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Il Pap test e la prevenzione del Papillomavirus umano

Il Pap test e la prevenzione del Papillomavirus umano

Divulgato il nuovo rapporto CENSIS su informazione e prevenzione dell’HPV in Italia, virus che causa diversi tumori tra cui quello al collo dell’utero – seconda causa di morte per tumore in tutta Europa delle donne tra i 15 e i 44 anni – molte malattie ai genitali, sia maschili che femminili, e al cavo orale. Attivo il programma di vaccinazione gratuita contro HPV, che protegge anche da tumori ai genitali e condilomi, per bambine, ragazze e giovani donne

Presentati questo novembre a Roma i risultati della ricerca, presso la Camera dei Deputati, alla presenza di rappresentanti del Ministero della Salute, dell’Istituto Superiore di Sanità e delle Aziende Sanitarie territoriali.

Le domande, rivolte per via telefonica, miravano a verificare, nelle donne italiane, la presenza di una cultura della prevenzione, con specifico riferimento al ricorso alle visite ginecologiche e al Pap test, il livello di informazione sull’HPV, i livelli di conoscenza e di fiducia nelle procedure di vaccinazione in generale e in quella contro il Papillomavirus in particolare, oltre che le informazioni specifiche a questo riguardo, i mezzi di informazione più usati e l’eventuale esperienza della vaccinazione.

L’indagine è stata condotta su un campione di 3.500 donne italiane, rappresentativo per età (tra i 18 e i 55 anni), area geografica, livello di istruzione e ceto sociale. Una procedura di sovracampionamento ha consentito di approfondire lo studio in Lombardia, Lazio e Sicilia, in quanto rappresentative rispettivamente del Nord, del Centro e del Sud della penisola.

E’ emerso un quadro significativo, che sottolinea l’esigenza di una maggiore informazione e di una più forte campagna di vaccinazione, dal momento che il contrasto alle malattie provocate dall’HPV non può non rappresentare una delle priorità per un sistema sanitario avanzato e in grado di tutelare al meglio la salute dei cittadini.

Cos’è, quali patologie provoca, come si può contrastare il Papillomavirus umano (HPV)

Maria Grazia Pompa, direttore dell’Ufficio
Malattie Infettive del Ministero della Salute

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A trasmissione prevalentemente sessuale, l’HPV, nelle sue diverse varianti (oltre 200), colpisce sia gli uomini che le donne, ed è responsabile di diverse malattie, tra le quali alcuni tumori. Tra questi, il più noto è quello al collo dell’utero, di cui si registrano ogni anno, solo in Italia, più di 3000 nuovi casi, e che rappresenta in Europa la seconda causa di morte per tumore nelle donne di età compresa tra i 15 e i 44 anni.

Non si tratta però dell’unica patologia provocata dal contagio da HPV: una grande percentuale dei tumori ai genitali femminili e maschili è dovuta infatti a questo virus, ed esso è responsabile pure dei condilomi genitali, una forma tumorale benigna che colpisce sia gli uomini che le donne, con alta diffusione nei paesi industrializzati.

Secondo quanto emerge dall’indagine CENSIS, peraltro, pochi sanno che alcune varianti dell’HPV provocano una parte dei tumori al cavo orale, toccando pertanto una sfera della salute che nulla ha a che vedere con l’ambito sessuale.

Negli ultimi anni la ricerca scientifica ha messo a punto due vaccini contro l’HPV: il bivalente (contro le varianti 16 e 18, le più diffuse) previene dal tumore al collo dell’utero, e si effettua in bambine e donne tra i 10 e i 25 anni; il quadrivalente (contro le varianti 6, 11, 16 e 18) protegge anche dalle altre patologie tumorali ai genitali femminili e dai condilomi genitali maschili e femminili, e si effettua nelle donne tra i 9 e i 45 anni, e negli uomini tra i 9 e i 26 anni.
La durata della protezione che i vaccini garantiscono non è stata stabilita con certezza, ma non è inferiore ai 5 anni, e alcuni recenti studi sembrano dimostrare una copertura più lunga. I vaccini sono acquistabili in farmacia: per le fasce di età coperte da vaccinazione gratuita o a prezzo agevolato, la vaccinazione deve essere effettuata presso le ASL e, per la sola Lombardia, presso le strutture ospedaliere.

La campagna di vaccinazione gratuita o a prezzo agevolato: un’occasione per le giovani donne

Un’intesa siglata a fine 2007 tra il Ministero della Salute e Regioni e Province Autonome ha consentito la realizzazione, a partire dal 2008, di una campagna di vaccinazioni gratuite, offerte a tutte le ragazze di 11 anni, fino al compimento dei 12, tramite chiamata diretta, ossia attraverso una lettera di invito a presentarsi presso le ASL per effettuare la vaccinazione. Alcuni enti locali hanno esteso l’offerta gratuita ad altre fasce di età, mentre nella maggior parte del territorio italiano è possibile effettuare il vaccino a prezzo agevolato (social price) per le donne che non rientrano nella fascia a offerta gratuita, ma per le quali il vaccino è indicato; l’età massima di copertura del vaccino a prezzo sociale varia da regione a regione. Dell’intesa, e delle sinergie di tutti gli enti e i settori coinvolti, ha parlato a Roma Maria Grazia Pompa, direttore dell’Ufficio Malattie Infettive del Ministero della Salute (cfr. video allegato).

La copertura maggiore si è avuta nelle regioni in cui l’informazione è stata più forte, con interventi di sensibilizzazione pubblicitaria e con presentazioni dell’opportunità presso le scuole o le università: in questo senso le ASL devono impegnarsi sempre di più, utilizzando anche canali più rapidi e alternativi, più adatti peraltro all’età delle destinatarie dell’offerta. Un esempio sono i focus groups e la pagina FB aperti a questo scopo dal Dipartimento di Prevenzione dell’ASL di Taranto, come ha spiegato il suo Direttore, Michele Conversano, durante la tavola rotonda di presentazione della ricerca del CENSIS a Roma.
In ogni caso, proprio la campagna di vaccinazione gratuita ha aumentato l’informazione in tema di HPV: le donne che hanno fornito le risposte più corrette alle domande proposte sono proprio le madri delle bambine tra gli 11 e i 15 anni, perché sensibilizzate negli anni scorsi tramite la chiamata diretta alle ASL delle loro figlie. Tuttavia, leggendo le percentuali, si registra un calo annuale delle adesioni alla vaccinazione gratuita: l’attività delle ASL, pertanto, deve essere attenta e costante, per evitare un abbassamento dell’attenzione sull’argomento.

Le fonti di informazione e gli atteggiamenti delle donne italiane: una risorsa per il benessere del paese

D’altra parte il web, insieme alla TV e alla carta stampata, emerge dal sondaggio CENSIS come una importante fonte di informazione per le donne italiane in tema di HPV: sono i mass media, insomma, che coprono il gap di comunicazione tra gli esperti del settore e le persone comuni. Spesso gli stessi medici hanno poca fiducia nella vaccinazione, ha avvertito il ginecologo Mariani durante l’incontro romano, e c’è una difficoltà di comunicazione anche tra madri e figlie su temi così importanti.

Emerge però dal sondaggio che le donne italiane hanno una buona cultura della prevenzione e curano soprattutto quella di base, che si realizza attraverso il controllo degli stili di vita e dei fattori di rischio, e quella primaria, che si fonda sull’effettuazione dei check up periodici e delle vaccinazioni. La percentuale di donne che effettua a cadenze regolari visite ginecologiche e che si sottopone a Pap test è molto alta in tutto il campione, e in tema di salute la popolazione femminile italiana costituisce una vera e propria avanguardia: ciò rappresenta una sicurezza per tutti i cittadini, dato che sono le donne, di solito, coloro che di fatto “gestiscono” la salute di tutti i componenti della famiglia, e in particolare degli anziani e dei bambini.

Laura Carmen Paladino

Allegati

pdf Indagine-Censis.pdf

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