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Monti e Rehn delineano il quadro italiano con lo sguardo sull’Europa

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Monti e Rehn delineano il quadro italiano con lo sguardo sull’Europa

Riforme e crescita. Parte da qui l’agenda italiana per l’Europa. Alla vigilia della Giornata Europea, il primo ministro italiano, Mario Monti, e il vice presidente della Commissione Europea e Commissario europeo agli Affari Economici e Monetari, Olli Rehn, si sono riuniti per fare un quadro dell’attuale situazione italiana

L’incontro è avvenuto in un momento politico particolare, all’indomani di una serie di giornate elettorali in Europa: quelle francesi, quelle in Grecia e, in ultimo, le elezioni amministrative in Italia.

La crisi economica, partita dagli USA nel 2009 investendo tutto l’Occidente, non si è ancora arrestata. Paesi come la Grecia e la Spagna, compresa anche l’Italia, risentono e soffrono tuttora di quelle parole che ormai sono entrate nel lessico quotidiano, ovvero recessione, debito, deficit, disoccupazione.  E l’esempio austero della Germania, posta ormai a guida dei Paesi dell’UE, non sembra rassicurare affatto i cittadini – non solo italiani – che si sentono ulteriormente pressati dagli sforzi che i governi degli Stati membri impongono loro attraverso le normative europee.

Di “gravi conseguenze umane” in seguito alla crisi, ha parlato il presidente del Consiglio; conseguenze che “dovrebbero far riflettere” ha precisato “chi ha portato l’economia in questo stato e non chi fa riforme a lungo termine”. È stato necessario dunque aderire al Patto di Stabilità e programmare una serie di riforme cosiddette strutturali (ovvero a lungo periodo) che non dessero risultati immediati o in un breve arco di tempo, ma che fossero soddisfacenti e percepibili negli anni, nel futuro. “La visione a lungo termine” ha approfondito Antonio Marzano, presidente del CNEL, “non è propria dei governi in generale, perché l’attitudine politica tende a massimizzare i voti, cosa che non è consona, invece, a un governo tecnico predisposto a creare riforme efficaci nel tempo”.

Nonostante i tecnici abbiano vita breve, ciò che si sono prefissati equivale oggi a “crescita, competitività e occupazione giovanile” afferma il primo ministro. “La situazione italiana, in cui questo governo si è imbattuto” ha aggiunto il presidente Monti “era davvero drammatica” ed è stato grande lo sforzo di sottarsi alle pressioni europee perché l’Italia fosse posta nel Fondo Salva-Stati. “Il mondo internazionale avrebbe deciso per l’Italia. E abbiamo fatto in modo che non accadesse, che non chiedessimo soldi a nessuno”. Da gennaio infatti l’Italia ha avuto una sua agenda per il risanamento e la crescita: si è attuata un’opera di contenimento del disavanzo pubblico, si è messa mano sulle pensioni, sulle deficienze dell’amministrazione pubblica, sulla riforma del mercato del lavoro, su quella fiscale, si è proceduto a liberalizzare la concorrenza.

È opportuno creare competitività “attraverso l’aumento della domanda di beni e servizi”, cioè investimenti privati e, in particolare, pubblici anche a livello internazionale e comunitario, “guardando al modello anglosassone o a quello tedesco, per far sì che la capacità produttiva si espanda”.

Tre linee (forse un connubio dei due modelli citati) sono da seguire secondo Olli Rehn: “Il consolidamento del bilancio attraverso la stabilità finanziaria, le riforme strutturali e l’aumento degli investimenti in economia verde, trasporti, ricerca e sviluppo”. Il settore bancario, invece, rimane in forte crisi e il consiglio del vice presidente della Commissione Europea è quello di “utilizzare al meglio i fondi strutturali per rafforzare i fondi di garanzia” e dare maggior respiro alle PMI che si trovano in grande difficoltà. Inoltre “per permettere alla Bei di creare più posti di lavoro” ha commentato Rehn “è necessario velocizzare gli investimenti creando un’economia dinamica e inclusiva”.

riforme e crescita : monti - rehn

Riguardo la direttiva sui ritardati pagamenti il presidente Monti ha condiviso la necessità della norma UE, nonostante il grande debito che lo Stato – e non certo solo quello italiano – ha accumulato e accumula costantemente, nei confronti dell’amministrazione pubblica. “Perseguiamo crescita coerente con la disciplina di bilancio” commenta, e addita le forze parlamentari italiane come “intolleranti” nei confronti di questa disciplina.

È stato concorde Olli Rehn: “nei riguardi della disciplina di bilancio sono stati fatti oggi molti passi avanti. In questo processo a favore della crescita sarà necessario risanare le finanze attraverso la spending review, il gettito fiscale e anche il sistema tributario. Perché equità fiscale equivale a equità sociale. Il governo politico italiano” ha aggiunto “è orientato al recupero del consolidamento fiscale”.

Il presidente Monti ha poi esortato affinché i tedeschi rivedano le convenzioni statistico-contabili e ha ribadito l’importanza dell’Operazione Trasparenza, prima di sottoporsi al Fiscal Compact, che, a detta del presidente dell’ENI Giuseppe Recchi, rappresenta la sfida per ricostruire la fiducia nell’Europa.

Che la Trasparenza sia fondamentale lo ha ribadito il senatore Pietro Ichino, riportando dati come le “90 mila comunicazioni giunte dai cittadini italiani per individuare ciò che non funziona nell’amministrazione pubblica”.
“L’esempio della Svezia dovrebbe esser adottato come politica attiva in Italia” ha precisato Ichino: “bisogna dar voce all’opinione pubblica, che ha diritto di essere informata”. E, sulla riforma del lavoro Fornero, ha concluso: “è ora necessario mettere in pratica il criterio di semplificazione legislativa”.

Se da una parte il quadro trattato l’8 maggio nella Sala Polifunzionale del Consiglio dei Ministri ha riposto qualche speranza e ha individuato come obiettivo primario la crescita e l’occupazione, attraverso il rigore e la consapevolezza delle cause che hanno determinato la grave crisi economica attuale, dall’altra invece continua a creare sfiducia nel cittadino comune, a cui sono richiesti sempre più sforzi. “Non sono rassicurato” ha detto Stefano Micossi, direttore generale di Assonime: “dobbiamo prepararci a nuovi shock sia dai partiti politici sia dal mercato immobiliare. La situazione economica è peggiorata, il sistema finanziario, bancario è in crisi, i finanziamenti a lungo termine sono molto pochi. C’è disoccupazione; in Spagna siamo arrivati al 25%. Abbiamo il problema della liquidità, di politiche di bilancio… Servono obiettivi strutturali più espliciti e maggiore concretezza dal Consiglio europeo”.

Daniela Auciello

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