Pensioni

Gli interventi di sostegno al lavoro del Friuli Venezia Giulia

Gli interventi di sostegno al lavoro del Friuli Venezia Giulia

Il Rapporto sul mercato del lavoro 2011 illustra l’andamento della situazione lavorativa ma anche gli strumenti di sostegno al reddito le politiche attive messe in campo dalla Regione per superare il periodo di crisi

Le direttrici per il rilancio dell’occupazione sono tre: formazione, apprendistato, integrazione pubblico/privato per l’avviamento al lavoro. A dirlo è Angela Brandi, l’assessora regionale al lavoro, che promette di mantenere gli strumenti usati nel 2011 anche per il 2012.

Attualmente in Italia ci sono 100 mila posti di lavoro vacanti a causa della mancanza di professionalità adeguata a ricoprirli. Ciò significa che occorre considerare quali sono i requisiti e le competenze che le aziende cercano e far sì che i disoccupati vengano formati rispetto ad esse.

Spesso tali posti di lavoro sono considerati poco appetibili perché richiedono un basso investimento intellettuale ed è per questo che rimangono scoperti, ma l’assessora Brandi invita a “cambiare mentalità a partire dalle famiglie”.  Infatti si può e deve prendere in considerazione il fatto che “la persona è al centro di tutto e, al di là del genere e dell’età, deve avere la possibilità di entrare o rientrare nel mondo del lavoro attraverso processi di crescita professionale. È giusto investire in conoscenza e competenze, ma non esistono istituti scolastici di serie A e serie B ed i mestieri intellettuali e manuali hanno pari dignità”.

Per supportare i lavoratori, continua l’assessora, “nel corso di questo triennio di crisi la Regione ha messo in campo tutta una serie di strumenti destinati al sostegno al reddito e all’attuazione di politiche attive del lavoro. Strumenti che abbiamo intenzione di riproporre, perché hanno garantito coesione sociale, ma abbiamo anche deciso di puntare sul rilancio dell’occupazione attraverso tre direttrici: più formazione, valorizzazione dell’apprendistato ed integrazione tra servizi pubblici e privati per l’avviamento al lavoro”.

Rilancio dell’occupazione e inserimento lavorativo dunque saranno le priorità per il prossimo anno; ma accanto a queste si manterranno le misure già avviate per il sostegno del reddito dei lavoratori come i contratti di solidarietà difensivi, i lavori socialmente utili, gli ammortizzatori in deroga, ecc.. Grazie a questi supporti infatti il Friuli Venezia Giulia può affermare – lo dimostrano i dati – di essere in ripresa, seppur timida, rispetto al 2010.

Secondo i dati ISTAT nel primo semestre 2011 gli occupati sono 5 mila in più rispetto all’anno scorso e raggiungono così i 519 mila. Anche la disoccupazione pertanto scende: attualmente in Friuli Venezia Giulia vi sono 27 mila disoccupati, ovvero 3 mila in meno rispetto al 2010. Anche gli avviamenti al lavoro sono aumentati (+4,3%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: la differenza tra assunzioni e cessazioni del rapporto di lavoro è pari a 8.278 (un saldo tutto a favore delle assunzioni). I neoassunti del periodo sono però stati più uomini che donne: 5.451 uomini e 2.873 donne.

Per quanto riguarda la tipologia di contratto, come ormai ci siamo tristemente abituati, aumentano quelli a tempo determinato e quelli dell’apprendistato (rispettivamente +15,8% e +2,1%) ma calano moltissimo quelli a tempo indeterminato (-26,6%). La mobilità è in calo del 3,2%, pari a 160 unità e nei primi 8 mesi del 2011 sono andati in mobilità 4.900 lavoratori.

La ripresa è quindi altalenante il che fa affermare che, pur essendo passato il periodo più duro, la crisi non è ancora finita. Come afferma il direttore dell’Agenzia regionale del Lavoro Domenico Tranquilli, “tutto lascia presagire che quello che stiamo vivendo sia in realtà un periodo di riaggiustamento destinato probabilmente a protrarsi anche nel 2012 e nel 2013″.

Nel fare un conguaglio della situazione lavorativa di questo triennio, Tranquilli ha detto che “abbiamo perso 14 mila posti di lavoro, con una concentrazione di caduta occupazionale nel terziario, che di suo ha perso 13 mila addetti (-3,9 per cento) e nel lavoro indipendente, passato dalla 120 mila unità del 2008 alle 106 mila unità nel 2010 mentre è rimasto sostanzialmente stabile il lavoro dipendente, con 402 mila unità”.

Un appunto positivo per quanto riguarda il triennio è che in Friuli Venezia Giulia “per la prima volta la crisi se l’è presa più con gli uomini che con le donne, dal momento che nel contesto dei 14 mila posti di lavoro persi solo 1000 (-0,3 per cento) riguardavano quello femminile”.

E pensando alle donne, il pensiero è andato alle operaie morte per il crollo di una palazzina a Barletta mentre lavoravano a poco più di 3 euro l’ora e senza tutele. L’assessora Angela Brandi ha detto, pensando a quella triste circostanza,: “La Regione si mette a disposizione e farà tutto il necessario affinché situazioni come queste scompaiano dal nostro sistema civile e tutto ciò che si muove oltre il confine della legalità nel mondo del lavoro venga eliminato a salvaguardia della tutela dei lavoratori. Appare evidente che ci troviamo in un momento storico che non consente un atteggiamento poco vigile nei confronti dei continui mutamenti a cui anche il mondo del lavoro è soggetto; e se da un lato appare comprensibile la necessità delle parti datoriali di elasticizzare e rendere meno rigidi i rapporti di lavoro, d’altra parte occorre mantenere alta la soglia di attenzione su un utilizzo talvolta troppo disinvolto della flessibilità, nonché su tutte le forme di sommerso”

 

Potrebbe interessarti