Veicoli elettrici. Gli incentivi per il 2013
Innovazione e miglioramento ambientale alla base dei modelli di progettazione di auto elettriche ed impianti per la loro ricarica, per un cambiamento etico delle mentalità in ambito di trasporto privato. Ma gli incentivi sono sufficienti?
Una domanda che poniamo all’ingegnere Mauro Rossato, presidente di Vega Engineering, tra le società leader per la progettazione di impianti per la ricarica dei veicoli elettrici.
“Gli incentivi previsti per il 2013 non sono sufficienti” ci risponde e prosegue esponendo dati e proposte da parte di chi in questo campo lavora da anni ed è tra i primi ad occuparsi del settore.
Se vogliamo evitare di proseguire il cammino basato su inquinamento ambientale ed alti costi dipendenti dalle oscillazioni del brent e dei relativi prezzi della benzina, la mobilità elettrica sembra essere l’unica alternativa, ma la popolazione ancora non è a conoscenza dei traguardi raggiunti in campo tecnologico a questo riguardo. Complice anche la mancanza di un decisivo interessamento da parte dei politici italiani. Così la diffidenza da parte dei cittadini è alta, come sempre quando si parla di grandi novità.
Gli incentivi ai quali gli acquirenti di auto elettriche o ibride potranno accedere partiranno dal 1 gennaio 2013 e dureranno fino a tutto il 2015. Si tratta di un bonus di 5mila euro (lo stanziamento totale previsto dal Decreto Sviluppo è di 420 milioni di euro) che verrà dato a chi acquisterà un’auto appunto elettrica o ibrida, che emetta meno di 50 g/km di Co2 rottamando la propria auto a benzina. Inoltre, il neoacquirente avrà diritto alla ricarica con tariffe agevolate.
In pratica chi acquista un’auto elettrica, ibrida, ma anche a Gpl, a metano, biometano, a biocombustibili o ad idrogeno, avrà un contributo del 20% nel biennio 2013-2014 per un massimo di 5.000 euro e del 15% nel 2015 per un massimo di 3.500 euro.
“Probabilmente” dice Rossato “il via libera agli incentivi per l’acquisto dei veicoli elettrici, a partire dal 2013, porterà un’evoluzione virtuosa in tal senso, ma nel frattempo il vecchio adagio secondo il quale è meglio non abbandonare la strada vecchia (dei motori tradizionali) per prendere quella nuova (degli ibridi o totalmente elettrici) sembra ancora il refrain più diffuso della contemporaneità.
E questo accade nonostante a sostenere le nuove tecnologie ci siano le regole imposte dall’Unione europea”.
Ma quali sono queste regole? Secondo il cosiddetto 20-20-20, le emissioni di CO2 dovranno essere ridotte del 20% entro il 2020. Per ora, le emissioni prodotte dai trasporti sono responsabili del 12% delle emissioni di anidride carbonica di tutta l’Unione Europea e del 24% di quelle di tutto il globo.
Le emissioni inquinanti del trasporto su strada negli ultimi dodici anni, ovvero quando la mentalità della salvaguardia ambientale e della salute pubblica dovrebbe essere entrata a far parte della quotidianità, sono aumentate addirittura del 27%. In Italia poi la situazione è ancora più grave: il settore dei trasporti è responsabile del 32% dei consumi energetici e del 30% delle emissioni di CO2.
Per quanto concerne invece le emissioni di CO2 dei veicoli elettrici, queste “sono quasi la metà di quelle dei veicoli a combustione. Inoltre, sono notevolmente inferiori anche le emissioni di ossido d’azoto, monossido di carbonio e di composti organici volatili. “Per uno sviluppo economico sociale ecosostenibile, quindi, è più che mai necessario intervenire culturalmente e tecnicamente affinché l’auto elettrica si diffonda e plasmi un irrinunciabile anello mancante nella catena della mobilità sostenibile (treni e tram), soprattutto all’interno dell’area urbana” spiega Rossato.
Altrettanto prioritario, poi, continua Rossato, è accelerare l’evoluzione tecnologica: “è auspicabile un maggiore impegno da parte dei costruttori di automobili e dei relativi componenti teso a migliorare ulteriormente le performance di veicoli a propulsione elettrica o ibrida, così da porre in essere, in brevissimo tempo, le condizioni necessarie per sostituire nel mercato l’auto tradizionale”.
La conoscenza è indispensabile per comprendere la differenza di qualità e coinvolgere la collettività. Per questo motivo è necessario diffondere i risultati raggiunti dalla tecnologia. Non tutti infatti, sanno che l’auto elettrica di oggi (solo elettrica o ibrida) è perfettamente in grado di sostituire l’auto tradizionale; né che sia già competitiva in termini di costi e prestazioni. Così in Italia il mercato delle auto ecologiche stenta ancora: secondo i dati divulgati dall’istituto di ricerca Jato Dynamic, nel 2011 sono state immatricolate 304 auto elettriche e 5.127 ibride “e difficilmente gli incentivi contribuiranno a sostenerne le vendite”, dichiarano dall’istituto, anche perché ancora è insufficiente lo sviluppo delle infrastrutture per la ricarica.
La premessa fondamentale infatti è che sia assicurato agli utenti l’accesso all’energia elettrica ovunque e in qualsiasi momento: ecco allora il ruolo fondamentale delle colonnine di ricarica e della loro diffusione. “Solo così” conclude Rossato “decollerà un mercato nuovo che consentirà di risollevare il settore automobilistico e quello dell’impiantistica, creando nuovi posti di lavoro e migliorando i livelli di inquinamento delle nostre città. Il tutto all’insegna di uno sviluppo ecosostenibile”.