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Il mondo dell’agricoltura all’Expo Rurale di Firenze

La Toscana agricola, la situazione secondo una indagine Unioncamere Toscana

Imprese del settore in calo dell’1,5% nell’ultimo anno. Export positivo per i viticoltori. Nel 21% dei casi l’azienda agricola svolge anche attività ricettiva agrituristica

Un’indagine numerica e qualitativa per fotografare lo stato di salute dell’imprenditoria agricola toscana: è lo studio presentato nel corso del primo Expo Rurale di Firenze e realizzato da Unioncamere Toscana, intitolato “Un’analisi del ruolo delle imprese agricole nel contesto regionale alla luce dell’evoluzione degli scenari internazionali”.

A metà 2011 le imprese del settore agricolo regionale iscritte agli archivi camerali sono 43.117. Nel 51,3% dei casi si trovano nel territorio di Arezzo, Grosseto e Siena, per il rimanente 49% nel resto del territorio regionale.

Imprese in calo dell’1,5% rispetto a dodici mesi fa e addirittura del 38,4% considerando il decennio 2000-2010. Un crollo che rispecchia purtroppo la tendenza all’abbandono delle campagne e del mondo rurale, confermato anche dai dati provvisori del 6° Censimento generale dell’agricoltura.

Oltre all’indagine sui numeri e le caratteristiche delle imprese agricole nella loro totalità, Unioncamere ha realizzato una indagine in profondità per esplorare da vicino la realtà di 500 aziende rappresentative del territorio. Il mondo agricolo resta ancora dominio di imprese di piccole dimensioni, che nell’87% dei casi hanno un numero medio di 2,3 addetti non stagionali.

Un tessuto produttivo che sembra chiedere un rinnovamento di genere, di formazione e di sviluppo, dal momento che “l’imprenditore agricolo tipo” ha una età compresa tra il 50 e i 64 anni, è uomo, per oltre il 57% dei casi ha un titolo di studio pari o inferiore al diploma di scuola media inferiore.

Tra i dati positivi, quello sulla dimensione a disposizione delle aziende: oltre 10 ettari nel 2010, rispetto ai 7 ettari del 2009, per un aumento del 43,7% in dodici mesi. Incoraggiante anche l’aspetto legato alla “multifuzionalità”, ossia la tendenza a promuovere turismo rurale e l’agricoltura sociale: il 21% delle imprese agricole svolge infatti attività di agriturismo.

Significativa l’impronta femminile in questo settore, perché la percentuale dell’attività agricola coniugata con la ricettività agrituristica sale al 32,8% quando il titolare dell’azienda è donna (al 39,6% quando l’imprenditore è laureato). Oltre alla ricettività, in linea generale il 9% delle imprese effettua attività di somministrazione di cibo e bevande, il 32% realizza la trasformazione diretta dei prodotti aziendali e il 90% si occupa della vendita diretta dei propri prodotti.

La sezione più strettamente economica del rapporto afferma che consorzi e cantine sociali contribuiscono per quasi il 38%, il 37,7% per la precisione, al fatturato delle imprese, mentre nel 27,5% dei casi il fatturato è realizzato attraverso la vendita diretta, per il 17,2% attraverso intermediari o grossisti e per il 12,8% attraverso la vendita a dettaglianti.

Fermo al palo l’utilizzo del commercio online, che non produce neppure l’1% del fatturato, mentre le imprese che esportano all’estero sono l’11% del totale, percentuale che cresce al 24% per i  florovivaisti, al 36% nel caso in cui l’imprenditore sia laureato, al 37% per i viticoltori e al 50% per le imprese più strutturate.

Dallo studio emergono anche alcune richieste che il mondo agricolo rivolge alle istituzioni: tra queste la necessità di politiche per favorire la tracciabilità del prodotto, ritenute molto o abbastanza utili dal 75% degli intervistati. Segue la richiesta di interventi a sostegno dell’accesso al credito, molto o abbastanza utili per il 70% delle imprese.

Agnese Fedeli

Allegati

pdf Ricerca-Unioncamere-Imprenditori-Agricoltura-Toscana.pdf

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