 anni), corsi formativi della durata di un anno, durante il quale si svolge attività lavorativa per il completamento della formazione.

Livia Serlupi Crescenzi

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